Il Clásico numero 247 è stato il primo senza Messi o Sergio Ramos dal novembre del 2005. Un’eternità. Si è trattato quindi di una partita certamente più povera di talento rispetto ai magici incontri che hanno scandito lo scorso decennio, ma non per questo meno interessante e attraente per i tifosi di tutto il mondo. Non è stata una gara memorabile, a parte alcune accelerazioni il ritmo è stato piuttosto lento a causa (o per merito) della scelta dei blancos di compattarsi dietro lasciando al Barcellona solo lo spazio per palleggiare in modo piuttosto blando.
Da segnalare per il Real Madrid sicuramente il favoloso primo tempo di Vinicius, il quale ha fatto ammattire chiunque si trovasse davanti, e il grande esordio di Alaba in un clásico con gol. Per il Barcellona probabilmente il migliore è stato Sergio Busquets, autore della consueta grande partita, ma purtroppo poco aiutato dai compagni e dal contesto.
Le formazioni
Queste le due scelte dei due allenatori: entrambi si schierano con un 4-3-3, il Barcellona con l’intenzione fin dall’inizio di dominare il possesso e il gioco, il Real Madrid compatto in un blocco basso per sfruttare in ripartenza la velocità di Vinicius.
Per quanto sulla carta della due formazioni sembrino speculari, quella del Real Madrid è sembrato molto più un 4-4-2, con Rodrygo sempre attento in fase di copertura e pronto a dare una mano a Lucas Vazquez in raddoppio (ci saremmo aspettati Valverde per svolgere questo compito), con Vinicius invece lasciato più avanzato per attaccare in contropiede.
Koeman ha scelto gli 11 che ci si aspettava: interessanti le scelte di Mingueza e Dest sulla destra, il primo stabilmente in marcatura preventiva su Vinicius, il secondo con l’obiettivo di dare ampiezza sulla destra e aiutare il compagno a raddoppiare sul fenomeno brasiliano. Sorprendente – e, col senno di poi, sbagliata – la scelta di invertire Depay e Ansu, col primo a occupare l’esterno sinistro e il giovane spagnolo da punta centrale.
Il Barcellona: idee e problemi
La riaggressione
Come già detto, il Barcellona – come impone la sua filosofia – ha cercato di controllare il pallino del gioco (58% di possesso palla) e di riaggredire il prima possibile appena perso il possesso.
Le strane scelte di Koeman
Per quanto i catalani abbiano tenuto la palla per più tempi dei blancos, raramente hanno saputo cosa farne. Non hanno di certo aiutato le strane scelte di Koeman, che ha deciso di invertire le posizioni sia di Depay e Ansu (con il primo incomprensibilmente larghissimo e il secondo al centro nella morsa di Militao e Alaba), sia di De Jong e Gavi, mettendoli fuori ruolo e creando confusione in una squadra che ha dimostrato di essere già confusa di suo quest’anno.
De Jong è stato autore di una delle peggiori partite da quando gioca nel Barcellona, un fantasma in entrambe le due fasi. L’olandese domina nei corridoi centrali, metterlo così largo ne limita radicalmente le potenzialità. La scelta di metterlo a sinistra forse è stata dettata dalla posizione ricoperta da Modric, giocatore troppo esperto e bravo in avanti per essere tenuto da Gavi, ma considerando il pochissimo tempo in cui il Real è stato nella metà campo offensiva si può dire che sia stata una scelta piuttosto inutile.
Scelta inutile non solo difensivamente ma anche offensivamente, perché il Real Madrid ha lasciato tanto spazio alle spalle di Kroos e in mezzo ad Alaba e Mendy, spazio che poteva essere riempito molto meglio da De Jong piuttosto che dal giovane Gavi sia per correre palla al piede, sia per attaccare l’area nel mezzo spazio.
