Milan, Juventus, Napoli, Lazio e Inter: tutti ma proprio tutti sono sulle tracce di Kaio Jorge Pinto Ramos, la nuova stellina del Santos. In scadenza a dicembre, il club brasiliano lo valuta 10 milioni ma il potenziale del ragazzo pernambucano è ben più alto di quello che la cifra racconta, come testimoniato da paragoni non proprio accurati con Neymar, da un Mondiale under 17 vinto e da una Coppa Libertadores in cui è stato il grande protagonista della cavalcata del Peixe.
Ma chi è davvero l’oggetto del desiderio delle big italiane? Dove gioca, come gioca, quale potrebbe essere il fit migliore tra le big di Serie A? Andiamo ad analizzare il classe 2002 per scoprire tutto su Kaio Jorge.
Chi è Kaio Jorge?
Togliamoci di mezzo subito le introduzioni classiche: Kaio Jorge nasce a Olinda, nel Pernambuco (per intenderci lo stato di Juninho), il 24 gennaio 2002. Suo padre è stato un attaccante delle serie minori brasiliane e, notato il talento del giovane figlio d’arte, ne ha sviluppato il profilo fino alla grande occasione arrivata nel 2012, a dieci anni, con il grande Santos mentre il Peixe conquistava il Sud America con la squadra di Neymar. Sono bastati cinque minuti agli osservatori del club paulista per decidere di tesserarlo e sei anni dopo, a 16 anni 8 mesi e 6 giorni, è stato il sesto più giovane ad esordire con la maglia bianconera.
Come è ovvio che sia, il collegamento tra il fenomeno del PSG e un giovane talento che gioca attaccante per il Santos è nato più che naturalmente, anche se l’accostamento è valido solo nella misura in cui Kaio Jorge è uguale a Messi per il fatto che entrambi hanno due orecchie.
Infatti, la somiglianza è quasi interamente riguardante il viso e l’acconciatura rispetto al primo Neymar, perché a livello tecnico-tattico Jorge è una prima punta, non è un dribblomane ed è un giocatore più fisico della stella paulista, ma su questo ci torneremo tra poco.
La grande entrata dell’attaccante classe 2002 nei radar degli scout mondiali è arrivata al Mondiale under 17 del 2019, dove ha segnato cinque gol in otto partite e ha portato a casa la coppa battendo in finale il Messico, grazie al contributo fondamentale di Gabriel Veron, stellina del Palmeiras e lui sì con uno stile più associabile a O’Ney, e Yan Couto, già sotto contratto con il Manchester City e tenuto sott’occhio da Pep dopo una grande stagione al Girona nella serie B spagnola.
Tuttavia, la grande affermazione che lo ha portato in orbita big europee è arrivata durante il cammino del Santos verso la finale dell’ultima Copa Libertadores, un’edizione aperta con una marcatura diciassette minuti dopo l’esordio assoluto nella competizione contro il Defensa y Justicia di Hernan Crespo e chiusa con cinque reti, tra cui la doppietta con il Gremio, marchiata dalla quinta rete più veloce della storia della competizione dopo appena undici secondi.
Da lì le voci sempre più insistenti per un passaggio in Europa, in particolare nel nostro campionato, alimentate dal contratto in scadenza a dicembre e dalla conseguente valutazione di dieci milioni, ben al di sotto del valore potenziale del giovane brasiliano.
Per adesso, le favorite per l’acquisto già in questa sessione sembrano essere Milan e Juventus, che però non vorrebbero superare i cinque milioni di indennizzo al club paulista, ma nelle scorse settimane si è parlato prima di Lazio, poi di Napoli e anche di Inter pronte ad assicurarsi le prestazioni del talento pernambucano. Detto questo, è arrivato il momento di capire che giocatore sia realmente Kaio Jorge.
L’analisi di Kaio Jorge
Partiamo dalla definizione del ruolo: Kaio Jorge è una punta centrale di movimento. Nel Santos, ha sempre giocato da centravanti nel 4-3-3 o 4-2-3-1 di Cuca ma con la libertà di svariare su tutto il fronte d’attacco per aiutare la manovra e aprire gli spazi per gli inserimenti di Marinho, mattatore della stagione del Peixe, e Soteldo, folletto di neanche un metro e sessanta, da aprile passato al Toronto FC.
Le qualità tecniche
I due aspetti che più colpiscono del classe 2002 sono la buonissima tecnica di base, derivata dalla crescita nel futsal, e la grande tendenza ad associarsi con i compagni, scendendo verso il centrocampo alla ricerca del pallone per costruire l’azione attraverso i suoi piedi. Sfruttando le qualità tecniche che gli permettono di non sbagliare quasi mai le ricezioni basse della palla, Jorge controlla i palloni provenienti da centrocampo e difesa e li smista, soprattutto con il piede forte, quello destro, che viene decisamente prediletto rispetto ad un mancino poco utilizzato.
