Partita che si prospettava interessante e aperta considerata l’importanza che una vittoria avrebbe avuto per entrambe le squadre, eppure pronti, via, e la Juventus è già in vantaggio al 4° minuto con un gol di Morata in seguito a un corner disastroso del Milan. Da quel momento in poi la Juventus, come suo solito con Allegri, ha cercato di addormentare la partita abbassando il baricentro e facendosi forte della propria difesa, ma la squadra di Pioli è riuscita a trovare il definitivo pareggio su calcio d’angolo con Rebic. Vediamo com’è andata.
Le formazioni
Pioli schiera il suo Milan con il solito 4-2-3-1, l’unica sorpresa è Tomori preferito a Florenzi da terzino destro per prendere il posto dell’indisponibile Calabria; la coppia centrale è quindi formata da Kjaer e Romagnoli.
Allegri schiera invece per 10/11 la formazione che a Malmo ha ottenuto la prima vittoria stagionale, l’unica differenza è il ritorno di Chiellini, titolare anche a Napoli, al posto di De Ligt.
Il possesso della Juventus
La Juventus nel primo tempo sembrava più la squadra di Pirlo che quella di Allegri: disposizione fluida tra 4-4-2 e 3-5-2 nelle due fasi, buona riaggressione appena si perdeva il pallone e combinazioni interessanti in possesso.
Nella prima fase di possesso l’impostazione era a 3 con Chiellini e Danilo da braccetti e Bonucci centrale, davanti a lui si posizionava Locatelli.
Specialmente nella prima metà del primo tempo la Juventus è riuscita a trovare diverse linee di passaggio e ad impostare con facilità in particolare grazie a una trovata interessante attuata da Allegri: Cuadrado non restava largo come Alex Sandro dalla parte opposta, ma veniva dentro al campo (a volte trascinando Theo che lo seguiva) per ricevere il pallone con facilità e far avanzare la manovra.
Ogni volta che il colombiano stringeva la sua posizione, era soprattutto Dybala – ma alle volte anche Danilo – ad allargarsi sull’esterno per mantenere le spaziature ottimali.
La pressione del Milan: problemi e soluzioni
Come al solito Pioli ha impostato la partita con baricentro alto e pressione offensiva per recuperare il pallone il prima possibile; per farlo ha schierato un 4-4-2 con Rebic e Brahim sui difensori centrali, Leao e Saelemaekers sul terzino di parte quando riceveva palla e Tonali e Kessié a uomo su Bentancur e Locatelli.
Questa disposizione ha incontrato diversi problemi specialmente a causa della sopraccitata posizione di Cuadrado, ma soprattutto a causa di quella di Dybala. La Joya, autore di un’ottima gara, era totalmente libero di svariare ed è stato un vero e proprio rebus per i ragazzi di Pioli.
Come già detto, il Milan gioca uomo a uomo (specialmente nella zona centrale del campo), questo sistema però tende a soffrire i giocatori tra le linee che riescono a creare superiorità numerica, specialmente se si tratta di giocatori della qualità dell’argentino.
La prima soluzione che ha provato Pioli – abbandonata piuttosto in fretta – è stata far uscire Romagnoli in pressione sull’argentino; la seconda, per certi versi decisamente più equilibrata, è stata abbassare Brahim Diaz (che prima seguiva un po’ inutilmente uno dei centrali) su Locatelli, lasciando quindi Kessié in contenimento su Dybala. Questa soluzione ha in parte risolto il problema delle ricezioni di Dybala, ma ha di fatto spaccato il Milan in due.
Il possesso del Milan
Il Milan – come la Juventus – ha optato per la sua solita impostazione a 3, con la novità Tomori come braccetto di destra. L’ex Chelsea ha disputato una partita straordinaria – l’ennesima – dal punto di vista difensivo, ma avendo più responsabilità in impostazione ha mostrato tutte le sue lacune non riuscendo quasi mai a trovare delle linee di passaggio utili e non dando alcun apporto in fase offensiva.
Al 36’ si ferma Kjaer per un problema muscolare ed entra al suo posto Kalulu, Pioli allora rivoluziona la squadra: Tomori torna a fare il difensore centrale, Tonali si abbassa a fare il terzo di destra (e qualitativamente è tutto un altro mondo rispetto a Tomori, ma in generale è in uno stato di forma clamoroso), Kalulu dà ampiezza e Saelemaekers stringe la posizione e gioca tra le linee. Questi cambiamenti hanno permesso ai rossoneri di trovarsi costantemente in superiorità numerica (3 vs 2) sulla destra.
Paradossalmente dopo l’infortunio di Kjaer il Milan è decisamente migliorato.