In questo frame vediamo Garcia (autore di un’ottima partita, gol del 2-0 escluso) che approfitta della libertà concessagli e sale al palla al piede. Non ci sono però facili linee di passaggio, ma si può notare che c’era tantissimo spazio alle spalle di Kroos, nel mezzo spazio tra Alaba e Mendy. Garcia è perfettamente in grado di dare quel pallone e De Jong sarebbe stato perfettamente in grado di sfruttarlo.
L’heatmap di Depay mostra chiaramente com’è stato utilizzato l’olandese. Male. Utilizzato sostanzialmente per dare ampiezza sulla sinistra, compito che di solito spetta Jordi Alba (molto spento e stranamente arretrato, era in dubbio fino all’ultimo).
Considerando che l’anello debole della difesa del Real era Lucas Vazquez sarebbe stato necessario puntarlo il più possibile schierando da quella parte un giocatore mortifero nell’1vs1 come Ansu. Koeman era consapevole che quello fosse il lato più debole del Real – come mostra il dato sulle zone d’attacco – ma ha deciso di attaccarlo non nel migliore dei modi.
Le difficoltà offensive
Il Barça ha attaccato pochissimo sul lato destro; la scelta di Mingueza come terzino bloccato per stare su Vinicius (per usare un eufemismo non è stata utilissima) ha limitato la pericolosità su quel lato, con i blaugrana che non sono mai riusciti a creare la superiorità numerica.
Come avrete capito, non è stata una grande idea quella di invertire le posizione di Ansu e Depay. Il classe 2002 non è ancora in grado di giocare tra le linee e venire incontro centralmente, l’olandese invece ne è estremamente capace. Schierarlo lì avrebbe probabilmente permesso ai catalani di creare la superiorità numerica centralmente.
Nel secondo tempo Koeman, accortosi dell’idea non illuminatissima che ha avuto, ha deciso di spostare con più continuità (ma non in maniera perenne) Ansu sulla fascia. Pronti, via, e il Barça subito riesce a creare un’azione pericolosa, grazie anche all’ingresso di un positivo Coutinho che ha creato qualche grattacapo ad Ancelotti. La pigra prestazione di Jordi Alba non ha però aiutato, il catalano si è visto – incredibilmente – poco in attacco e quasi sempre in ritardo.
La risposta del Real Madrid
Come già evidenziato all’inizio di questa analisi, la partita del Real Madrid è stata caratterizzata dalla consapevolezza di lasciare il controllo (eufemismo) del gioco ai blaugrana, aspettandoli per poi ripartire con i suoi uomini migliori, uno su tutti il n. 20 blanco.
Alaba libero
Anche qui, gli uomini di Ancelotti prediligono sviluppare l’azione sulla fascia sinistra del campo, con Alaba, Mendy, Kroos e Vinicius Jr., soluzione che pare essere giocoforza reazione allo sviluppo degli avversari. In particolare, appare singolare la scelta del Barcellona di lasciare ampio spazio a David Alaba sin dalla fase di build up.
Il primo pallone è quasi sempre affidato all’austriaco, dotato di un preciso mancino e soprattutto di una buona visione di gioco. Insomma, l’intento di Koeman sembra essere quello di lasciare l’ex Bayern libero di agire, ponendo maggiore attenzione ai tre di centrocampo, considerati più pericolosi e limitarli nella creazione.
Qui viene evidenziata la porzione di campo considerevole che apre ad Alaba due strade: il lancio su Vinicius (qui addirittura oltre Mingueza e in posizione regolare); oppure avanzare creando superiorità numerica a centrocampo.
Alaba avanza, gli si oppone Ansu, Casemiro scende non seguito da Gavi, il brasiliano allora può agevolmente pescare Rodrygo libero sul versante opposto. 0:54 sul cronometro e il Real poteva già far male. Da notare, inoltre, come Garcia segue Benzema a uomo ovunque nel campo, di fatto riuscendo ad annullarlo.
Vinicius Jr.
Minuto 20, prima grande occasione per il Real, sempre sulla sinistra ed è Kroos a pescare ancora Vinicius Jr. con un passaggio calibrato in profondità a cercare la velocità del compagno di squadra.