Ma il lavoro che fa Kaio venendo incontro alla palla non è solo tecnico ma anche fisico. Infatti, sfrutta il suo 1.82, abbinato ad un fisico discretamente sviluppato per l’età e delle gambe molto forti, per assorbire i contatti e tenere la posizione, anche spalle alla porta, e pulire palloni complessi contro una difesa aggressiva, ovviamente coadiuvato dalla buonissima tecnica di base.
A queste abilità più orientate al controllo del pallone, abbina una buona visione di gioco e un ottimo fondamentale sul passaggio che gli permettono di trovare linee di passaggio per compagni ben posizionati e cambi di gioco sul lato debole da regista puro. In questo senso, il paragone fatto dai media più centrato come potenziale tipo di giocatore è quello con Roberto Firmino, la quintessenza della punta con i compiti del regista offensivo.
Le squadre che vorranno estrapolare il massimo da Kaio Jorge dovranno essere in grado di raffinare questi suoi istinti e valori tecnici, per renderlo un 9 e mezzo, o quello che in Brasile chiamano la ponta de lança, vista anche la tendenza all’altruismo sempre particolare per un centravanti puro.
I difetti ed i limiti tecnici del brasiliano
Ma quali sono i difetti legati a questa fase del gioco? Innanzitutto, a volte ha la tendenza a esagerare nella ricerca del fraseggio, lasciando scoperta la zona offensiva e non rispettando le corrette distanze, rinunciando alla lettura più giusta e assecondando la smania di venire incontro.
Inoltre, non ha, o forse non ha ancora, la costanza nel corso del match di essere un punto di riferimento costante per la manovra, dandosi spesso delle pause dalla manovra offensiva e rimanendo un po’ piatto, come successo per lunghi tratti ad esempio nella finale di Libertadores.
Da qui, si spiegano i soli 28.5 tocchi per partita registrati nell’ultima cavalcata continentale, ben lontani dai 50.1 di Firmino nell’ultima stagione di Premier o i 48.2 di un altro grande regista offensivo come Karim Benzema. In questo senso, se l’attaccante del Liverpool rappresenta un po’ il ceiling, la massima aspirazione, per quanto riguarda questo aspetto del gioco, l’obiettivo minimo potrebbe essere rappresentato dal profilo di Alvaro Morata, corroborato da una qualità tecnica maggiore rispetto allo spagnolo. Infatti, l’attaccante della Juve tocca 30.1 palloni per partita e anche le heatmap mostrano due attaccanti molto mobili e simili nei movimenti.
Se abbiamo visto le qualità e le potenzialità da regista offensivo, non bisogna confondersi: Kaio Jorge è una punta, ha i movimenti della punta e gli istinti della punta. Innanzitutto, si nota come il suo habitat naturale, almeno per il momento, sia la transizione offensiva, sia nell’attacco della profondità sia nella conduzione palla al piede. Infatti, nel primo caso ha dimostrato sin dal Mondiale under 17 di essere molto abile a leggere soprattutto i tagli tra centrale e terzino per concludere in prima persona o per cercare lo scarico mentre, nel secondo caso, sfrutta la già nominata tecnica e una grande velocità di base per condurre lui stesso i contropiedi.
Ma non è solo un attaccante da contropiede e se a volte ti fa pensare che renda meglio lontano dall’area di rigore, in altre situazione mette in scena dei movimenti da punta purissima, tagliando molto bene il primo palo e ricercando i gol da puro rapace dell’area. Come detto per quanto riguarda la regia offensiva, la mancanza riguarda la costanza, di per sé accettabile per un ragazzo di 19 anni, ma se gli istinti sono una buona base su cui costruire un giocatore, Kaio ha i movimenti giusti per intrigare gli staff tecnici delle nostre big.
Chiaramente, quando le caratteristiche migliori dell’attaccante brasiliano si allineano, si notano le azioni più belle, soprattutto nelle situazioni in cui può pulire palla, aprire il gioco e inserirsi negli spazi.
Tuttavia, ci sono dei grossi ma. Il primo riguarda un fondamentale tecnico: il colpo di testa.
Come visto anche nell’ultima clip, Kaio Jorge colpisce poco e male con la testa, è poco preciso e quando c’è da andare a contrasto aereo, ne esce vincente pochissime volte. Nell’ultimo Brasilerao, ha vinto appena il 27% dei duelli aerei e il dato si è confermato anche in Libertadores, venendo spesso completamente sovrastato ad ogni rinvio lungo diretto verso di lui.
Per un giocatore comunque sopra il metro e ottanta, potrebbe essere un difetto non da poco soprattutto perché sembra che le difficoltà non sia tanto nel prendere la posizione, che come visto anche sopra è una caratteristica positiva, ma proprio nel calcolo della traiettoria e nell’impatto tecnico con la palla, visto che quasi sempre salta davanti al proprio avversario ma non la prende veramente mai.
