L’Italia supera Israele tra le tensioni: 3-0 e playoff mondiali assicurati

L’Italia ha compiuto il suo dovere, superando Israele con un netto 3-0 e assicurandosi un posto nei playoff di qualificazione per i Mondiali del 2026. Una vittoria fondamentale, ottenuta in un clima surreale a Udine, dove le imponenti misure di sicurezza e le tensioni politiche hanno quasi messo in secondo piano l’importanza della partita. Per gli Azzurri di Gennaro Gattuso, una squadra che sembra riflettere la tenacia del suo allenatore, la strada per il primo Mondiale dal 2014 rimane tortuosa, ma il primo ostacolo è superato.
Una partita in un clima surreale
La partita si è svolta in condizioni eccezionali, ben lontane da una normale serata di calcio. Le recenti vicende a Gaza hanno acceso il dibattito in tutta Europa, e la presenza della nazionale israeliana ha trasformato Udine in una città blindata. Cecchini sui tetti, controlli di sicurezza simili a quelli aeroportuali, strade e attività commerciali chiuse: la priorità era evitare qualsiasi incidente. Nonostante un cessate il fuoco annunciato pochi giorni prima, le autorità non hanno voluto correre rischi. Una marcia pro-Palestina con circa 10.000 persone è stata tenuta a debita distanza dallo stadio e si è svolta per lo più pacificamente, sebbene un piccolo gruppo si sia scontrato con la polizia, portando a 15 arresti. Questa atmosfera ha inevitabilmente pesato sull’evento, con lo stadio pieno solo per un terzo e un tifo così sommesso da permettere di sentire chiaramente le urla di Gattuso dalla panchina.
La cronaca della partita: Retegui scaccia la paura
In campo, l’Italia è apparsa contratta e lenta nelle fasi iniziali. È stato necessario un grande Gianluigi Donnarumma per neutralizzare i tentativi di Israele e mantenere il risultato in parità. La svolta è arrivata poco prima dell’intervallo, quando un rigore trasformato da Mateo Retegui ha sbloccato la partita, liberando la squadra e i tifosi da un’ansia crescente. Nella ripresa, lo stesso Retegui ha raddoppiato, prima che un colpo di testa di Gianluca Mancini nei minuti di recupero fissasse il punteggio sul definitivo 3-0. Un risultato rotondo che non rispecchia pienamente le difficoltà incontrate, ma che consegna agli Azzurri l’obiettivo minimo della serata.
La strada per il Mondiale: ora i playoff
Con questa vittoria, l’Italia accede ai playoff di marzo. La qualificazione diretta rimane un’utopia: sarebbe necessario che la Norvegia, capolista del girone, perdesse punti in casa contro l’Estonia e venisse poi sconfitta dall’Italia, o che gli Azzurri recuperassero un divario di 16 gol nelle ultime due partite. Scenari altamente improbabili. Il destino dell’Italia passerà quindi dagli spareggi, dove affronterà in casa una tra Svezia, Irlanda del Nord, Macedonia del Nord o Romania. Ed è qui che riaffiorano i fantasmi del passato. L’Italia ha fallito la qualificazione ai Mondiali tre volte nella sua storia, e sempre ai playoff: contro la Macedonia del Nord nel 2022, la Svezia nel 2018 e l’Irlanda del Nord nel 1958. Un precedente storico che alimenta l’angoscia dei tifosi.
Il contesto internazionale: UEFA e la controversia su Israele
La partita si inserisce in un dibattito molto più ampio. Nelle scorse settimane si erano diffuse voci su una possibile esclusione di Israele dalle competizioni UEFA, sulla scia del precedente creato con la rapida esclusione della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Tuttavia, a differenza di allora, la UEFA ha mostrato esitazione, decidendo infine di non intervenire e di attendere gli sviluppi dei colloqui di pace. Questa inerzia ha suscitato forti critiche, con molti che hanno accusato gli organi di governo del calcio di ipocrisia, costringendo le città ospitanti a gestire situazioni complesse con proteste e misure di sicurezza straordinarie. Le manifestazioni, come quella di Oslo prima della partita con la Norvegia e quella di Udine, con iniziative come “Show Israel the Red Card”, hanno evidenziato la forte opposizione alla partecipazione israeliana. Di fatto, l’eliminazione di Israele, arrivata sul campo dopo le sconfitte contro Norvegia e Italia, ha risolto un problema che la UEFA non ha voluto o saputo affrontare a livello politico. Per l’Italia, rimane la consapevolezza di aver superato una serata difficile, ma con la certezza che la strada per il Mondiale è ancora lunga e piena di insidie.