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Analisi tattica di Belgio-Italia

Focus su alcune delle idee tattiche della quinta partita degli Azzurri di Mancini
8 min

Dopo quattro partite contro avversari di livello sicuramente inferiore rispetto alla squadra di Mancini, nei quarti di finale gli Azzurri hanno dovuto affrontare una squadra dalle evidenti qualità: il Belgio. Una sorta di esame di maturità per l’Italia, che è stato però superato a pieni voti insistendo su quei principi di gioco che ormai abbiamo imparato a conoscere. È l’ennesima vittoria tattica del Mancio, che dimostra di aver forgiato un prodotto camaleontico in cui il sistema mette in risalto le individualità.

L’opposizione belga: la schermatura

Il Belgio fin dai primi istanti di gioco ha provato a limitare l’apporto di Jorginho alla fase di prima impostazione italiana schermando la sua figura e impedendogli di ricevere il secondo passaggio. L’Italia dal canto suo ha trovato la soluzione a questa gabbia allargando gli esterni difensivi che hanno trovato in questo modo spazio per aggirare il primo ostacolo belga. Questo è avvenuto specialmente dalla parte destra dove, data l’asimmetria della formazione italiana, la catena formata da Di Lorenzo e Chiesa è quella che più aiuta la fase difensiva.

Lo sganciamento dei braccetti che abbiamo più volte avuto modo di sottolineare nelle scorse analisi è stato fondamentale per aggirare la schermatura belga sulla nostra regia
Lo sganciamento dei braccetti che abbiamo più volte avuto modo di sottolineare nelle scorse analisi
è stato fondamentale per aggirare la schermatura belga sulla nostra regia.

Il 5-2-3 del Belgio ha creato uno schiacciamento del Belgio e soprattutto del centrocampo formato da Tielemans e Witsel che hanno lasciato così molto spazio ai lati che sono stati sfruttati a volontà dalle due mezzali italiane Verratti e Barella.

L’Italia quindi, obbligata a saltare Jorginho a causa dello schermo portato dai tre davanti del Belgio è passata lateralmente per arrivare poi a Verratti e Barella, eludendo così la prima pressione della squadra di Martinez e trovandosi costantemente in superiorità numerica a centrocampo.
In questo senso, è stato importantissimo l’aggiustamento immediato di Mancini che non ha composto la solita regia a due ma ha alzato e allargato Verratti per sfruttare i numeri sulle fasce.

Non si tratta del nostro canonico 3-2-2-3 ma Verratti esce verso l’esterno dando superiorità numerica
Non si tratta del nostro canonico 3-2-2-3 ma Verratti esce verso l’esterno dando superiorità numerica

La superiorità sulle fasce: pigrizia e mezzo spazio

Una delle chiavi della grande partita dell’Italia, che ha controllato il centrocampo per tutta la partita, è stato il 3v2 in fase di costruzione bassa con i triangoli formati da Barella-Jorginho-Di Lorenzo a destra e Verratti-Insigne-Spinazzola a sinistra. La passività della prima linea di pressione degli uomini di Roberto Martinez ha fatto sì che esterno e centrocampista di fascia venissero costantemente presi in mezzo dai 3 Azzurri, riuscendo ad avere sempre un inizio azione pulito, cosa che gli austriaci hanno costantemente negato all’Italia, anche a causa della passività dei nostri braccetti. Ennesimo buon aggiustamento del Mancio.

L’uscita fuori tempo di Hazard e la pigrizia in copertura di Doku crea il 3vs2 che prende in mezzo Witsel, generando un’uscita comoda
L’uscita fuori tempo di Hazard e la pigrizia in copertura di Doku crea il 3vs2 che prende in mezzo Witsel, generando un’uscita comoda.

Il triangolo offensivo di sinistra azzurro è stato un vero e proprio rebus per la difesa belga e in particolare per il braccetto di destra, Toby Alderweireld, qui in una posizione fin troppo passiva che consente un 3v2 al limite dell’area per gli azzurri, con Insigne libero di combinare con Verratti e Spinazzola, in vantaggio numerico su Meunier e Spinazzola.

Il solito rebus del mezzo spazio colpisce anche il Belgio: se il braccetto resta passivo su Insigne, la posizione di Verratti genera continui vantaggi per gli Azzurri
Il solito rebus del mezzo spazio colpisce anche il Belgio: se il braccetto resta passivo su Insigne,
la posizione di Verratti genera continui vantaggi per gli Azzurri.

