Scritto da Serie A

Che cosa manca alle 7 sorelle

Gli acquisti che dovrebbero fare le prime sette squadre del campionato per puntare allo Scudetto
14 min

Mancano poco meno di due settimane al termine di un calciomercato in cui il protagonista è stato indubbiamente l’immobilismo causato dalle conseguenze economiche della pandemia.
Con questo articolo la redazione di The GegenPress vi offre una panoramica sulle 7 sorelle del campionato: come si sono mosse finora, che cosa cercano sul mercato e che cosa dovrebbero fare per costruire una squadra che possa candidarsi per la lotta Scudetto.

Atalanta

In una Serie A in fermento che continua a modificare il suo aspetto nelle posizioni di testa, c’è un punto fisso: l’Atalanta di Gasperini. La Dea riparte da sé stessa, guidata dal suo condottiero e costruita sulla stessa spina dorsale della squadra dell’anno scorso, con un paio di eccezioni.
In porta non c’è più Gollini, il cui posto è stato preso da Musso, che rappresenta un profilo diverso rispetto all’italiano e a cui verrà richiesto più lavoro fuori dai pali, oltre che i suoi soliti interventi felini tra di essi.

La seconda eccezione è rappresentata dalla cessione di Romero, partito in direzione Tottenham in prestito con diritto di riscatto fissato intorno ai sessanta milioni bonus compresi, che tuttavia è stato sostituito con un grande colpo da una rivale diretta. Dalla Juventus è arrivato Demiral con la stessa formula per 30 milioni di euro, che andrà a comporre il reparto arretrato assieme a Toloi, Palomino, Djimisiti, Sutalo e all’altro nuovo acquisto Lovato, direttamente dall’Hellas Verona. 

Romero firma il contratto con il Tottenham
Il Cuti Romero mentre firma il contratto con il Tottenham (📷/Getty Images)

Il vero scossone che potrebbe turbare la continuità bergamasca è rappresentato dalla possibile cessione del giocatore su cui è stato costruito l’attacco atalantino, quel Duvan Zapata che piace all’Inter per il post Lukaku e che è valutato 40 milioni dagli orobici. Nel caso di partenza del colombiano, l’attacco verrà probabilmente affidato a Muriel ma il nome intrigante è quello di Matheus Cunha, punta classe ’99 dell’Hertha Berlino, vincitore dell’oro olimpico con il Brasile e che i tedeschi valutano ben 30 milioni.

In ogni caso, la Dea si sta muovendo lì davanti per portare a casa un esterno d’attacco, magari anche per dare la possibilità al Gasp di sperimentare con un inedito ma non troppo 4-2-3-1.
I nomi sono quelli di Boga e Ikonè, il primo ben conosciuto con la maglia del Sassuolo mentre il secondo grande protagonista del Lille campione di Francia, ma che potrebbe essere sacrificato per circa 25 milioni a causa dei problemi finanziari del club transalpino.

I due esterni, che curiosamente giocano su fasce diverse a piede invertito, andrebbero ad unirsi alla grande batteria di giocatori schierabili dietro la punta, che comprende lo stesso Muriel, Ilicic (confermato un po’ a sorpresa dopo le sirene rossonere), Miranchuk, Pasalic, Pessina e Malinovskyi.

Infine, c’è da puntellare il centrocampo, sia nella zona centrale sia nelle fasce. Al centro si cerca un giocatore con le caratteristiche fisiche e tecniche per dare fiato al duo Freuler-De Roon, i cui sostituiti al momento rientrano nella lista di mezzepunte fatta prima. Si parla di Zakaria, gigante svizzero del Borussia Mönchengladbach con il contratto in scadenza la prossima estate, e Koopmeiners, centrocampista dell’AZ con il vizio del gol, oltre che le soluzioni Made in Italy come Schouten, Svanberg e Pobega (che però dovrebbe andare in prestito al Torino).

