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L’ultimo viaggio che intraprenderemo non sarà un vero e proprio viaggio. L’assenza del viaggio sarà alla base di questo Europeo giocatosi in condizioni “umane” precarie, come fosse il giusto preludio ad un Europeo che non si giocherà mai (quello “vero” nel 2020). La storia è una storia di immobilismo e di sconfitta della Francia, una nazione che ha sempre cercato – in modi rocamboleschi e non sempre ortodossi – qualche tipo di accoglienza e che, nonostante tutto, decidendo di accogliere l’Europeo in casa propria nonostante la caduta di alcune certezze e l’anima di una delle città più belle del mondo, completamente compromessa e fatta a pezzi.
La Francia, in particolare Parigi, ancora scossa per i fatti avvenuti nel novembre del 2015 cercò un’occasione di riscatto grazie ad un pallone, ma il cinismo del calcio non conosce fine. Questo capitolo credo sia corretto farlo partire qualche mese prima, dal principio.
Il contesto storico
Escalation del terrore in Francia
Tra il 7 ed il 9 gennaio, iniziano gli attacchi terroristici di matrice islamica sul suolo francese, che culminano con l’attentato al Bataclan quasi un anno più tardi. Il primo obiettivo è la sede del giornale satirico “Charlie Hebdo” e, subito dopo, un supermarket Kosher (Hyper Cacher).
In questo primo attacco portato a termine dai due fratelli Kouachi e da Amedy Coulibaly, rimangono uccise diciassette persone e rimane impresso, indelebile nella memoria, lo slogan “Je suis Charlie” e la marcia pacifica dell’11 gennaio. Questo primo attentato porta con sé una serie di altri momenti dolorosi e difficili per il popolo francese: il 3 febbraio tre militari vengono accoltellati a Nizza; il 19 aprile una donna di nome Aurélie Châtelain viene assassinata da uno studente algerino che stava programmando attacchi terroristici in due chiese parigine (Villejuif) ed alla Basilica del Sacro Cuore.
Il 26 giugno, invece, Yasmin Salhi decapita il proprio datore di lavoro fotografando poi la testa mozzata. La stessa immagine viene inoltrata – tramite Whatsapp – in Siria.
Come se non bastasse, cerca, tramite un furgone imbottito di bombole esplosive, di distruggere una fabbrica di gas.
Il 13 luglio, quattro giovani cercano di portare a termine un altro atto di decapitazione ed il 21 agosto alcuni soldati in borghese riescono a bloccare un attentato terroristico che si sta compiendo su di un treno ad alta velocità, proveniente da Amsterdam e diretto a Parigi.
Il 29 ottobre, infine, un altro attentato terroristico ai danni di alcuni soldati della Marina Francese è scongiurato.
Bataclan e non solo
Ciò che non si riesce a sventare è l’attentato del 13 novembre: pochi minuti dopo l’inizio di una partita amichevole tra le nazionali di Francia e Germania, allo Stade de France, si sente una prima esplosione che chiaramente non arrivò dagli spalti. Non è un’esplosione di gioia. Davanti al ristorante Events, un terrorista sacrifica la propria vita per uccidere Manuel Dias, innescando – in questo modo – una serie di attentati che culminano con l’assalto al Bataclan, nel centro della capitale francese.
Il match di calcio, onde evitare conseguenze peggiori, non viene fermato e pochi minuti dopo, per l’esattezza solo cinque, in due ristoranti parigini quattro terroristi a bordo di un’auto nera (Seat Leon) cominciano a sparare all’impazzata con degli AK47. Il bilancio è di tredici morti e dieci feriti gravi. Altri 5 minuti ed altra esplosione, la seconda. Davanti ad un fast food di nome Quick (sempre vicino allo Stade de France) non ci sarà nessun morto a parte l’attentatore noto con il nome di battaglia di Ali al-Iraqi.
dello Stade de France (📷/GettyImages)
Non passano neppure due minuti, questa volta, ed altri due ristoranti vengono presi d’assalto tramite una sparatoria culminata con cinque morti ed otto feriti. La storia della nostra connazionale Barbara Serpentini e della sua amica Sophia Bejali fa il giro del mondo. Una nuova sparatoria, quattro minuti dopo, davanti al ristorante La Belle Equipe porta altri ventuno morti e nove feriti.
