Senza la classe operaia, una società non può prosperare. La storia insegna che i grandi condottieri, i leader di stato e i fuoriclasse prendono sempre la scena, ma senza l’apporto dei soldati, degli operai e dei gregari è tutto vano. Alexis Saelemaekers è uno di loro.
Proprio loro, i giocatori meno noti e meno appariscenti, sono quelli che permettono alle stelle di brillare nel campo da gioco. Osservate il Barça dell’era Guardiola, l’intelligenza tattica di Busquets permetteva a Messi, Suarez e Neymar di esaltarsi, o Makelele, che correva per quattro nei Galacticos e garantiva un equilibrio difensivo fondamentale al Real Madrid.
Pur non essendo ai livello dei giocatori sopracitati, anche il Milan, guidato da Ibrahimovic e ben coadiuvato dai vari Kessie, Calhanoglu e Theo Hernandez, ha scoperto un prezioso gregario.
L’equilibratore di questa squadra viene dalla scuola Anderlecht e risponde al nome di Alexis Saelemaekers.
Il classe ’99, sbarcato a San Siro a gennaio 2020, è il classico giocatore duttile che fa comodo ad ogni allenatore, dotato di corsa e dribbling e, soprattutto, un notevole spirito di sacrificio.
Chi è Alexis Saelemaekers?
Nato il 27 giugno del 1999, alle porte di Bruxelles, il suo primo approccio con il pallone è piuttosto tardivo, cresciuto in un ambiente accademico: i genitori, infatti, lavoravano nel prestigioso liceo francese Jean Monnet di Ukkel, completamente avulsi da interessi calcistici.
Il piccolo Alexis trascorre i primi anni nella ginnastica, per poi innamorarsi del pallone all’età di 11 anni. Grazie ad un torneo organizzato dal noto liceo, che aveva tra i partecipanti anche i figli dell’ex CT francese Roger Lemerre, Saelemaekers fa intravedere il proprio talento, ovviamente grezzo, tanto da indurre Lemerre a segnalarlo al Lens.
Non potendo trasferirsi in Francia, a causa della giovane età, ha la possibilità di fare la trafila nelle giovanili dell’Anderlecht. Inizia come ala destra, ma dimostra di essere più adatto in un ruolo più da copertura, piuttosto che un finalizzatore e viene arretrato a terzino sinistro. Il cambio ruolo lo aiuta e nel 2018 entra in pianta stabile in prima squadra.
L’approccio non è dei migliori, a causa della crisi di risultati dell’Anderlecht, che cambia quattro allenatori in un batter d’occhio e Saelemaekers ne risente, cambiando continuamente ruolo, per poi finire in panchina sotto la guida di Rutten.
Vincent Kompany prende la guida della squadra e riporta Alexis nel suo ruolo storico di ala destra, liberandolo da oneri difensivi e da lì avviene la maturazione del giocatore.
A suon di buone prestazioni il Milan lo nota e sbarca a San Siro nella campagna acquisti che vede anche il graditissimo ritorno di Zlatan Ibrahimovic in rossonero.
Saelemaekers al Milan
Maldini e Massara cercavano un terzino duttile da regalare a Pioli, in grado di dare fiato a Calabria e, al contempo, un’alternativa credibile a Castillejo.
Il lockdown forzato lo aiuta ad inserirsi gradualmente negli schemi di Pioli e alla ripresa del campionato, a giugno, incide fin da subito grazie alla corsa e un ottimo passo, alla capacità di puntare l’uomo, senza dimenticarsi di tornare indietro in difesa. Bastano due buone prestazioni con Roma e Spal per conquistare una maglia da titolare nello spot di ala destra nel 4-2-3-1, scalzando definitivamente Castillejo.
Arrivano anche i primi gol e diventa irrinunciabile, tanto che il Milan lo riscatta immediatamente a titolo definitivo.
Caratteristiche tecniche
Alexis è il classico tuttofare che ogni allenatore vorrebbe in squadra. La sua duttilità gli permette di ricoprire qualsiasi ruolo sulla fascia destra, tant’è che al Milan ha giocato anche da terzino destro, mentre in Belgio è stato schierato come quinto di centrocampo nel 3-5-2 di Hein Vanhaezebrouck.
Dotato di una notevole accelerazione, è sufficientemente abile tecnicamente per saltare l’uomo e cambiare passo, la sua principale qualità è l’energia che mette in campo, evidenziata dal fatto che sia uno dei primi a pressare l’avversario e lucido da tornare in difesa. Proprio il suo apporto difensivo è uno dei motivi della stagione più che positiva di Calabria, che gli ha permesso di sganciarsi più agevolmente senza farsi condizionare dalla fase difensiva.
Ancora acerbo in fase di finalizzazione, nell’area perde spesso tempi di gioco e talvolta rifiuta un tiro comodo per passare la palla ai compagni.
Doveva essere il backup di Calabria, Pioli ha trovato un giocatore titolare, in grado di aggiungere un’intensità clamorosa e portare equilibrio. Oltre ad essere uno dei giocatori più apprezzati in spogliatoio e il DJ della squadra, grazie alle sue doti canore, che vanno di pari passo alle sue qualità calcistiche.