Buona la prima, come si dice in questi casi.
L’Italia di Mancini ha sconfitto con un perentorio 0-3 una Turchia apparsa spuntata e priva di idee. Gli azzurri hanno messo in mostra tutti i propri pregi a livello offensivo e in fase di pressione, evidenziando però anche qualche nervo scoperto in una partita molto interessante dal punto di vista tattico.
Andiamo qui ad analizzare nel dettaglio le scelte del CT nelle varie fasi di gioco.
Uscita dal basso
Sull’onda del campionato appena concluso l’impostazione si conferma a tre con Florenzi bloccato al fianco dei due centrali e la coppia Jorginho-Locatelli in cabina di regia. L’ampiezza viene cercata sempre con Spinazzola – migliore in campo – sulla sinistra e con uno tra Berardi e Barella sull’out destro. Proprio uno dei sopracitati e Insigne agiscono nei mezzi spazi con Immobile perno davanti a completare il 3-4-2-1 con cui siamo disposti in campo.
Catena di sinistra
Tutti ci aspettavamo le ricezioni larghe di Insigne, pronto ad entrare nel campo e lasciare la corsia a Spinazzola, invece Mancini ci ha stupito anticipando e così esasperando questa scelta. Insigne è a tutti gli effetti il nostro numero 10, tantissime ricezioni centrali per lui, molto cercato soprattutto da Bonucci con Spinazzola che parte già molto largo e alto sul campo sin dai primi passaggi. Sicuramente questo è il nostro lato forte.
Catena di destra
Come da copione, l’Italia è asimmetrica e tiene il terzino destro più bloccato per proteggersi dalle transizioni veloci. Comunque interessanti le possibilità di rotazione a tre Florenzi-Barella-Berardi per consolidare il possesso in maniera fluida. D’altro canto non sono sembrate troppo incisive portando spesso i giocatori fuori dalla loro zona di comfort: Barella dal fondo fatica a crossare con l’efficacia con cui lo fa da trequarti e Berardi nel mezzo spazio non è abituato a ricevere.
Riaggressione
Benissimo. Poco da aggiungere, la fase di contro-pressione subito dopo aver perso palla è certamente una delle migliori caratteristiche degli Azzurri, anche grazie all’intelligenza di Jorginho – spesso il primo a venire in avanti – e l’aggressività innata di un Chiellini molto concentrato su Burak Yilmaz.
Da notare come siamo in sette intorno alla palla
Logicamente qui si nasconde anche il rischio maggiore per l’Italia che, con due centrali non velocissimi, rischia molto su ogni pressione andata a vuoto.
la Turchia si sarebbe trovata 3v3 su 50 metri di campo
Pressing
In ultimo, la fase di pressing partendo da una posizione statica, già ordinata sul campo.
La scelta di Mancini è quella di restare corti, compatti, con due linee da 4 e pressare i centrali più il playmaker avversario con Immobile supportato da un centrocampista (solitamente Barella, alle volte addirittura Jorginho). Questa scelta ricorda alcune versioni della Juve di Pirlo, ispirata a sua volta – ovviamente – dal pressing schiacciasassi del Milan versione 4-4-2 di Sacchi.
I demeriti della Turchia
Se la prestazione dell’Italia è stata indubbiamente positiva grazie anche alla capacità di adattarsi
ai momenti della partita, bisogna considerare che la Turchia ha offerto una resistenza pessima,
in una partita in cui Mancini ha stravinto lo scontro diretto contro Gunes.
L’atteggiamento proposto dal CT è stato quello aspettato: baricentro basso, tanta densità in
mezzo e palla lunga per Yilmaz. Quello che doveva essere un 4-1-4-1 si è trasformato
rapidamente in 5-1-3-1, con Yokuslu battitore libero davanti alle difesa e Karaman relegato ad
ruolo sostanzialmente da terzino destro. La strategia, che ha portato risultati di lusso nella
gestione Gunes, ha funzionato malissimo a causa degli errori in preparazione del CT e dei
peggiori aggiustamenti.
