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Cronache dal Multiverso: Fabregas al Como

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Cesc Fabregas giocherà al Como, in Serie B, la prossima stagione. No, non state sognando, uno dei migliori centrocampisti degli anni 2000 ha scelto i Lariani per gli ultimi lampi della sua abbagliante carriera. Proviamo a capire il perché il talento di Arenys del Mar sia finito sulle rive del lago più famoso del Belpaese.

Introduzione

Cesc Fabregas al Como è una di quelle notizie che sembrano uscite dall’ormai celebre Multiverso della Marvel; un campione del mondo sulla riva del Lago più celebre d’Italia, una pagina di narrativa degna del Manzoni; allo stesso tempo però un qualcosa di utopistico anche solo da pensare. Eppure quella che sembrava una delle tante suggestioni di calciomercato è diventata realtà in poche settimane quando, nell’incredulità generale, la trattativa ha preso corpo ed è stata portata a termine con la soddisfazione di tutte le parti in causa.

Il centrocampista spagnolo è stato presentato quattro giorni fa con una conferenza stampa elegante e sobria che faceva da contraltare all’estasi dei tifosi lariani. Lo spagnolo dal canto suo non ha nascosto, come sempre, le sue ambizioni: il “Voglio riportare Como in Serie A”

Fabregas al Como
Le prime immagini di Fabregas al Como (📷/Getty Images)

Una dichiarazione di intenti importante per l’ormai trentaquattrenne ex Arsenal che, dopo aver terminato la sua esperienza al Monaco, non viene in Italia per svernare. La fame di calcio è ancora elevatissima e non potrebbe essere altrimenti per un calciatore che ha fatto della costante evoluzione uno dei suoi maggiori pregi. L’età non è più verde ed il fisico non offre più le garanzie dei tempi migliori; tuttavia, l’esperienza e la qualità del nativo di Arenys De Mar non sono, né mai saranno, in discussione. 

Proviamo a ripercorrere insieme le tappe della carriera del centrocampista catalano, uno degli interpreti (ed innovatori) del ruolo più forti degli anni 2000 che la prossima stagione illuminerà il meraviglioso Stadio Giuseppe Sinigaglia con gli ultimi lampi di un talento abbagliante.

Barcellona-Londra andata e ritorno (x2)

Fabregas inizia a muovere i primi passi a La Masia, nella storica cantera del Barcellona. Il giovanissimo centrocampista ha le stimmate del predestinato però, nonostante annate superlative anche a livello realizzativo, non riesce a guadagnarsi un posto in prima squadra. A 16 anni arriva la prima svolta della carriera: la chiamata di Arsene Wenger.

Lo storico manager dell’Arsenal è rimasto folgorato dal talento del catalano e, appena ufficializzato il suo trasferimento nel settembre 2003, lo fa esordire in League Cup appena un mese dopo contro il Rotheram: il più giovane esordiente di sempre nella storia dei Gunners. Quell’Arsenal passerà alla storia come quello degli “Invincibili”, e per Fabregas non è facile ritagliarsi spazio dinanzi a mostri sacri come Vieira, Edu, Pires e Gilberto Silva. Il ragazzo tuttavia viene aggregato sin da subito in prima squadra, si allena con i titolari e trova anche il primo gol in Carling Cup contro il Wolverhampton

Fabregas all'esordio nell'Arsenal
Fabregas agli esordi con l’Arsenal (📷/Getty Images)

Gli anni successivi furono un periodo di costante crescita per Cesc che in maniera graduale si guadagna la maglia da titolare. La cessione di Vieira alla Juventus, gli infortuni di Edu e Gilberto Silva e la volontà di aprire un nuovo ciclo fanno si che Fabregas diventi il volto dei nuovi giovani Gunners targati Wenger. Nel 2008 Cesc si guadagna i gradi di capitano diventando leader assoluto del centrocampo e guida tecnica della squadra.

Nel 2011, complici annate ad altissimi livelli ma prive di trofei importanti, Cesc sceglie il ritorno a casa: ad accoglierlo a braccia aperte c’è lo strepitoso Barcellona di Guardiola. In un contesto congeniale alle sue caratteristiche Fabregas finisce però per vivere annate simili alla prima ai Gunners. Il centrocampo blaugrana, infatti, può vantare tre intoccabili: Xavi-Iniesta-Busquets più due riserve (se così le si può chiamare) di primissimo piano, Thiago Alcantara e lo stesso Fabregas. 