Il punto di non ritorno, però, si toccò tra le 21.40 e le 21.48. Fino a quel momento, tutto ciò che è stato raccontato fino ad ora, si svolge in poche decine di minuti. Alle 21.48, invece, parte un SMS dal cellulare di uno dei tre attentatori del Bataclan che porta scritte queste parole: “Siamo partiti, cominciamo”.
In quel momento i tre terroristi entrano con fucili spianati all’interno del teatro che conteneva più di 1500 persone ed una band americana chiamata “Eagles of Death Metal”. La prima raffica, sparata mentre viene eseguito il brano “Kiss the devil”, miete una decina di vittime ma viene scambiata – in un primo momento – per degli effetti musicali e pirotecnici. Poco dopo la folla ed i musicisti si rendono conto che qualcosa non funziona e cercano di ripararsi e fuggire.
Venti minuti di completo e disarmante terrore, con raffiche sparate dai tre assalitori, granate esplose ed un clima da guerra fanno sì che qualche spettatore metta in atto una fuga passando per il tetto dell’edificio. Anche i musicisti riescono a scappare da un’uscita sul retro, rifugiandosi in una stazione di polizia. In un clima atroce, gli attentatori iniziano a giustiziare i presenti riversi a terra che cercano di fingersi morti. Lo scenario è apocalittico. Durante la presa del Bataclan ci sono altre due esplosioni: una davanti ad una caffetteria vicino al teatro (quindici feriti e l’attentatore morto) e l’altra di fronte ad un McDonald’s a 400 metri dallo stadio: anche qui undici feriti gravi e solo l’attentatore morto.
Alle 22.00 – solo 50 minuti dopo la prima esplosione avvenuta allo Stade de France – due soldati della BAC 75 riescono ad irrompere all’interno del teatro preso d’assalto. Riusciranno, dopo uno scontro a fuoco, ad avere la meglio su uno dei tre terroristi (Amimour). Nel frattempo, viene organizzata un’unità di crisi dal presidente Hollande e le forze dell’ordine attuano un coprifuoco per tutta la capitale.
Passa una mezz’ora di scontri a fuoco tra le forze dell’ordine ed i terroristi mentre Hollande scappa dallo Stare de France con la scorta. Alle 23.15, sgomberato il piano terreno del Bataclan, le forze dell’ordine si trovano di fronte a circa cento ostaggi rifugiati in una stanza al piano superiore ed i terroristi a fare da guardia. I terroristi minacciano la decapitazione di tutti gli ostaggi. Nei 50 minuti successivi al primo contatto tra terroristi e forze dell’ordine, si porta a termine il piano di recupero ostaggi: “Rosso Alfa”. Poco prima della mezzanotte, Hollande dichiara in diretta nazionale lo stato di emergenza per tutto il Paese e si riunisce in un Consiglio dei Ministri straordinario.
Tra le 00.18 e le 00:23, le brigate di recupero ostaggi irrompono e cercano di fare il proprio lavoro mentre i terroristi utilizzeranno parte degli ostaggi come scudi umani. Alle 00:58 il raid viene definitivamente concluso e solo due minuti dopo l’ISIS rivendica tutti gli attacchi sventati sul suolo francese e minaccia Washington DC, Roma e Londra. Solo alle 3.00 del mattino del 14 novembre, le nazionali di Francia e Germania riusciranno ad uscire dallo stadio.
Durante gli attacchi sferrati nella serata del 13 novembre 2015 rimangono uccise 130 persone e ferite circa altre 350.
Euro 2016: tra immobilismo e terrorismo
Il motivo per il quale questo non è un viaggio, bensì un’assenza dello stesso è stato raccontato dettagliatamente.
Questi attacchi terroristici lasceranno all’interno del panorama europeo un senso di vuoto, di paura e di sfiducia. Bloccheranno gli spostamenti (anche quelli più semplici ed innocui), terrorizzeranno la popolazione e creeranno i presupposti per un nuovo periodo depressivo.
Non è forse proprio questo lo scopo del terrorismo? E allora c’è bisogno di reagire, di trovare un piccolo luogo di linfa vitale, di un trionfo per scacciare la paura, magari lì allo Stade de France dove tutto sembra essere partito.
Gli europei francesi vedranno la luce in questo clima. Con una nazionale integrata perfettamente (sia negli effettivi convocati che all’intento del popolo francese) e la voglia di riscatto, dettata anche dalla forza e dal tacente dei transalpini. Una competizione che diventa missione nell’istante in cui nel tunnel dello stadio parigino, mentre le persone vengono fatte finalmente evacuare, le note della Marsigliese echeggiano per dimostrare che la Francia è ancora in piedi, ferita ma orgogliosa.
giocata pochi giorni dopo gli attentati che avevano scosso non l’intero panorama mondiale.