La posizione di Insigne si è rivelata molto difficile da leggere per la difesa belga, liberando spazi da attaccare per Ciro Immobile. Infatti, la scelta iniziale di Martinez è stato aggredire i mezzi spazi con i braccetti, generando gli stessi buchi visti contro la Svizzera nel girone. Indubbiamente la qualità degli azzurri può essere letale per una difesa statica come quella belga, ma la scelta difensiva di Martinez per arginare l’attacco dei mezzi spazi dell’Italia è stata quantomeno peculiare vista la difficoltà fatta dagli elvetici con la stessa marcatura.
D’altro canto, se Alderweireld non può né aggredire né restare passivo, come difendere quella zona?

L’azione mostrata evidenzia come Alderweireld sia così preoccupato da una ricezione sulla trequarti del fantasista azzurro, da lasciare un buco nel centro destra da attaccare per l’attaccante della Lazio, marcato da Vermaelen la cui specialità non è certamente la difesa a campo aperto
L’azione mostrata evidenzia come Alderweireld sia così preoccupato da una ricezione sulla trequarti
del fantasista azzurro, da lasciare un buco nel centro destra da attaccare per l’attaccante della Lazio,
marcato da Vermaelen la cui specialità non è certamente la difesa a campo aperto.

Lo scambio Spinazzola-Insigne

Ancora riguardo alla posizione di Insigne, come nella partita contro l’Austria, Roberto Mancini ha deciso di adottare in determinate fasi della partita, in fase di costruzione, la scelta di allargare il fantasista del Napoli sulla fascia e far lavorare Spinazzola nel mezzo spazio, con risultati notevolmente migliori rispetto alla gara degli ottavi di finale. La marcatura a uomo del braccetto ha creato un conflitto tattico tra quest’ultimo, costretto ad allargarsi, e l’esterno di fascia, che ha mancato la copertura, generando spazio per Spinazzola alle spalle della difesa. 

La domanda lecita che sorge alla luce dell’infortunio del terzino della Roma è: con Emerson vedremo lo stesso tipo di giocate o si giocherà più sulle combinazioni strette palla a terra tra lui e Insigne come visto nelle partite di qualificazione? Vista la minor propensione all’1vs1 del terzino del Chelsea, l’occupazione del mezzo spazio potrebbe essere ancora più fluida negli uomini.

Nella foto si nota come il braccetto di destra (Alderweireld) debba uscire molto alto su Insigne mentre Meunier non copre, liberando uno spazio per un taglio alle spalle di Vermaelen di Spinazzola, che riesce a concludere verso la porta di Courtois
Nella foto si nota come il braccetto di destra (Alderweireld) debba uscire molto alto su Insigne mentre Meunier non copre, liberando uno spazio per un taglio alle spalle di Vermaelen di Spinazzola, che riesce a concludere verso la porta di Courtois

Ancora, Insigne è spesso venuto incontro mentre Spinazzola occupava una posizione più avanzata. Questo ha creato un’altra zona di conflitto tra Meunier e Alderweireld per chi dovesse uscire sul napoletano. L’uscita dell’esterno ha causato degli 1vs1 nello spazio per l’esterno della Roma contro gli statici difensori belgi mentre l’atteggiamento più passivo ha permesso a Insigne di condurre palla con comodità verso l’area di rigore avversaria.

Bellissima sequenza di due azioni simili distanziate di pochi minuti. Nella prima, Meunier esce altissimo su Insigne mentre Alderweireld non sa che posizione coprire e resta a metà tra l’uscita sul napoletano e la marcatura di Spinazzola nello spazio con l’Italia che va vicinissima al gol. Nella seconda, il pericolo precedente porta l’esterno belga ad una posizione più conservativa, liberando il fantasista del Napoli per un 1vs1 a tutto campo. Si tratta del gol del raddoppio dove, scartato Tielemans, il 10 Azzurro segna con il suo classico tiro a giro
Bellissima sequenza di due azioni simili distanziate di pochi minuti.
Nella prima, Meunier esce altissimo su Insigne mentre Alderweireld non sa che posizione coprire e resta a metà tra l’uscita sul napoletano e la marcatura di Spinazzola nello spazio con l’Italia che va vicinissima al gol. Nella seconda, il pericolo precedente porta l’esterno belga ad una posizione più conservativa, liberando il fantasista del Napoli per un 1vs1 a tutto campo.
Si tratta del gol del raddoppio dove, scartato Tielemans, il 10 Azzurro segna con il suo classico tiro a giro.