Il secondo difetto non è un limite poi così grave per una punta ma serve più che altro a smontare una volta per tutti il paragone con Neymar. Kaio Jorge non è un dribblatore ma non solo non è particolarmente dotato nel gesto tecnico, qualche doppio passo e qualche tocco di classe a parte, ma non rientra proprio nelle sue tendenze offensive. Nella sua carriera, tenta 2.03 dribbling per 90 minuti e li realizza nel 46.5% dei casi mentre Neymar ne prova 14.58 e supera l’avversario nel 51% dei casi.
Chiaramente parliamo di numeri non confrontabili e di un paragone che non sussiste tra un esterno dribblatore (e molto molto altro) e una prima punta che non dribbla mai e si trova abbastanza in difficoltà quando è costretto a farlo.
tutti i giocatori indipendentemente dal ruolo quindi è molto più vicino ai dribblatori peggiori che a quelli di élite)
(fonte Wyscout)
Veniamo al problema principale di Kaio Jorge: il gol. Il brasiliano non segna tantissimo (quattro gol in 28 presenze nello scorso Brasilerao, cinque in 12 in Libertadores nell’edizione dell’esplosione), tira poco e non benissimo (2 tiri a partita in carriera di cui il 39.1% in porta) e non è particolarmente lucido sotto porta. Questa sua incostanza in fase di realizzazione rafforza il paragone con Alvaro Morata.
scoraggiante per quanto riguarda le sue capacità di conversione. (fonte Wyscout)
I problemi derivano dal già citato colpo di testa, da un mancino quasi inutilizzato e da una generale fretta sotto porta, che lo porta ad appoggi instabili e ad una bassa capacità di leggere i movimenti del portiere.
Tuttavia, c’è luce in fondo al tunnel. Il tiro con il destro (anche a giro) è pulito, Jorge ha una grande capacità di orientare il controllo verso la porta per tirare immediatamente e ha mostrato una buona lucidità sui calci da fermo e nel dribbling sul portiere avversario, mettendolo a sedere prima di scaricare in porta, oltre che gli istinti da rapace d’area che abbiamo visto già in precedenza. Dalla sua capacità di raffinare la sua lucidità sotto porta, dipenderà il valore della carriera del brasiliano, che comunque potrà essere sempre utile come attaccante di movimento e di regia ma che potrà diventare un vero top solo realizzando con più costanza.
Infine, dedichiamoci ad un altro aspetto che potrebbe piacere molto agli allenatori europei nel nostro calcio di pressing e dedizione da parte di tutti, attaccanti compresi.
In fase di non possesso, Kaio Jorge corre, pressa e si danna l’anima per buone fasi della partita, cercando di recuperare il possesso palla in avanti. A volte, le sue pressioni sono un po’ confusionarie e poco raffinate dal punto di vista tattico ma un attaccante che si sbatte è sempre apprezzabile. Attaccanti che si danno molto da fare anche in difesa, come Lautaro (con cui condivide anche molte cose sulla gamma di movimenti offensivi) o lo stesso Morata, possono avere impatto molto positivo anche mangiandosi qualche gol di troppo, magari proprio per la poca lucidità derivante dallo sforzo difensivo.
Naturalmente, anche in questo caso si nota un po’ di incostanza dato che tende a volte a fare il compitino in pressioni senza cercare veramente la palla, ma anche questo è sicuramente perdonabile per un giocatore così giovane.
avversaria per essere un attaccante e spesso sono recuperi pericolosi. (fonte Wyscout)
L’approdo in Italia: i diversi scenari
Partiamo dalla domanda fondamentale: Kaio Jorge è pronto per il campionato italiano?
La risposta purtroppo è dipende. Chiaramente non è pronto per essere il messia di una squadra top, ma probabilmente nemmeno di una squadra di media classifica. Va sgrezzato tatticamente, è necessario trasmettergli la costanza che è richiesta ad un giocatore nel calcio europeo e gli errori sotto porta potrebbero scoraggiarlo se seguiti da critiche eccessive per un giocatore che comunque un po’ va atteso. Tecnicamente è pronto, può avere un impatto positivo sul gioco della squadra da subito ma senza la pressione di chi deve provare di essere un fenomeno.
Lo scenario ideale è quello di poter crescere da secondo attaccante con tanto spazio, magari in una squadra che punta all’Europa League più che allo scudetto. Finché non sarà un centravanti affidabile in fase realizzativa, non è da escludere uno sviluppo da seconda punta molto mobile, alla Lautaro per intendersi, affiancato ad un nove di peso. In questo senso, uno scenario ideale potrebbe essere l’arrivo a Firenze, dove potrebbe giocare senza troppe pressioni come vice Vlahovic ma anche come compagno di reparto del serbo in un attacco tecnico e orientato alla profondità.