Quello che, però, succederà da lì a breve sarà qualcosa di imprevedibile e relegato nella sfera cinica dello mondo sportivo, quella sfera che non si fa abbindolare dalla narrativa ma premia semplicemente il migliore in un incontro di novanti minuti.
I gironi di Euro 2016
L’Europeo francese segna un momento di stacco nella storia della competizione: non sono più 16 le squadre che vi partecipano ma 24, divise in sei gironi da cui escono le prime due classificate oltre alle quattro migliori terze. Il cambiamento nelle regole è fondamentale perché apre le porte ad una serie di squadre che non avevano ancora potuto vivere la rassegna continentale: Islanda, Irlanda del Nord, Slovacchia, Albania e Galles partecipano per la prima volta, pronte a dare grandi sorprese.
La Francia ed il girone A
La gara inaugurale di Euro 2016 è ovviamente quella della Francia e non può che essere allo Stade de France il 10 giugno, a sette mesi da quell’esplosione che aveva cambiato la vita di tutti. L’avversario è la Romania che rende la vita ai francesi, anche dopo il vantaggio di Giroud e infatti al 65esimo Stancu pareggia su calcio di rigore. La fine del match si avvicina e a risolverla può essere soltanto un colpo di genio di un’artista bohemienne, in pieno gusto francese, come Dimitri Payet, reduce da una straordinaria stagione al West Ham da 12 gol e 15 assist: palla al limite, stop di destro e missile terra-aria di sinistro all’incrocio dei pali.
L’Europeo della rinascita si apre con tre punti per i transalpini. La seconda partita dei padroni di casa, dopo la vittoria della Svizzera sull’Albania e il pareggio tra elvetici e rumeni, si gioca al Velodrome di Marsiglia ed è di nuovo una partita tirata. Le due squadra colpiscono un palo a testa e al 90esimo la partita è nuovamente sul pari ma nuovamente ci pensa un campione a risoverla: cross di Rami e le Petit Diable, Antoine Griezmann, incorna alle spalle del portiere; passano tre minuti di recupero e Payet decide che è arrivato il tempo per un altro momento di gloria: controllo, dribbling secco sul destro e tiro a giro sul secondo palo per il 2-0.
Il girone si chiude con un pareggio a reti bianche tra i Blues e la Svizzera che vale il primo posto per i transalpini e la qualificazione per gli elvetici. Non hanno più di tanto convinto ma i francesi sicuramente hanno tanto talento e tanto carattere, oltre che una missione per conto di un paese intero.
I gironi B, C e D
Mentre i gironi C e D mantengono i pronostici con Germania e Polonia qualificate assieme alla terza a sorpresa Irlanda del Nord e Croazia e Spagna che avanzano tranquillamente, nel girone B il Galles regala la prima grande sorpresa guidata da un Bale da tre reti in tre partite, qualificandosi davanti ai cugini inglesi nonostante la sconfitta nel derby a causa di una rete di Sturridge al 92esimo. Anche da questo girone esce una delle migliori terze, la Slovacchia che batte la Russia e strappa un pareggio all’Inghilterra sufficienti per la qualificazione agli ottavi.
Il Portogallo ed il girone F
Tuttavia, è il girone F a fornire la sorpresa più grande. Non tanto per le qualificate, visto che la formula permette errori, ma per le posizioni finali con l’Ungheria che vince il girone e il favoritissimo Portogallo terzo dopo tre pareggi in tre partite, compreso un rocambolesco 3-3 con doppietta di CR7. Il secondo posto? Se lo prende la cenerentola Islanda al 94esimo in contropiede con Traustason che manda in visibilio ventimila islandesi presenti in Francia, il 6% della popolazione dell’isola.
L’Italia e il girone E
Infine, c’è l’Italia di Conte, sicuramente non brillante negli uomini ma gruppo vero, in grado di battere una delle favorite, il Belgio, con le reti di Giaccherini (o meglio Giaccherinho secondo il mister) e Graziano Pellè.
Confermato il primo posto nel girone con la rete di Eder a pochi minuti dalla fine contro la Svezia, il match finale con l’Irlanda vale più che altro per garantire il passaggio di turno da terza degli uomini in verde mentre Radja Nainggolan tira giù la porta con un missile contro gli svedesi.