Vinicius sempre largo, Dest in ritardo non copre la linea di passaggio, Kroos innesca Vinicius nel corridoio (a questo punto potremmo definirlo umanitario) che con i suoi 35km/h scatta verso la porta, non prima di saltare i suoi marcatori.
Il Real prova a giocare
Un’interessante soluzione adottata dal Real prevede uno scambio di posizione che coinvolge Mendy e Kroos. L’esterno si accentra, mentre il tedesco si abbassa sulla zona di competenza del primo. Vinicius resta sulla linea per ricevere in ampiezza.
Sono proprio i tre citati, con l’immancabile apporto di Benzema e Modric, a creare l’azione più pericolosa per il Real, tolte ovviamente le due reti.
Nel secondo tempo il Real Madrid approfitta dello stallo catalano per alzare il baricentro della propria squadra. L’opzione principale resta Vini Jr., ma si prova sviluppare gioco sulla fascia destra, con Vazquez e Rodrygo. I blancos si posizionano con un 3-4-3, con Casemiro sulla linea di Militao, con i due esterni alti sulla linea di Kroos e Modric.
Il gioco sulla corsia laterale destra non risulta essere tanto fluido quanto quella opposta, si predilige il dialogo tra Modric, Rodrygo e Benzema, con eventuali sovrapposizioni di Lucas. Tuttavia il Real in questa zona di campo non riesce a sfondare, complice una difesa catalana molto attenta e coperta, anche attraverso sistematici raddoppi.
Il Real in non possesso
Aldilà di queste proposte di gioco, l’idea del Real è stata senza dubbio quella di compattarsi dietro per non lasciare spazio al Barcellona, cercando di ripartire in contropiede specialmente sulla sinistra con Vinicius in stato di grazia. Per farlo, si è schierato con una sorta di 4-4-2, con Rodrygo che si è impegnato tantissimo in difesa raddoppiando sistematicamente l’esterno alto del Barcellona.
In generale la scelta del Real è stata quella di non pressare alto, con Casemiro che rimaneva sempre in posizione senza marcare nessuno (come abbiamo visto in un frame precedente con Gavi). Questo faceva sì che il Real Madrid fosse sempre (deliberatamente) in inferiorità numerica a centrocampo, lasciando spesso Busquets libero di impostare.
Il Real Madrid ha difatto pressato alto il Barcellona sulla rimessa dal fondo soltanto in un’occasione, in quell’unica occasione il Barcellona ha creato la palla gol più chiara della sua partita.
I due gol del Real
I due gol del Real hanno un elemento comune: Memphis Depay. L’olandese si è reso protagonista di una gara non esaltante, anche a causa del posizionamento scelto per lui dal suo allenatore come abbiamo visto in precedenza, macchiata da due errori da cui sono nati i gol dei blancos.
Nel gol dell’1-0 è lui a perdere un pallone sanguinoso al limite dell’area, ma soprattutto non fa fallo per bloccare la ripartenza e addirittura arrivati a centrocampo smette di seguire Alaba, che segnerà.
Nel gol dello 0-2 il suo errore consiste invece in una mancanza di egoismo. Ha tutto lo spazio per tirare di piatto sul palo lontano, ma cerca invece un improbabile assist per Piqué (marcato da Mendy) dando il via alla ripartenza del Real.
Conclusioni
Non è stato quindi il più memorabile dei Barcellona – Real Madrid. I padroni di casa non hanno fatto di certo fatto una brutta gara, ma alcune scelte quantomeno discutibili di Koeman ne hanno notevolmente ridotto le possibilità di segnare. Il Real d’altra parte ha fatto forse la gara più intelligente possibile, compattandosi per poi ripartire con Vinicius (al momento tra i migliori al mondo), con la consapevolezza che il Barcellona fa fatica a trovare il gol ma soprattutto fa fatica a correre all’indietro.