Kaio Jorge alla Lazio
Lazio
Un discorso simile, ad un livello più alto e dunque con più pressioni, si può fare per la Lazio e la Juventus. Nel sistema di Sarri, potrebbe essere l’erede designato di Ciro Immobile, con cui condivide alcune caratteristiche (anche se è più tecnico), ma non sarebbe da escludere un eventuale tandem da attacco a due in cui Jorge collega attacco e centrocampo, alla Correa con più regia e meno dribbling, mentre il napoletano attacca la profondità. Abbastanza difficile vederlo da esterno d’attacco nel 4-3-3, soprattutto per la poca propensione a saltare l’uomo e per la minor efficacia dei suoi movimenti incontro che portano fuori la difesa.
Juventus
Nella Juve di Allegri il discorso è simile: potrebbe fungere da vice Morata (anche se lo spagnolo avrebbe bisogno più di un bomber giovane alla Kean come spalla) ma anche da compagno di attacco dello spagnolo in eventuale attacco a due nel 3-5-2 o nel 4-2-3-1, più da secondo che da primo. Attenzione anche al possibile fit con Cristiano Ronaldo, se il portoghese rimarrà a Torino, che potrebbe sfruttare il movimento del 9 del Santos per inserirsi dalla fascia, come più gli piace fare e come abbiamo visto per diversi anni a Madrid con Benzema.
Sicuramente, la Juventus ha necessità di investire su un giovane attaccante da far crescere in questa ultima stagione di prestito di Morata e Jorge potrebbe rappresentare un’opzione low cost, ma comunque perfettamente in linea con la timeline bianconera, rispetto a Moise Kean.
Milan
Per quanto riguarda Inter, Milan e Napoli il discorso un po’ cambia. Non ci sarebbe più questa prospettiva da 12esimo titolare ma sarebbe il cambio dei vari Ibrahimovic/Giroud, Lukaku/Lautaro e Osimhen.
Nel Milan sarebbe il terzo attaccante centrale nel 4-2-3-1 di Pioli con un discreto spazio a disposizione vista l’età dello svedese e del francese, mentre è molto più improbabile vederlo nei tre dietro la punta, perché è un giocatore associativo ma non il trequartista di cui ha bisogno il Diavolo e non è l’esterno d’attacco che può giocarsi il posto con gli attuali interpreti del ruolo. Sicuramente il Milan ha dimostrato di saper crescere bene i propri talenti nelle ultime due stagioni e Ibrahimovic e Giroud potrebbe aiutarlo molto a crescere sia dal lato realizzativo, dove lo svedese non ha bisogno di presentazioni, sia dal punto di vista associativo, specialità del francese.
Napoli
Nel Napoli, agirebbe da punta centrale in assenza del nigeriano, con compiti simili di protezione palla e allungo del gioco anche se svolti più tecnicamente e meno fisicamente, anche perché non sembra ancora pronto al lavoro fisico di protezione in un attacco con una sola punta.
Spalletti è un altro ottimo sviluppatore di talento ma le prospettive per il brasiliano in Campania forse sono le meno interessanti, visto la giovane età di Osimhen.
Inter
Infine, all’Inter potrebbe essere sia il vice Lukaku, con compiti sicuramente diversi, sia il vice Lautaro, su cui potrebbe modellare la gamma di movimenti offensivi del suo gioco. Chiaramente, non abbiamo bene idea di come sarà la nuova Inter di Inzaghi ma ispirandoci a quanto visto con la Lazio, un eventuale ruolo alla Immobile o alla Correa potrebbe essere molto adatto alle caratteristiche di Kaio, mentre se verrà seguito il progetto tattico di Conte, Jorge dovrà essere più orientato ai compiti di Lautaro che a quelli di Lukaku.
Il possibile futuro interista del pernambucano potrebbe rivelarsi ancora più interessante se le difficoltà economiche del club meneghino dovessero continuare, costringendolo a qualche cessione importante in avanti e, dopo una o due stagioni di apprendistato, aprendo le porte della titolarità in una squadra con ambizioni. Naturalmente, il problema principale legato a queste tre squadre potrebbe essere legato allo scivolamento nelle rotazioni, dato che se un basso minutaggio potrebbe incidere fortemente sulla crescita di un giocatore che ha bisogno di essere temprato dal calcio europeo ma che ha il potenziale per essere un colpo da 10 in pagella.
In conclusione
Ora che conosciamo meglio chi sia davvero Kaio Jorge Pinto Ramos, non ci resta che attendere per vedere dove approderà e se sarà davvero un giocatore d’impatto per il calcio del nostro continente. I nostri due centesimi, li abbiamo già puntati.