Fabregas e Messi
Fabregas nel suo periodo al Barcellona insieme al suo grande amico Leo Messi (📷/Getty Images)

Fabregas finisce per diventare quello che nel basket prende il nome di “sesto uomo di lusso”, un dodicesimo tra i più forti al mondo. Gioca praticamente in qualunque ruolo: mediano, mezzala, trequartista e persino falso nueve. Sviluppa un’amicizia speciale con Messi fino alla dolorosa, ma necessaria, scelta di lasciare il club nel 2014. I trofei in bacheca sono tanti (in mezzo ci sono anche due Europei e il Mondiale del 2010) ma la voglia di giocare prevale: lasciata Barcellona per la seconda volta in carriera, Cesc ritorna a Londra, questa volta sponda Chelsea.

Con i Blues vince due volte la Premier League e (ri)conquista la FA CUP. Il suo minutaggio però tende a calare con il passare degli anni fino a diventare quasi nullo sotto la gestione di Conte prima e Sarri poi. A gennaio del 2019 Fabregas decide di cambiare aria dopo 5 anni al Chelsea opta per il Monaco allenato da un suo ex compagno di squadra: Thierry Henry.

Fabregas e Henry
Fabregas e Henry ai tempi dell’Arsenal (📷/Getty Images)

Nel Principato Cesc viene accolto come una superstar, il grande colpo di un Monaco che ha imparato più volte a stupire l’Europa. In Francia però le cose non vanno come sperato, gli infortuni iniziano a diventare pesanti, la condizione fisica non è delle migliori ed i monegaschi vivono annate di rifondazione dopo l’era Jardim e preferiscono lanciare i giovani del loro talentuoso vivaio. Dopo tre anni e 68 presenze complessive condite da 4 gol e 7 assist, Fabregas decide di aprire una nuova (ultima?) pagina della sua sfavillante carriera decidendo di spostarsi in quell’Italia più volte sfiorata in carriera: la destinazione è il Como Calcio.

Che giocatore è Cesc Fabregas?

Su questa domanda non ci sarebbe bisogno di soffermarsi troppo. Chiunque abbia seguito il calcio dagli anni 2000 fino al 2015 sa rispondere benissimo al quesito di sopra, tuttavia, per amore di cronaca, è meglio fare un breve recap.

Cesc Fabregas è uno dei migliori centrocampisti della sua generazione – e abbiamo visto che non ne mancavano ai tempi. Il prototipo del tuttocampista abile a occupare qualunque posizione tra centrocampo ed attacco grazie alla sua superba tecnica e duttilità. Nato come regista offensivo molto prolifico, Fabregas è stato poi spostato a seconda delle esigenze come regista puro, mezzala, trequartista o come abbiamo visto persino falso nueve.

Grazie ai clamorosi tempi di inserimento da incursore è sempre risultato pericoloso in area; leader carismatico, si è saputo adattare in fretta ad un calcio diverso, e molto più fisico, come quello inglese sin da ragazzino anzi, ha aiutato a trasformarlo. Incredibile in fase di palleggio e di rifinitura, Fabregas col tempo è riuscito, malgrado un fisico non propriamente roccioso (179cm x 79kg), a coniugare bene qualità e quantità migliorando molto in fase difensiva.

Il meglio di sé l’ha fatto vedere quando impiegato da regista grazie ad una visione di gioco d’élite e tempi di conduzione della manovra incredibili tanto che Wenger lo paragonò a Michel Platini malgrado Fabregas idolatrasse Iniesta e Vieira. Un calciatore totale che ha contribuito, in maniera determinate, al dominio delle Furie Rosse nel calcio mondiale.

L’ambizioso progetto del Como

L’arrivo del fenomeno catalano sulla riva del lago non è un qualcosa di casuale. Fabregas, infatti, non sarà solo la punta di diamante della squadra di Giacomo Gattuso ma anche uno degli azionisti del club insieme a Thierry Henry, proprio come al Monaco qualche anno prima. I tifosi del Como possono finalmente sognare dopo anni complicati a livello sportivo e, soprattutto, dirigenziale. 