Zakaria con la Svizzera
Zakaria potrebbe essere il nome giusto per rinforzare la mediana (📷/Getty Images)

Sugli esterni Gosens e Pezzella, arrivato dal Parma, danno buone garanzie a sinistra, specialmente con un Maehle grande protagonista dell’Europeo e pronto per l’annata della consacrazione su entrambe le fasce. Tuttavia, c’è bisogno di coprire il buco lasciato da Hateboer, alle prese da quello stesso infortunio al piede che lo perseguita da mesi e che potrebbe farlo restare out fino a novembre. I nomi fatti dagli esperti del settore sono quelli di Zappacosta e Lirola, con alla finestra l’opzione Thorsby come jolly tra l’esterno e il centro del campo.

Insomma, la preparazione si sarà conclusa anche con due sconfitte ad agosto, intervallate dalle sette reti segnate all’Alessandria, ma l’Atalanta è una delle poche squadre con la possibilità di essere molto attiva sul mercato, grazie all’oculata gestione societaria e allo status che si è costruita grazie alle due qualificazioni consecutive agli ottavi di Champions.

Quest’anno si parte con l’obiettivo di conquistare il quarto pass consecutivo per l’Europa che conta ma, in una Serie A così in subbuglio e con quella qualità là davanti, Bergamo sogna come non mai anche qualcosa in più.

Inter

Difficilmente si ha memoria di una squadra campione uscente costretta ad un ridimensionamento, almeno sulla carta, pari a quello che ha dovuto affrontare l’Inter quest’estate. Forse lo smantellamento del Milan con la cessione di Ibra e Thiago Silva contemporanea all’addio di molti senatori che segnò la fine di un lunghissimo ciclo, ma in realtà la squadra di Allegri quell’anno perse lo Scudetto a favore della prima Juve di Conte.

Tornando ai nerazzurri, finora il mercato recita alla voce uscite Lukaku, Hakimi, le rescissioni di Young e Nainggolan, e l’uscita forzata di Christian Eriksen. D’altro canto, il neo arrivato Simone Inzaghi ha visto la sua rosa subito rimpolpata con gli acquisti di Edin Dzeko, Denzel Dumfries, lo svincolato Calhanoglu e il rientro alla base di Dimarco e Agoume. Almeno numericamente i conti tornano e sembrerebbero tornare un po’ di più anche quelli delle casse nerazzurre, che al momento registrano un saldo netto di oltre €150M in questa campagna estiva.

Lukaku alla presentazione con il Chelsea
L’addio di Lukaku è stato un brutto colpo per i tifosi dell’Inter (📷/Getty Images)

E allora cosa manca all’Inter per essere di nuovo la favorita alla corsa Scudetto, dopo la cessione forzata di due papabili MVP dello scorso campionato?
Inzaghi, chiamato lui per primo ad un importante salto di qualità, sembra aver già portato nuova linfa e gli innesti ben si sposano con le sue idee.

Dzeko e Calhanoglu favoriscono il consolidamento del possesso in fase più avanzata rispetto a quanto richiesto da Conte gli scorsi anni, e Dimarco può essere un jolly importante come regista laterale. Inoltre, Dumfries inserendosi rapidamente potrebbe dare un boost significativo sul lato opposto dove può esaltare le sue caratteristiche più primordiali e andare ad attaccare il lato debole delle difese avversarie fino in area di rigore. L’ampiezza rimarrà indubbiamente un marchio di fabbrica di questa squadra, così come lo era della Lazio.

Dumfries presentazione con l'Inter
Dumfries potrebbe replicare ciò che ha fatto Hakimi in zona gol (📷/Getty Images)

Un gioco meno codificato e cervellotico potrebbe anche aprire a soluzioni diverse, soprattutto offensive, e qui arriviamo però alla prima nota dolente. L’Inter è molto corta in avanti, Marotta e Ausilio stanno lavorando ad una seconda punta (Correa, Insigne, Kean) che garantirebbe il giusto mix tra goal e assist, e andrebbe ad amalgamarsi bene con due giocatori particolari come Dzeko e Lautaro. Meno sensato potrebbe essere l’innesto di un centravanti vero (Zapata, Weghorst) che toglierebbe le zone di campo predilette da Lautaro e suonerebbe quasi come anacronistico nel 2021 al di fuori dell’universo contiano.