Il duello Chiesa-T.Hazard

Alla vigilia, il duello tra i due esterni offensivi era sicuramente una delle chiavi del match, con i due tecnici che hanno cercato di imporre il proprio gioco su quello del rivale senza adottare una scelta più conservativa. A fine partita, si può tranquillamente affermare che abbia stravinto Mancini con Chiesa, che ha spesso preso il fratello di Eden alle spalle costringendo all’uscita Vertonghen.

In questo senso, è stato il trionfo dell’ampiezza dell’esterno juventino tanto reclamata negli scorsi episodi, coadiuvata dall’evidente inattitudine al ruolo del belga. Se l’idea era di stare così bassi, non sarebbe stata meglio una tecnica più conservativa per Martinez?

L’incapacità in copertura di Thorgan si manifesta più volte da molti segnali: mancano i tempi di pressione (significativo nella prima foto Witsel che gli indica con il dito di tornare nella sua zona), manca la postura corretta e manca l’attenzione necessaria per marcare Chiesa, costantemente bravo a dare grande ampiezza alle sue spalle e a leggere l’avversario
L’incapacità in copertura di Thorgan si manifesta più volte da molti segnali: mancano i tempi di pressione
(significativo nella prima foto Witsel che gli indica con il dito di tornare nella sua zona), manca la postura corretta e manca l’attenzione necessaria per marcare Chiesa, costantemente bravo a dare grande ampiezza alle sue spalle e a leggere l’avversario

Poi se in area invece di contrastare si toglie dall’azione, allora la frittata si completa

Okay evitare il rigore ma far passare l’avversario non è la soluzione
Okay evitare il rigore ma far passare l’avversario non è la soluzione

La fase di non possesso

Contro il 3-2-2-3 belga la scelta dell’Italia in fase di non possesso è stata chiara: spazio per costruire ai 3 di difesa, con marcatura dedicata ai due mediani da parte delle mezzali azzurre e Jorginho che copre a zona, lavorando sulle imbucate e in aiuto sui due trequartisti dei diavoli rossi. Sarà interessante capire se anche ai centrali spagnoli, tecnicamente più dotati, sarà riservato lo stesso trattamento

Posizionamento del Belgio molto simile a quello adottato da noi con doppio regista e mezzi spazi
Posizionamento del Belgio molto simile a quello adottato da noi con doppio regista e mezzi spazi

La soluzione più pericolosa trovata dal Belgio a palla ferma è stata la ricerca degli 1vs1 di Doku sulla fascia, che spesso si è trovato a giocare l’1vs1 contro Di Lorenzo. Chiesa in alcune di queste situazioni si è trovato in ritardo nel ripiegamento permettendo così all’esterno belga di sfruttare la sua velocità e capacità di dribbling che lo hanno reso il giocatore più pericoloso del Belgio e gli hanno anche permesso di procurarsi il rigore del 2-1.

Chiesa in ritardo su Doku
Chiesa dovrà limare queste situazioni rimanendo concentrato in fase difensiva per tutto il match

La marcatura di De Bruyne

Una delle domande più gettonate in fase di preview della partita è stata sicuramente quale trattamento sarebbe stato riservato alla stella del Belgio nonché principale fonte di gioco Kevin De Bruyne.

La scelta di Mancini è stata di riservargli una marcatura a uomo da parte di Jorginho, anche quando il centrocampista del Manchester City si staccava e veniva a prendersi il pallone sulla linea dei due mediani. Scelta che si è rivelata vincente ma che allo stesso tempo ha mostrato una potenziale debolezza dell’Italia: se Kevin De Bruyne avesse eluso con più frequenza il pressing dell’italo-brasiliano, fino a questo momento perfetto, si sarebbero liberati spazi importanti per la transizione belga, non sfruttata al meglio dai Diavoli Rossi.