Il calvario del Como infatti inizia nella stagione 2015-16 quando, dopo un’annata deludente, i lariani retrocedono in Lega Pro appena un anno dopo la promozione nella serie cadetta. L’estate degli azzurri è turbolenta: nonostante il nullaosta del Covisoc per partecipare alla Lega Pro, il tribunale cittadino accoglie l’istanza fallimentare mettendo la società in esercizio provvisorio con un curatore fallimentare incaricato di trovare acquirenti per la società.

Malgrado i problemi in maniera orgogliosa il Como 1907 riesce a raggiungere il settimo posto valevole per i Playoff di Lega Pro. L’avventura dei ragazzi di mister Gallo termina però subito: eliminati al primo turno dal Piacenza. 

A Marzo 2017 subentra una nuova figura nelle gerarchie societarie: Akosua Puni Essien, moglie dello storico mediano ex-Chelsea e Milan. La signora Essien acquista il Como per 237.000 euro mediante la neonata società F.C Como S.R.L. La presidentessa fa promesse importanti che però non vengono mantenute nei momenti chiave. I mancati pagamenti di fidejussioni e pendenze pregresse portano il Como alla mancata iscrizione in Serie C e conseguente fallimento con svincolo dei giocatori. Il Comune di Como prende allora in mano la situazione e affida la squadra al Nicastro Group, società i cui membri di spicco sono Massimo Nicastro ed il leggendario Roberto Pruzzo.  

Il Como viene così ammesso al Campionato di Serie D riuscendo a raggiungere, al termine dei Playoff, la seconda posizione utile per il ripescaggio in Serie C che però non avviene ancora una volta per motivi economici: non viene infatti presentata la fidejussione necessaria per l’iscrizione al campionato. La promozione diretta arriva tuttavia l’anno successivo nella stagione 2018-19, ad aprile di quel mese inizia il progetto che porterà il clamoroso arrivo di Fabregas a Como.

I lariani, infatti, vengono acquistati dalla società di diritto inglese SENT Entertainment alle cui spalle opera la multinazionale indonesiana delle sigarette Djarum di proprietà dei multimiliardari fratelli Robert e Michael Hartono. La nuova società nomina Michael Gandler come CEO ed inizia il processo di rinnovamento dello stadio e dell’immagine del club grazie anche all’introduzione della Como TV. I risultati sul campo non tardano ad arrivare: dopo l’ambigua (causa Covid) annata 2019-20, nel 2020/21 gli azzurri vincono il campionato di Serie C e centra l’approdo in B.

Nel febbraio del 2021 Gandler saluta Como sostituto da una figura chiave nei recenti sviluppi comaschi: Danny Wise. L’ex bandiera del Chelsea (11 anni ai Blues) membro di quella Crazy Gang del Wimbledon che fece sognare il Wimbledon FC fino alla conquista della FA Cup contro il Liverpool nel 1988. Wise è uno dei motivi principali per cui Fabregas (ed Henry) si ritrovano coinvolti nella realtà del Como. Sembra infatti che siano stati proprio i frequenti colloqui con Wise a convincere Fabregas a ridursi lo stipendio, scendere di categoria e sposare un progetto che promette di essere intrigante. 

Oltre al lato sportivo la SENT Entertainment lavora molto anche sul brand Como. In concomitanza con la presentazione dello spagnolo, infatti, è stata presentata la nuova maglia che verrà utilizzata per due stagioni (2022/23-2023/24) ed è stata disegnata dal celebre stilista indonesiano Didit Hediprasetyo che per il design si è rifatto alle onde del celebre lago con lo sponsor MOLA (piattaforma di streaming di origine indonesiana) che campeggia in bella vista. La nuova jersey è stata lanciata insieme ad un NFT dello stesso lago creato da Golnaz Jalleni, inoltre, come affermato sul sito e dalla società, tutti i proventi della vendita delle maglie verranno devolute ad attività no-profit che operano sul territorio, un bel modo per unire l’utile al dilettevole. 

Dopo il buon mercato e le enormi novità ora la parola passerà al campo unico giudice di una realtà che vuole sedersi al tavolo dei grandi dopo tanti anni bui. Ora toccherà alla squadra, e a Fabregas su tutti, trasformare un sogno, in una concreta realtà, Como si è messa sulla mappa. 

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