Tuttavia, bisogna dire che il format non ha convinto. Chris Jones su ESPN va dritto al punto: “Una fase a gironi che elimina solo otto squadre su 24 è ovviamente ridicola”. Il problema è stato che il numero di partecipanti ha abbassato il livello medio delle partite mentre la qualificazione delle migliori terza ha portato le squadre a non rischiare (e infatti il numero dei gol è crollato) più che premiare chi vince, con prime in certi gironi che hanno affrontato terze di basso livello, vedasi Galles-Irlanda del Nord, mentre altre hanno affrontato i campioni in carica secondi, come Italia-Spagna.
Da una parte, fa parte del gioco dei gironi, dall’altro un tabellone così fatto crea squilibri illogici premiando alcune squadre in base alla sorte e garantendo vite extra a squadre deludenti in una competizione che, così come il Mondiale, è bella perché non dà chance di replica.
Problema sul problema: poter giocare senza puntare alla vittoria preclude possibilità di innovazioni tecniche e tattiche, premiando il vecchio gioco difensivista per cui è meglio strappare il pareggino che rischiare l’imbarcata.
Gli ottavi di finale a Euro 2016
I match cerchiati sul calendario degli ottavi sono due: Croazia-Portogallo e Italia-Spagna.
Si apre con Polonia-Svizzera, partita celebrata per la meravigliosa rovesciata di Shaqiri e vibrante grazie ai calci di rigore che la decidono, con i polacchi perfetti e Xhaka che sbaglia il tiro decisivo.
Segue il derby britannico tra Galles e Irlanda del Nord, con i dragoni che vanno avanti grazie ad un autogol in una partita che offre veramente poco dal profilo tecnico. Chiude il programma del primo giorno di ottavi proprio il match tra slavi e lusitani. Doveva essere il match di cartello ed è stato un clamoroso buco nell’acqua con Modric e compagni che non tirano mai nello specchio della porta mentre Ronaldo&Co ci riescono per la prima volta a tre minuti dalla fine dei supplementari nell’azione che si tramuta nel gol decisivo di Quaresma. E intanto il Portogallo va avanti con quattro pareggi di fila…
La seconda giornata si apre con i padroni di casa che spaventano subito il pubblico di Lione per colpa di un fallo sciocco di Pogba su Long in area nel rematch di quello spareggio per il mondiale 2010 deciso dall’evidente fallo di mano di Henry. Brady segna l’1-0 ma la Francia è troppo più forte, crea e spreca occasioni clamorose (compreso un colpo di Koscielny a due centimetri dalla porta) ma alla fine tocca di nuovo a Griezmann a girarla prima con un altro colpo di testa, poi con un sinistro all’angolino sulla sponda di Giroud. Si continua con due scontri impari: Germania e Belgio sotterrano Slovacchia e Ungheria rispettivamente 3-0 e 4-0.
Ultimo giorno di ottavi e si apre con il big match Italia-Spagna, replica della finale di quattro anni prima. La partita è finalmente bella e spettacolare con gli iberici che vengono dalla delusione del Mondiale brasiliano e non sono più gli incredibili maestri del tiki taka. Gli Azzurri si basano sulla BBC dietro ma da centrocampo in su hanno una qualità limitata con Parolo, De Rossi e Giaccherini, De Sciglio esterno a sinistra e Eder e Pellè li davanti. Tuttavia, Chiellini porta in vantaggio la squadra di Conte su un pallone sporco da angolo, la partita prosegue tirata e Pellè la chiude nel recupero con una volee nel sette.
Chiude il programma un match che dovrebbe essere una passeggiata per l’Inghilterra ma che si rivela l’ennesimo incubo nel tragitto della coppa verso casa: apre Rooney, pareggia subito Sigurdsson e dopo dieci minuti Sigborsson regala il vantaggio agli islandesi. La cenerentola blu resiste per i restanti settanta minuti, spinta dalla folla dei vichinghi di Nizza, regalando all’Europeo il più iconico dei loro Gayser Sound mentre tutta Europa, tranne gli inglesi si intendi, batte le mani a tempo con loro.
I quarti di finale a Euro 2016
Polonia-Portogallo
A Marsiglia va in scena il primo quarto. Protagonisti Polonia e Portogallo, dunque il risultato non può che essere già scritto: pareggio, chiaramente, raggiunto da Renato Sanches alla consacrazione appena diciottenne, rigori, ovviamente, e Portogallo avanti grazie a Quaresma.
