È inutile negarlo: l’Europeo ha un potere magico. È una di quelle pochissime competizioni che unisce tifosi che si odiano, persone a cui il calcio non interessa neanche troppo e nerd del pallone sotto la stessa bandiera, magari davanti al televisore di un bar in giro per le strade della propria città. L’Europeo, come il Mondiale, ha un potere magico perché in un mese concentra speranze, emozioni, delusioni e storie di milioni di persone, giocatori compresi.
Sì, perché se le competizioni per club raramente fuoriescono dai soliti sospetti, le Nazionali sono il palcoscenico di tutti, soprattutto ora che partecipano in 24, unendo le storie dei grandi volti del pallone, con quelle di giocatori semi-sconosciuti. In questo articolo, diviso in due parti, raccontiamo delle curiosità, riportate dal Guardian, riguardanti la vita, calcistica e non, di 24 (+3) giocatori, uno per ogni nazionale, per conoscere realmente gli attori di Euro 2020.
Nel caso vi foste persi la prima parte.
Antonin Barak
Nazionale: Repubblica Ceca
Club di appartenenza: Hellas Verona
Età: 26
Dopo tanti anni da promessa non mantenuta, il centrocampista ceco sembra finalmente avere trovato la sua dimensione grazie agli insegnamenti di Juric e la compagnia nel reparto di Mattia Zaccagni.
Anche se non ha giocato nel match d’esordio contro la Polonia, Barak ha fatto una stagione molto positiva che gli è valsa la convocazione e i titoli dei giornali cechi, dopo averli occupati l’estate scorsa per aver abbandonato lo studio televisivo in cui stava commentando i match di Champions League per correre dalla fidanzata sul punto di partorire. “Stavamo pranzando quando le contrazioni sono iniziate,” ha dichiarato, “ma lei ha detto di star bene e che sarei dovuto andare in TV, mancando ancora qualche ora al parto. Ma poi, durante il primo tempo, ho ricevuto la chiamata e sono corso via. Per fortuna sono arrivato in tempo”.
Igor Diveev
Nazionale: Russia
Club di appartenenza: CSKA Mosca
Età: 21
Il giovane difensore russo è uno di quei giocatori per cui il rinvio dell’Europeo è stato vantaggioso, avendo esordito in nazionale maggiore a novembre. In questa stagione, è diventato un perno della difesa del CSKA ma la sua carriera non è iniziata in quel reparto bensì tra i pali: all’età di dieci anni vinse il premio di miglior portiere in un trofeo giovanile, che gli valse un viaggio a Mosca per scendere in campo con i giocatori nel match tra Russia e Germania.
Accompagnò in campo Mesut Ozil anche se ha dichiarato che “inizialmente dovevo accompagnare un giocatore russo e mi avvisarono immediatamente di non toccare Arshavin per via dell’altezza. Io ero già 1.65 mentre lui era circa 1.72”. Nella partita di esordio di questo Europeo, è toccato a lui scontrarsi con un gigante, quando Romelu Lukaku l’ha bruciato in profondità e ha messo in porta la palla del 3-0.
David Marshall
Nazionale: Scozia
Club di appartenenza: Derby County
Età: 36
Dopo una vita da secondo, il portiere scozzese ha preso in mano la porta della nazionale e l’ha fatto con il botto, parando il rigore decisivo di Mitrovic nello spareggio con la Serbia e consegnando ai britannici la prima partecipazione ad una competizione maggiore dal 1998.
Più tardi, Marshall ha raccontato che gli piace molto riguardare la parata con My Heart Will Go On di Celine Dion come colonna sonora. Che dire, una parata titanica. In questo inizio di Europeo, è passato però dall’altra parte della storia, subendo quello che è già il gol della competizione di Patrick Schick da centrocampo. Consigliamo In The End dei Linkin Park come sottofondo.
Juraj Kucka
Nazionale: Slovacchia
Club di appartenenza: Parma
Età: 34
Il centrocampista slovacco è sbarcato in Italia ormai dieci anni fa e da lì è stato una certezza per carattere e sostanza, guadagnandosi un posto fisso in nazionale e il soprannome di Panzer, affibbiatogli direttamente da Sinisa Mihajlovic. Il Bel Paese è stato l’obiettivo di Kucka sin dai primi anni della sua carriera: “Voglio giocare all’estero, specialmente in Serie A. E il miglior club lì è il Milan”, dichiarò dopo il suo esordio nel 2006 al ZP Sport Podbrezova, un club della serie B slovacca, rappresentante di un villaggio di 4000 persone. In molti alzarono il sopracciglio ma alla fine Juraj ha avuto ragione ed è stato acquistato dal club meneghino nel 2015. A volte i sogni si avverano.