Nonostante le evidenti difficoltà dei rossoneri nell’attaccare un blocco basso sprovvisti di un uomo impattante in area di rigore come Ibrahimovic o Giroud, Pioli ha dimostrato ancora una volta di essere un allenatore moderno e con idee interessanti specialmente dal punto di vista offensivo.
Nel primo tempo Hernandez e Saelemaekers stavano larghi e davano ampiezza, nel secondo tempo invece venivano spesso a ricevere tra le linee e nei mezzi spazi, specialmente il belga.
Apprezzabile da parte di Pioli anche il solito coraggio nel proporre tantissimi uomini nei pressi dell’area avversaria alla ricerca del gol.
Le due Juventus
La Juventus si è resa protagonista di una prestazione molto convincente nel primo tempo, e di una prestazione piuttosto opaca – un po’ per stanchezza, un po’ per le scelte dell’allenatore – nella ripresa. Come scritto all’inizio dell’articolo, nei primi 45 minuti la squadra di Allegri è stata molto fluida sia nella disposizione in campo che nella libertà individuale data ai giocatori per trovare le posizioni migliori per incidere. Il gol in avvio ha poi permesso ai bianconeri di poter fare il tipo di partita prediletto da Allegri: baricentro basso, densità difensiva per addormentare la partita e cercare di colpire contropiede per chiudere i giochi.
Interessante la scelta dell’allenatore livornese di lasciare Kessié molto spesso libero di ricevere, probabilmente perché considerato non una grande minaccia a causa della poca propensione dell’ivoriano nel giocare in verticale. Le cose sono cambiate infatti con l’ingresso di Bennacer, molto più agio nel cercare soluzioni di quel tipo, che è stato immediatamente preso da Locatelli.
Come da una parte Dybala ha creato problemi nella mediana a 2 dei rossoneri, dall’altra parte anche Brahim ha creato diversi problemi nella mediana a 2 dei bianconeri con le sue ricezioni tra le linee e con la sua grande qualità in controllo.
Allegri però ha preparato bene anche questa situazione, stringendo la posizione di Cuadrado verso Brahim e formando un vero e proprio 4-4-2.
Nel secondo tempo però la Juventus si è abbassata decisamente troppo, non riuscendo più a tenere il pallone (51% di possesso palla nel primo tempo, solo 37% nel secondo) e soprattutto non riuscendo più a ripartire in transizione come aveva fatto nel primo tempo.
Il gol di Morata: chi sbaglia?
Dopo solo quattro minuti la Juventus ha trovato il gol del vantaggio in seguito a un disastroso corner battuto dal Milan. Si è parlato tanto degli errori commessi dai giocatori rossoneri, ma chi è che sbaglia?
Calcio d’angolo battuto da Tonali, palla respinta dalla difesa che arriva a Theo Hernandez dal limite dell’area. Come possiamo vedere da quest’immagine, Kessié è liberissimo, Alex Sandro (che lo anticiperà è infatti molto lontano dall’ivoriano.
Per questo motivo non biasimeremmo troppo Theo per aver provato a giocare il pallone – che sappiamo essere uno dei mantra fondamentali del Milan di Pioli – perché c’erano il tempo e lo spazio per cercare quella soluzione, a maggior ragione se si considera che la Juventus aveva solo Dybala al limite dell’area, mentre il Milan aveva ben tre uomini (manca Saelemaekers nel frame).
Ed eccoci arrivati a quello che, a nostro avviso, è il principale responsabile del gol subito: Saelemaekers. Il belga commette un errore che raramente si vede a questi livelli, è l’ultimo uomo e a palla scoperta cerca di andare in anticipo (nonostante sia chiaramente molto in ritardo) piuttosto che arretrare. Dybala tocca il pallone il tanto giusto per mandarlo fuori strada e lanciare Morata in campo aperto.
Se dovessimo dare delle percentuali per attribuire la colpa daremmo il 90% a Saelemaekers (errore di scelta gravissimo) e il 10% a Theo (errore tecnico perdonabile).
Conclusioni
La Juventus ha disputato un grande primo tempo e ha messo molto in difficoltà il Milan con delle interessanti trovate tattiche, nel secondo tempo però è tornata sui suoi soliti errori: baricentro troppo basso e squadra eccessivamente passiva, anche se probabilmente avrebbe potuto subire gol solo su un calcio piazzato per come si era messa la gara.
Il Milan invece nel primo tempo è sembrato un po’ sulle gambe, probabilmente a causa delle scorie del durissimo impegno europeo ad Anfield, ma nel secondo tempo è riuscita a tornare in parte sui livelli a cui ci aveva abituato in questo inizio di stagione, pur accusando parecchio la mancanza di un centravanti di peso come Ibra o Giroud.