Se, invece, a centrocampo la varietà rimane davvero notevole con Brozovic, Barella, Calhanoglu, Vidal, Sensi, Gagliardini, Vecino e Agoume per soli tre posti; è dietro che Inzaghi vorrebbe un ulteriore tassello. Il tecnico ex Lazio è stato uno dei pochi a sfruttare in maniera interessante le cinque sostituzioni, cambiando più di una volta nel primo tempo i braccetti di difesa ammoniti.

Il livello dei tre centrali nerazzurri è sicuramente molto più alto di quelli biancocelesti, ma un’alternativa affidabile e di prospettiva sarebbe un importante valore aggiunto.
Difficilmente ci sarà spazio per un altro acquisto; Kolarov e D’Ambrosio sono chiamati quindi ad una stagione importante, dopo un anno difficile per motivi diversi, mentre Dimarco dovrà essere bravo a ritagliarsi un ruolo primario tra esterno di centrocampo e vice-Bastoni. 

La catena formata da Bastoni, Dimarco e Calhanoglu (Sensi), magari coadiuvata da uno fra Correa e Insigne sarebbe perfetta per creare densità su un lato, far collassare le difese avversarie e liberare il lato debole. Detto questo, è inutile nascondere che molto della stagione nerazzurra passerà dalla vena realizzativa di quelli sul lato debole: in primis Lautaro Martinez – responsabilizzato come stella offensiva della squadra – ma anche Edin Dzeko e due giocatori come Barella (Vidal) e Dumfries, che possono dare un importante contributo in zona goal. Ricordo che ci sono i 18 goal senza rigori di Lukaku da redistribuire. 

Potrebbe essere la stagione della definitiva consacrazione per il Toro

In ultimo, con l’arrivo dell’attesa seconda punta e l’impatto sperato dei nuovi acquisti – allenatore compreso – l’Inter potrebbe addirittura candidarsi nuovamente come favorita allo Scudetto, anche grazie all’immobilismo delle altre big.

Juventus

La Juventus ha chiuso la scorsa stagione al quarto posto, per la prima volta nell’ultimo decennio, dopo 9 scudetti consecutivi. La rivoluzione è servita. O almeno così poteva sembrare al termine del campionato. Più che negli uomini, infatti, la Vecchia Signora ha cambiato allenatore, sostituendo Pirlo con il fidato Massimiliano Allegri, nella speranza di riaprire un ciclo vincente almeno in Italia.

L’annuncio sui social del ritorno di Max Allegri

I bianconeri, però, al momento sono bloccati sul mercato a causa della sua struttura dei costi (basti pensare agli ingaggi troppo elevati di alcuni giocatori che non hanno quasi mai inciso, come ad esempio Ramsey, o quelli poco sostenibili, come ad esempio CR7). 

Durante lo scorso campionato, tra infortuni, demeriti e sfortuna, è apparso necessario l’innesto di un centrocampista tecnico e un attaccante di riserva per poter tornare a respirare aria di lotta scudetto. Gli unici giocatori registrati in entrata finora, che rispecchiano l’identikit di mercato dei bianconeri, sono l’attaccante brasiliano Kaio Jorge, e Locatelli, al termine di una stagione sopra le righe col Sassuolo e con la maglia della nazionale, e il solito Pjanic sullo sfondo.

Dopo una lunghissima telenovela, Locatelli è arrivato alla Juventus

Difficilmente vedremo nuovi innesti in altre zone del campo, quantomeno considerando la fase di stallo in termini di uscite per la Juve. La situazione potrebbe sbloccarsi, forse, solo qualora partisse un profilo come Ramsey durante gli ultimi giorni disponibili. Possibile, ma ad oggi improbabile.