Marcos Llorente
Nazionale: Spagna
Club di appartenenza: Atletico Madrid
Età: 26
Sublime. È difficile essere in disaccordo con questa descrizione per la stagione del centrocampista di scuola Real che però gioca per i cugini dell’Atletico, vincitori del secondo titolo dell’era Simeone. I numeri dicono 12 gol e 11 assist, giocando praticamente ovunque, tanto che, almeno sulla carta, gioca da terzino destro per questa Spagna.
Nonostante la rinuncia del Real alle sue prestazioni, la fiducia per le qualità dello spagnolo erano altissime già agli esordi grazie al suo albero genealogico: suo padre Paco, El Lechugo (letteralmente il lattuga), ha giocato per Real e Atletico, suo zio Julio per Real e Tenerife, suo nonno Ramon Grosso ha vinto 7 campionati e una Coppa Campioni con la camiseta blanca mentre il suo prozio è niente di meno che Francisco Gento, uno che detiene ancora il record di Liga vinte, 12, e di Coppe Campioni, 6.
Da suo padre, deriva il soprannome El Lechugita, particolarmente adatto ad un maniaco del cibo salutare: non consuma alimenti industriali, latticini, legumi e certamente non beve alcolici, oltre a possedere due ristoranti salutisti. Inoltre, dorme su un letto da 35 mila euro, costruito solo di materiali organici, che apparentemente “è scientificamente provato che aiuti il tuo sistema immunitario” e “riduce la tua età biologica di 15 anni in media”. Non proprio Bear Grylls insomma.
Emil Krafth
Nazionale: Svezia
Club di appartenenza: Newcastle United
Età: 26
Altro profilo conosciuto nei nostri confini per l’esperienza a Bologna, il terzino svedese è arrivato in Italia 21enne dopo aver esordito nella seconda serie svedese ad appena 16 anni. Soprannominato Thor per il suo aspetto e per la sua determinazione, Krafth gioca in Inghilterra al Newcastle, nel quinto club della sua carriera, come rappresentato sul corpo di suo cugino Robert. Si, perché il ragazzo si è fatto tatuare Emil in tutte le maglie dei suoi club, dichiarando che era in dubbio se farlo per lui o per Cantone, anche se alla fine ha scelto il cugino. Il commento di Krafth? “È fuori di testa”.
Mario Gavranovic
Nazionale: Svizzera
Club di appartenenza: Dinamo Zagabria
Età: 31
Figlio di croati immigrati in Svizzera, l’attaccante della Dinamo ha vissuto una carriera da giramondo tra Croazia, Svizzera e Germania, dove ha giocato per lo Schalke di Neuer, divenuto suo grande amico. Pur non essendo un titolare fisso, ha vissuto una grande stagione a Zagabria, segnando 17 gol e distribuendo 8 assist nel campionato croato, vinto per la 15esima volta in 16 anni dalla squadra della capitale
Nelle sue avventure in giro per il continente, ha fatto tappa per la stagione 2011-12 nel Mainz guidato da Thomas Tuchel, esperienza conclusasi così: “Questo qua è uno che non ha rispetto per le altre persone. Spero di non rivederlo mai più in vita mia!”, dichiarò Gavranovic riguardo al tecnico, a cui Tuchel rispose con “È una persona anche peggiore di quanto sia un pessimo calciatore”. Possiamo affermare con buona sicurezza che Mario non ha tifato Chelsea alla finale del Do Dragao.
Ozan Tufan
Nazionale: Turchia
Club di appartenenza: Fenerbahce
Età: 26
Tufan è un centrocampista box-to-box, punto fermo della nazionale turca e del Fenerbahce, con le sirene inglesi pronte dietro l’angolo. Nonostante la pessima prestazione contro l’Italia, viene da una grande stagione in Super Lig da 6 gol e 10 assist, che hanno contribuito al terzo posto della squadra gialloblu a soli due punti dal Besiktas campione.
Tuttavia, ad inizio carriera il turco era più famoso per la sua attività sui social media, dove è stata colto più volte a mettere mi piace e commentare i post delle Instagram models, nonché a scrivere nei loro DM, motivo per cui ha customizzato la targa della sua auto proprio con tale sigla.
Ma non solo: Tufan è stato pesantemente criticato in patria durante Euro 2016, per un replay che ha mostrato come durante il gol vittoria di Modric nell’esordio con la Croazia, si sia preoccupato più di sistemarsi i capelli che di correre a contrastare il tiro del croato.
Sergiy Kryvtsov
Nazionale: Ucraina
Club di appartenenza: Shakhtar Donetsk
Età: 30
Reduce da una stagione travagliata tra infortuni e positività al Covid, il difensore ucraino è ormai una bandiera dello Shakhtar dopo undici stagioni passate nelle file della prossima squadra di Roberto De Zerbi.
Nel 2018, è diventato celebre per un curioso siparietto durante un meeting della nazionale quando si alzò dal suo tavolo per cantare “Blue Eternity” del defunto cantante lirico Muslim “il Frank Sinastra sovietico” Magomayev. La federazione ucraina ha commentato così l’episodio “In pochi sapevano che Kryvtsov sapesse cantare in questo modo. La sua prestazione ha scatenato una tempesta di applausi e “Bravo”.