Marcatura di Jorginho su De Bruyne
Marcatura di Jorginho su De Bruyne

Il rischio era chiaramente legato alla capacità del trequartista belga di rompere le linee, sia con il passaggio che con il dribbling. Fortunatamente, o più probabilmente per merito di Jorginho e a causa delle condizioni non perfette, De Bruyne non si è quasi mai trovato nella condizione non solo di superarlo, ma proprio di ricevere in modo pulito il pallone.

Jorginho esce altissimo ma De Bruyne rompe la linea con il dribbling. Si apre il contropiede nello spazio per Lukaku che va al tiro respinto da Donnarumma
Jorginho esce altissimo ma De Bruyne rompe la linea con il dribbling.
Si apre il contropiede nello spazio per Lukaku che va al tiro respinto da Donnarumma

Per quanto riguarda situazioni più statiche, al trequartista del City è stato riservata una doppia copertura ogni volta che è entrato nella parte centrale del campo, dove poteva essere più pericoloso. Verratti e Jorginho lo hanno preso in mezzo, per evitare ogni possibile ricezione.
Ciò nonostante, De Bruyne ha dimostrato comunque di essere una minaccia costante anche in condizioni non perfette.

Gabbia su De Bruyne per negare ricezioni centrali
Gabbia su De Bruyne per negare ricezioni centrali

La marcatura di Lukaku

Dopo essere stato preservato contro Austria e Galles, Chiellini è tornato in gran forma contro il Belgio, la sua missione era fermare Lukaku e si può dire che sia stata pienamente centrata.
Fin dall’inizio infatti il capitano italiano si è alzato per andare a prendere il centravanti interista, anche ben oltre la metà campo italiana, e mentre lui si alzava Bonucci alle sue spalle arretrava andando così a coprire lo spazio che andava a crearsi alle spalle di Chiellini impiegato nel duello rusticano con l’attaccante belga. 

In questo senso, Martinez non è stato in grado di compiere i necessari aggiustamenti per fornire il giusto supporto al centravanti belga mentre i due juventini lo hanno annullato prendendolo sempre in mezzo grazie alla loro esperienza e intesa.

La grande intesa dei due juventini mentre De Bruyne e Doku sono troppo bassi per essere una minaccia
La grande intesa dei due juventini mentre De Bruyne e Doku sono troppo bassi per essere una minaccia

Lo sfortunato cambio tattico

Dalla panchina Roberto Martinez ha pescato Mertens e Chadli, presentando un’opzione tattica potenzialmente rischiosa per gli azzurri, l’abbassamento di De Bruyne, con i centrocampisti azzurri, in questo caso Verratti, che avrebbero avuto l’ardua scelta di decidere se uscire alto sul 7, lasciando il buco per il movimento del napoletano. L’uscita dopo pochi minuti dell’esterno belga ha portato il Belgio a rialzare la sua stella, ma l’interrogativo resta: come si sarebbe adattata la pressione azzurra con lo spauracchio De Bruyne a costruire sulla linea dei centrocampisti? Non lo sapremo mai, e ci va bene così.

Conflitto tattico per Verratti in copertura: si alza troppo su De Bruyne facendosi sorprendere alle spalle da Mertens.
Conflitto tattico per Verratti in copertura: si alza troppo su De Bruyne facendosi sorprendere alle spalle da Mertens.

Dunque, per l’assalto finale Martinez ha provato ad adottare una sorta di 3-2-4-1 con Mertens e De Bruyne alti e stretti e con Doku e Hazard larghi con i piedi sulla linea per puntare in 1v1, senza avere i risultati sperati, un po’ per una condizione fisica abbastanza deficitaria dei due trequartisti (De Bruyne nel post gara ha dichiarato di aver giocato con uno strappo ai legamenti, mentre Dries Mertens sembra non essere ancora tornato dalla distorsione alla caviglia patita a San Siro), un po’ per un’Italia che ha dimostrato di saper soffrire e difendere con efficacia anche in fasi di forcing avversario.

3-2-4-1 del Belgio per l'assalto finale alla porta di Donnarumma
3-2-4-1 del Belgio per l’assalto finale alla porta di Donnarumma

Saremo in grado di produrre gli stessi risultati in una gara molto diversa contro il possesso della Spagna?

Abbiamo scritto anche l’analisi tattica di Italia-Turchia, Italia-Svizzera, Italia-Galles e Italia-Austria.

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