La gestione di Massimiliano Allegri, quindi, parte all’insegna della valorizzazione del “vecchio”. Sono proprio quei giocatori rimasti ai margini nelle precedenti gestioni, che non hanno mai mostrato o sfruttato a pieno il proprio potenziale, ad essere chiamati in causa per riportare la Juventus ai vertici della Serie A. Parliamo quindi del recupero di Dybala, nell’attesa di continuità in termini di stato di forma e del tanto discusso rinnovo di contratto, e di una valorizzazione maggiore di Kulusevski e Rabiot, dopo aver compreso meglio i loro punti di forza e i compiti da svolgere in campo. 

Dybala con la sua classica esultanza
Riuscirà Allegri a ritrovare il Dybala che conoscevamo? (📷/Getty Images)

Sempre su questa linea di “cavalli di ritorno”, in una stagione lunga ed in lotta per 3 competizioni, Max Allegri sembra intenzionato a fare affidamento sul rientro di De Sciglio dopo l’esperienza in Francia, che potrà tornare utile come jolly su entrambe le fasce, e su Rugani come back-up difensivo, richiamato alla base dopo il prestito al Cagliari.

E così via con molti altri giocatori, che lasciano dubbi e quesiti a cui Allegri vorrà trovare risposte positive: riuscirà l’allenatore a sfruttare le caratteristiche uniche in rosa di Arthur, quando rientrerà dall’infortunio? E l’esperimento di Ramsey nel ruolo da regista darà le risposte sperate dopo un primo periodo di adattamento in queste amichevoli pre-campionato? Pellegrini, invece, si dimostrerà all’altezza del ruolo di vice-Alex Sandro o verrà girato per l’ennesima volta in prestito? 

Pertanto, tutto lascia intendere che la rosa della Juventus non abbia mai smesso di essere competitiva, almeno in ottica Serie A, ma abbia semplicemente smarrito la strada giusta durante lo scorso campionato. Spetta a Massimiliano Allegri l’arduo compito di fronteggiare vecchie sfide in termini di giocatori a disposizione, dimostrando ai tifosi ed alla società che il valore aggiunto dei bianconeri è già presente in casa e non da acquisire sul mercato. 

Lazio

L’estate biancoceleste ha vissuto uno scossone improvviso, e per certi versi inaspettato, sin dagli ultimi giorni di maggio, quando Simone Inzaghi, dopo più di cinque anni sulla panchina della Lazio ha deciso di rifiutare il rinnovo contrattuale offerto dal presidente Lotito e di accasarsi all’Inter. Come nuovo allenatore della Lazio è stato scelto Maurizio Sarri, che torna in panchina dopo un anno di pausa in seguito all’allontanamento dalla panchina della Juventus.

Nell’entusiasmo generale si è parlato ovviamente di calciomercato, con la società che si è detta disposta ad accontentare il suo nuovo tecnico per permettergli di esprimere al meglio le sue idee, trasformando l’impostazione tattica dal 3-5-2 che aveva contraddistinto la gestione Inzaghi al 4-3-3 con cui il tecnico toscano ha raggiunto grandi risultati nelle ultime stagioni.

In realtà, il mercato si è rivelato, come per tutte le altre società italiane, molto complicato, in quanto a causa del COVID-19 la disponibilità economica è scesa notevolmente e, dopo più di due mesi di calciomercato, gli unici tre acquisti effettuati da Tare sono stati il ritorno di Felipe Anderson dal West Ham per circa 3 milioni di euro (con percentuale sulla rivendita) e due aggiunte a parametro zero: Hysaj dal Napoli, fortemente voluto da Sarri, e il giovane prodigio Luka Romero, arrivato dal Mallorca ad appena sedici anni.

La Lazio si trova quindi in una situazione complicata, in cui a causa dell’indice di liquidità è costretta prima di tutto a vendere per poi investire in entrata. I giocatori attualmente da vendere sono circa una decina ed è molto difficile che la società riuscirà a cedere tutti. Dopo questa panoramica sull’estate laziale andiamo a vedere quali sarebbero gli acquisti di cui Maurizio Sarri avrebbe bisogno.