Inoltre, la personalità di Sergiy si è rimanifestata ad aprile quando ha photoshoppato una sua foto su quella di un astronauta e l’ha pubblicata su Instagram con annesso messaggio per Elon Musk: “Ho già detto che viaggiare nello spazio è il mio sogno. Ma per diventare un vero astronauta, è come il calcio. Un discorso è giocare con i propri amici nel weekend, un altro è farlo professionalmente con ogni tipo di meteo. Quindi, Elon, rendimi un turista spaziale. Nulla di più. Buon giorno dei cosmonauti a tutti”.
Akos Kecskes
Nazionale: Ungheria
Club di appartenenza: Lugano
Età: 25
Il difensore centrale ungherese è uno di quei giocatori che non avremo mai conosciuto non fosse stato per l’Europeo, nonostante abbia un passato nelle giovanili dell’Atalanta, dove ha imparato la sua quarta lingua assieme ad ungherese, serbo e inglese. Kecskes è un punto fermo del Lugano nel campionato svizzero ed è in pianta stabile parte del gruppo ungherese guidato da Marco Rossi.
Akos in un’intervista ha dichiarato che il suo cibo preferito “deve essere il cavolo stufato di mia nonna, la cosa più buona al mondo, anche se c’è una locanda a Hodmezovasarhely (la sua città di origine ndr) che lo fa molto bene. Oltre alle salsicce, il riso e possibilmente dei conigli affumicati, tutto ciò di cui hai bisogno sono i crauti e la carne essiccata”. Che dite? Che ci sia una leggera differenza culturale con il paese della pizza, della lasagna e della pasta?
Bonus
Raphael Varane
Nazionale: Francia
Club di appartenenza: Real Madrid
Età: 28
Un altro giocatore che non ha bisogno di presentazioni: nel luglio 2018, a 25 anni, il suo palmares recitava quattro Champions League, quindici trofei e un Mondiale, vincendo undici finali sulle undici disputate.
Questo indubbiamente grazie anche agli squadroni, Real Madrid e Francia, con cui ha giocato, anche se il suo approccio alla camiseta blanca non è stato dei più semplici: la prima volta che Zidane l’ha chiamato per portarlo in terra spagnola, lui ha chiesto di richiamarlo perché “ero stanco, non mi sentivo di rispondere e non stavo proprio ascoltando… gli ho detto educatamente che ero occupato. Quando ho riattaccato il telefono, ho pensato ‘merda’ e mio fratello pensava che fossi un pazzo”. Quando Zizou l’ha richiamato, Varane non ha sentito la suoneria perché era occupato a guardare Youtube. Fortunatamente, alla fine si sono parlati, l’originario del Martinica ha risposto e al Real è diventato uno dei migliori centrali al mondo.
Josip Brekalo
Nazionale: Croazia
Club di appartenenza: Wolfsburg
Età: 22
Cresciuto nelle giovanili della Dinamo Zagabria, Brekalo è stato protagonista della cavalcata del Wolfsburg che è valsa la prima qualificazione in Champions League dalla stagione del titolo, nel 2015.
Tuttavia, non sono stati tanto i 7 gol a colpire l’attenzione dei media tedeschi, quanto una sua dichiarazione in cui diceva che non avrebbe voluto portare una fascia da capitano con i simboli LGBTQ+ al braccio perché è stato “cresciuto religiosamente” e andrebbe “contro le sue credenze cristiane”.
Al di là delle opinioni religiose, il talento è tanto e sia Atalanta che Lille sembrano alla finestra per la sessione estiva di calciomercato.
Aleksey Miranchuk
Nazionale: Russia
Club di appartenenza: Atalanta
Età: 25
Il talento del trequartista russo è diventato noto nel 2015 quando esordì con la maglia della nazionale maggiore a 19 anni, segnando dodici minuti dopo il suo ingresso in campo. Quello stesso anno, venne selezionato da Leo Messi per il “Team Messi”, un gruppo di dieci giovani che secondo la Pulce avrebbero dominato nel mondo del pallone negli anni a venire, a cui venne regalata uno scarpino personalizzato da parte di Adidas, le Messi15. Gli altri 9? Robert Kennedy, Maxwell Cornet, James Wilson, Accursio Bentivegna, Timo Werner, Jeremie Boga, Marcos Lopes, Gyasi Zardes e Khiry Shelton.
L’anno scorso, dopo i due gol segnati alla Juventus nei gironi di Champions, è stato acquistato dall’Atalanta, dove ha giocato con poca continuità. Tuttavia, che Messi avesse ragione sulla qualità del piede del russo è indiscutibile, basta guardare il gol che ha deciso il match con la Finlandia.