L’Italia ha pressato bene, lasciando la palla ai centrali di difesa e schiacciando i turchi, che però
si sono consegnati in partenza: inizialmente, la regia era completamente affidata a Yokuslu, che
regista non è ed ogni volta che la palla era tra i piedi dei centrali, occupava gli spazi sbagliati
non prendendo in mano il centrocampo ma lasciando impostare a Demiral e Soyuncu, mentre
l’uomo di qualità e regia, Calhanoglu, era regalato alla fascia isolato dal gioco.
campo dove il regista dovrebbe proporsi
L’adattamento proposto da Gunes ha avuto risultati anche peggiori: a metà primo tempo, Yazici
ha iniziato a scendere dalla zona da trequartista nel centro di campo, favorendo a volte il giro
sterile del pallone ma lasciando totalmente solo Yilmaz, abbandonato contro il trio di difesa
italiano. Risultato? La Turchia si è schiacciata ulteriormente permettendo a Florenzi e Chiellini
di sganciarsi uno alla volta, lasciando l’unico Yilmaz sotto il controllo di Bonucci e del compagno
rimasto. Sganciando i braccetti, i gol italiani erano questione di tempo.
verso Yilmaz, controllato dalla difesa azzurra
Lo sganciamento dei braccetti, combinato allo spostamento di insigne e Barella nei mezzi spazi
centrali, è stata la chiave del match. Celik è stato incaricato di seguire Insigne in raddoppio
costante, il che ha funzionato finché Mancini ha prediletto l’accentramento di Berardi a quello
d’Insigne ma quando il napoletano ha iniziato ad accentrarsi, la fascia sinistra si è aperta per
Spinazzola che, con la salita soprattutto di Chiellini, ha preso in mezzo Karaman, costringendolo
a continui 1vs1 dinamici contro Spinazzola, che trovandosi davanti un attaccante, non ha avuto
problemi a saltarlo.
Da notare come Barella sia totalmente libero nel mezzo spazio dove Tufan è fuori posizione e
Calhanoglu non ha compiti di copertura, cosa che si ripete più volte nel match
L’aggiustamento di Gunes è stato abbastanza incomprensibile. All’intervallo ha tolto Yazici,
inserendo Under e spostandolo nella zona di competenza che era di Karaman, spostato a fianco
di Yilmaz. Se questo ha abbassato Chiellini, ha anche lasciato la fascia sinistra completamente
libera per le cavalcate di Spinazzola mentre Insigne assumeva sempre più la posizione di
trequartista tuttocampo con conseguente accentramento di Celik. Nel frattempo, Berardi ha
mantenuto una posizione più larga, consentendogli di puntare un Meras non adeguato per il
livello come nel primo gol, mentre Barella occupava il mezzo spazio destro dietro ad un Tufan
mai in posizione corretta.
enorme per Spinazzola che va al tiro
destro dove Barella ha tantissima libertà nel secondo tempo
Passata in svantaggio, la Turchia ha provato a cambiare atteggiamento, alzandosi ma,
evidentemente non abituata a quello stile di gioco, ha aperto chilometri per gli Azzurri che hanno
banchettato in campo aperto.
sono totalmente tagliati dall’azione difensiva
In sostanza, l’Italia ha fatto una buonissima partita contro una Turchia che ne ha esaltato i pregi
con scelte discutibili. Cosa succederà contro avversari più abili nel palleggio che potranno
saltare la pressione più posizionale che fisica dei nostri? Cosa accadrà quando le squadre chiuse
difenderanno in modo appropriato gli esterni soprattutto se gli Azzurri mostreranno la
tendenza a congestionare gli spazi centrali (in questo senso sarà fondamentale lo stato di salute
di Chiesa)?
Già contro la Svizzera potremmo avere una parziale risposta in un girone che si è già messo
molto bene per i colori italiani.