In difesa servirebbe almeno un terzino sinistro di ruolo, visto che al momento i due indiziati principali per giocare in quella posizione sono Hysaj, più abituato a giocare a destra, e Fares, che nasce più che altro come esterno offensivo e lo scorso anno non ha convinto l’ambiente.
Ci sarebbe poi Kamenovic, arrivato anche lui questa estate, ma pare non aver convinto Sarri e sembrerebbe già in partenza, anche perché la Lazio non vorrebbe occupare con lui uno dei due slot da extracomunitario.

Un’altra operazione ideale sarebbe al centro della difesa, dato che ad oggi i tre titolari che ruoteranno sono Luiz Felipe, potenzialmente il difensore più forte in rosa ma che in questi anni ha avuto molti problemi fisici, Acerbi e Radu, che non danno garanzie da un punto di vista fisico (avendo 33 e 34 anni) e soprattutto potrebbero andare in difficoltà giocando con una difesa molto più alta rispetto agli scorsi anni, oltre ad uno tra Patric e Vavro come quarto. La sensazione che però traspare dall’ambiente è che anche in questo caso sarà molto difficile vedere nuovi nomi il primo settembre, nonostante Sarri abbia espresso delle preoccupazioni. 

A centrocampo la notizia principale è che Milinkovic Savic e Luis Alberto sembrano destinati a rimanere un altro anno nella Capitale, e la Lazio è quindi ad un mediano qualche anno più giovane di Leiva dall’avere il miglior reparto del campionato.

Un nome su cui pare stia lavorando la Lazio, e che ormai sembra in dirittura d’arrivo, è Toma Basic, centrocampista del Bordeaux, che però ha pochissima esperienza ad alti livelli e sarebbe un’incognita enorme, per quanto a basso costo. Un altro giocatore che sta tornando in voga in questi ultimi giorni è quello di Lucas Torreira, per cui l’Arsenal sarebbe disposta ad accettare un prestito con obbligo di riscatto, anche se questa operazione sembra legata a doppio filo con l’uscita di Escalante.

Basic con il Bordeaux affrontato da Guendouzi
Basic potrebbe essere il nome giusto da affiancare a Milinkovic-Savic e Luis Alberto (📷/Getty Images)

Il reparto degli esterni offensivi è quello su cui in teoria si sarebbe dovuto lavorare di più, dato che la Lazio sarebbe dovuta passare da un totale di zero esterni ad almeno quattro. Un’idea molto forte in questi giorni è Kostic, esterno del Francoforte per cui la Lazio dovrebbe però liberare il posto da extracomunitario di Kamenovic.

In ogni caso per il ruolo di esterno sinistro dovrebbe prima partire Correa, altrimenti sarà lui ad occupare il posto, seppur parzialmente fuori ruolo. A destra è probabile che non arriverà nessuno e Romero verrà usato come vice Felipe Anderson, anche se forse servirebbe un giocatore più pronto per garantire sicurezza nelle partite in cui l’esterno brasiliano apparirà sottotono.
Tra le punte non dovrebbero esserci arrivi, soprattutto dopo l’(assurdo) investimento effettuato la scorsa estate per Muriqi.

Milan

A due settimane dalla fine del mercato il Milan è stata una delle squadre più attive sul mercato.

Due elementi fondamentali per il ritorno del Milan in Champions come Donnarumma e Calhanoglu hanno lasciato la squadra e, se il primo è stato rimpiazzato fin da maggio con l’arrivo di Mike Maignan dal Lille neo campione di Francia, lo slot del turco è ancora libero e in cerca di padrone (ma ci torneremo più tardi).

Donnarumma e gli altri acquisti del PSG
Donnarumma con gli altri acquisti di basso profilo del PSG (📷/Getty Images)

Il Milan aveva molti giocatori in prestito che andavano riconfermati e per questo ha sborsato circa 28 milioni di euro per l’approdo di Tomori a titolo definitivo dal Chelsea, 10 più il giovane Olzer per Tonali dal Brescia mentre Brahim Diaz è stato riconfermato, e insignito della numero 10, in prestito biennale con diritto di riscatto e controriscatto per il Real Madrid.

I rossoneri poi hanno aggiunto alla propria rosa il terzino sinistro Fodé Ballo-Touré, giunto a titolo definitivo dal Monaco, e l’esperto Olivier Giroud dal Chelsea. Altra operazione che sembra prossima alla chiusura è quella relativa all’approdo di Florenzi in rossonero in prestito con diritto di riscatto che si tramuterà in obbligo al raggiungimento di determinati obiettivi (che dovrebbero essere il raggiungimento di un certo numero di presenze).

Riuscirà Giroud a scacciare la maledizione della maglia numero 9?

A fronte delle operazioni già ufficializzate il Milan nelle ultime due settimane dovrà colmare due buchi molto evidenti nella rosa ossia l’esterno destro (richiesta già esternata da Pioli stesso proprio al termine di quell’Atalanta-Milan che ha riportato i rossoneri in Champions League) e il trequartista. A destra si sono fatti tanti nomi ma è consuetudine ormai che da Casa Milan non filtri nulla e che quindi i veri obiettivi restino oscuri finché la trattativa non è pressoché conclusa.

Fino ad oggi si è parlato di profili molto diversi tra di loro, partendo da Ziyech che permetterebbe di trovare così un’alternativa sia sull’esterno che nella zona centrale del campo ma che, a discapito di quanto letto fino a poco tempo fa, sembra rientrare nei progetti di Tuchel che lo ha infatti inserito nell’undici titolare della Supercoppa Europea, fino ad arrivare a Domenico Berardi il cui profilo non entusiasma troppo né i tifosi né i conti della società visto che il Sassuolo ha richieste molto elevate (nell’ordine dei 40 milioni di euro).

Ziyech ascolta DJ Khaled

La soluzione finale potrebbe essere quindi la conferma di Saelemaekers (sperando che migliori in fase di finalizzazione) e la ricerca di un’occasione di fine mercato, magari aiutata dall’uscita di Castillejo che aveva attirato interesse in Spagna. La perdita più grande da colmare resta però quella lasciata da Calhanoglu. Il turco svolgeva il ruolo di trequartista in modo peculiare e moderno ed era fondamentale sia in fase di costruzione che in quella difensiva e di non possesso. Un profilo ideale per la sostituzione poteva essere l’austriaco Sabitzer che ne è la versione deluxe ma che, purtroppo per i rossoneri, sta per accasarsi a una cifra ragionevole (sotto i 20 milioni di euro) al Bayern Monaco.

Sempre nell’ombra il Milan sembra essere vicino però alla chiusura di Yacine Adli, 21enne trequartista del Bordeaux e scuola PSG. Nella fase di non possesso il francese ha delle qualità simili a quelle di Calhanoglu infatti con 4,3 tackle e intercetti per 90 minuti nella scorsa stagione rientra nella piccola cerchia di sette giocatori sotto i 23 anni che nei 5 massimi campionati europei hanno raggiunto un valore superiore a 2.9. Inoltre con 25,86 in pressures per 90, Adli si colloca nel top 3% dei centrocampisti nei primi cinque campionati europei; per fare un esempio, Mason Mount del Chelsea, che è visto come un eccellente pressatore, ne completa 21,29 per 90.

La nota meno lieta è che non sembra vedere la porta con continuità ma vista l’età, i margini di miglioramento e il contenuto investimento (si parla di 10 milioni più bonus) sembra una scommessa da non lasciarsi scappare.

Yacine Adli con il Bordeaux
Adli potrebbe essere il profilo giusto per sostituire Calhanoglu,
ma anche per dare riposo a Kessié e Bennacer (📷/Getty Images)

Quasi certamente però i tifosi del Milan ambivano a ben altri profili per i ruoli di esterno destro e trequartista…

Napoli

Se dovessimo descrivere la preseason del Napoli con una parola questa sarebbe senza dubbio incertezza, che rispecchia tra l’altro la situazione del suo capitano Lorenzo Insigne, tra mercato, rinnovo e un contratto troppo vicino alla scadenza. La svolta rispetto alla stagione passata arriva subito con l’ingaggio di Luciano Spalletti come nuovo allenatore, mentre mercato e merchandise viaggiano molto a rilento. 

Nonostante il grande ritardo nella preparazione della stagione cominciano però già ad intravedersi i primi dettami tattici dell’allenatore toscano, incentrati su controllo del possesso e ricerca della verticalità, continuando sul 4-2-3-1 alternato al 4-3-3, con rischi nella gestione della palla e grande coinvolgimento di Victor Osimhen nella manovra, con tutta probabilità l’uomo chiave della prossima stagione azzurra. La scelta difensiva sembra essere principalmente un 4-1-4-1, con linee strette e grande densità per impedire combinazioni centrali avversarie, con atteggiamento un po’ più aggressivo e meno attendista rispetto alla versione del Napoli di gattusiana memoria. 

Osimhen esulta dopo un gol
Osimhen potrebbe essere l’uomo chiave del Napoli di Spalletti (📷/Getty Images)

In fase di costruzione la scelta è in linea con le principali squadre europee: costruzione bassa a 3 con Di Lorenzo stretto in linea con la sua posizione nell’Italia di Mancini e Mario Rui (o il futuro terzino) che si alza sulla linea dei centrocampisti.

L’uomo che più si è messo in mostra in queste settimane è senza dubbio Stanislav Lobotka, che ha giocato da pivot davanti ai 3 dietro, oggetto misterioso sotto la gestione Gattuso, che sembra aver ritrovato lo smalto dei vecchi tempi, quando convinse il Napoli ad acquistarlo dal Celta Vigo, grazie alle grandi doti nella gestione del pallone anche nel traffico, qualità che è mancata tanto nella scorsa stagione e nelle precedenti causa cessione di Jorginho al Chelsea, con tanti gol presi per gestioni approssimative nei pressi della propria area di rigore. Sorprendente anche il giovane Zanoli che si è fatto trovare pronto a giocare terzino su entrambe le fasce e potrebbe rivelarsi un’arma interessante proveniente dal vivaio. 

Sul mercato invece le necessità della rosa sono chiare: un terzino sinistro che possa prendersi il posto da titolare, data la condizione ormai compromessa di Ghoulam, un centrocampista fisico che possa prendere il ruolo di Bakayoko, tornato al Chelsea, e un centrale di difesa da panchina che possa dare una mano soprattutto quando partirà Koulibaly per la Coppa d’Africa. 

C’è una folta rosa di profili possibili: a causa delle necessità del Napoli di operare senza pagare ingaggi onerosi e con formule creative sono emersi nomi come quello di Estupiñan, di un Villarreal che è fin troppo occupato nella posizione di terzino sinistro, un eventuale Bakayoko 2.0 in ritorno in prestito a fine mercato e il giovane Hincapié per il ruolo di centrale, che, seppur sfumato in quanto andato al Bayer Leverkusen, rispecchia il target societario per questa sessione di mercato: giovane con cartellino e ingaggio bassi, anche se per quanto riguarda i difensori centrali occhio anche ad un possibile ritorno di Maksimovic che sembra spingere fortemente per prolungare con gli azzurri.

Estupiñan con il Villarreal
Estupiñan è il nome giusto per la fascia sinistra del Napoli? (📷/Getty Images)

Idealmente i due profili ideali per gli azzurri sono Wijndal ed il già citato Zakaria, un terzino con buone doti di spinta e buon piede, e un centrocampista di quantità che possa aiutare gli azzurri in mezzo al campo, anche se la complessità di queste operazioni spinge il Napoli a cercare alternative di questo tipo meno onerose. In ogni caso quella che sta per arrivare si prospetta come una stagione decisiva per il futuro del Napoli, che ha tantissimo bisogno di ritornare in Champions e ripartire dopo un paio di stagioni a dir poco deludenti.

Roma

I tifosi romanisti chiedevano a gran voce il rimpiazzo di Edin Dzeko, partito alla volta di Milano, e Tiago Pinto li ha subito accontentati tornando a Roma nelle scorse ore con il 23enne Tammy Abraham, attaccante del Chelsea (56 reti in 120 partite nelle ultime 3 stagioni).

Abraham alla presentazione con la Roma
Mourinho ha il suo numero 9 (📷/Getty Images)

Chiuso il capitolo attacco, che non vedeva 3 punte di ruolo in rosa (senza contare i primavera) dalla stagione 2011/12 con Totti, Osvaldo e Borriello, la Roma necessita di 3 (+1) accorgimenti:

1) Un centrocampista titolare da affiancare a Jordan Veretout. La telenovela Xhaka si è conclusa con l’ufficialità del rinnovo fino al 2025 del capitano dei Gunners. Al momento della stesura di questo articolo, Cristante è il principale indiziato come partner del francese, seguito da Villar e Diawara a pari merito nelle gerarchie, con ultimi due gradini della piramide i giovani Bove e Darboe.

Come si è potuto osservare nel precampionato, Mourinho predilige il lancio lungo verso la punta e il terzetto alle sue spalle anziché l’uscita palla al piede dal basso e adopera almeno tra i 5 e i 7 giocatori durante la fase offensiva lasciando svariati spazi aperti nelle retrovie. Proprio per questo sistema di gioco sarebbe utile un centrocampista che ha grandi capacità di corsa e recupero palla.

L’annuncio di Mourinho come nuovo allenatore della Roma

Non sono usciti altri nomi dopo quello di Xhaka, ma se potessimo parlare con il DS capitolino gli suggeriremmo Bakayoko in prestito dal Chelsea o l’acquisto a basso prezzo degli uscenti Tolisso (in scadenza con il Bayern Monaco nel 2022) e Torreira, in scadenza nel 2023 ma fuori dal progetto dell’Arsenal. 

2) Un terzino destro di riserva: i giornali non ne parlano però è un problema che potrebbe presentarsi a campionato in corso. I terzini destri della Roma attualmente sotto contratto sono Karsdorp, Reynolds, Florenzi e Santon. Se su Karsdorp c’è la fiducia di tutti, sugli altri tre non si può dire la stessa cosa. Infatti, Reynolds non sembra ancora essere pronto, la trattativa Florenzi-Milan è in stato avanzato e Santon non ha mai preso parte a nessun ritiro. Se Reynolds dovesse mostrarsi inadatto, servirebbe intervenire di nuovo a gennaio, ma siccome prevenire è meglio che curare si potrebbe pensare ad un ritorno di Zappacosta, anche lui in prestito dal Chelsea. 

3) Un bilancio non in rosso. Il 31 maggio 2021, su richiesta ufficiale della Consob, la Roma ha reso noto il valore del proprio indebitamento, pari a 303,6 milioni di euro. Quella finanziaria ed economica è una spada di Damocle gigantesca che pende sulla testa della società capitolina e il mancato raggiungimento della Champions in questa stagione potrebbe rappresentare un terremoto con una magnitudo tale da far cadere quella spada. 

3+1) Parziale motivo dell’indebitamento, deriva dalla disastrosa gestione Monchi che in sole due sessioni estive è riuscito a disintegrare una rosa composta da svariati top player per sostituirla con coloro che oggi sono il motivo per cui non arrivano il centrocampista titolare ed il terzino destro di riserva, cioè gli attuali esuberi. Piazzare gli esuberi è la quarta cosa che manca alla Roma per stare a livello. Secondo “Calcio e Finanza”, gli ingaggi lordi di Olsen, Bianda, Santon, Coric, Nzonzi e Pastore toccano quota 20 milioni, senza contare quelli dei fuori rosa non della gestione Monchi come Florenzi (5,2) o Fazio (4,6). Un repulisti generale è ciò che serve per far respirare le casse giallorosse.

Monchi sulla panchina della Roma
Monchi non ha lasciato un bellissimo ricordo ai tifosi della Roma (📷/Getty Images)

Mancherebbe anche uno stadio di proprietà ma sono ormai 10 anni che si dice questa cosa e quindi non evitiamo di scriverci un paragrafo intero (ma lo inseriamo lo stesso a tradimento a fine articolo).

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