Galles-Belgio
Il secondo quarto tra Belgio e la sorpresa Galles si apre con i Diavoli Rossi che partono fortissimo, vanno vicinissimi al gol con una triplice occasione dove gli dei del calcio vogliono molto bene ai gallesi e passano in vantaggio con il secondo straordinario missile del ninja. Da quel momento parte l’assolo dei britannici: Courtois è costretto a molteplici grandi interventi, Ashley Williams pareggia da corner e Kanu raddoppia contro una difesa persa dopo l’assenza di Kompany.
Il Belgio spreca molto, gli viene negato un rigore solare su Nainggolan ma subisce il 3-1 di Vokes a cinque minuti dal termine, segnando l’ennesima grande sorpresa di una competizione che premia gli esordienti e sprecando l’ennesima occasione della generazione dorata belga.
dei gallesi ad una semifinale di un torneo internazionale (📷/CNN)
Germania-Italia
Tocca all’Italia nel grande classico del calcio europeo contro la Germania campione del Mondo. Loro sono forti, decisamente più forti ma Antonio Conte ha dato un’anima incredibile a questa squadra e dopo 120 minuti il risultato è di 1-1: rigori. Insigne e Kross segnano, Zaza calcio alto dopo una rincorsa imbarazzante ma Muller lo grazia. Barzagli segna centralmente e Ozil calcia sul palo dopo aver spiazzato Buffon, regalando una grande speranza all’Italia subito affievolita dal tiro di Graziano Pellè, che mima lo scavetto a Neuer e poi calcia fuori.
Draxler segna, Bonucci tira il rigore che vale il match point ma il portiere tedesco compie un intervento clamoroso dando a Schweinsteiger la palla della semifinale, che la calcia altissimo. Vengono segnati i successivi sei tiri, finché Darmian non si fa parare l’ennesimo tiro dal dischetto e regala a Hector il tiro che, passando sotto il petto di Buffon, regala il passaggio del turno ai tedeschi e mette fine al percorso da sogno azzurro.
Francia-Islanda
L’ultimo quarto è Francia-Islanda ma i padroni di casa non si fanno male come gli inglesi e chiudono 4-0 il primo tempo e 5-2 la partita, nel match con più gol dell’edizione.
Le semifinali a Euro 2016
Le semifinali si risolvono con lo stesso punteggio: 2 a 0 del Portogallo sulla sorpresa Galles, alla prima vittoria nei tempi regolamentari dell’edizione, e 2 a 0 per i padroni di casa sulla Germania, con le Petit Diable scatenato con una doppietta che vale i gol numero cinque e sei dell’Europeo di casa.
A giocare la finale allo Stade de France, a otto mesi dal Bataclan, ci saranno quindi i lusitani, che cercano il primo titolo internazionale della loro storia, e i francesi, incaricati di risollevare una nazione dal periodo più nero.
La finale di Euro 2016: Francia – Portogallo
La partita
Trentadue anni dopo quell’edizione del 1984 vinta al Parco dei Principi grazie al dominio di Le Roi, la Francia torna a giocarsi una finale dell’Europeo in casa, guidata questa volta da Antoine Griezmann. Dall’altra parte, c’è Cristiano Ronaldo che ha vinto tutto ma proprio tutto in carriera, tranne che un trofeo internazionale con la sua nazionale. E sarà proprio CR7 il protagonista dell’inizio di match.
Primo tempo
Dopo quattro minuti di gioco, Nani scappa dietro la linea difensiva francese ma calcia alto senza impensierire Lloris ma è all’ottavo che arriva la prima svolta del match: su una palla a centrocampo, Payet entra duro sul fenomeno di Madeira che prende una brutta botta al ginocchio sinistro e va a terra tenendo con il fiato sospeso un’intera nazione. Il dolore è tanto ma il capitano non può mollare la sua squadra in finale e stringe i denti mentre Griezmann va vicino al gol del vantaggio, ancora una volta di testa.
Al 16esimo Ronaldo si siede nuovamente a terra guardando desolato il ginocchio ma rientra con una fasciatura. Tuttavia, dopo diciassette minuti di sofferenza e speranza, CR7 è costretto ad abbandonare in lacrime il terreno per quella che sarà diagnosticata come una lesione al legamento laterale interno del ginocchio sinistro.
La partita prosegue senza grandi scossoni fino al 34esimo quando Sissoko calcia dall’interno dell’area ma il tiro è respinto da Rui Patricio, tenendo bloccato il risultato fino a fine primo tempo, sicuramente più segnato dal dramma personale di Ronaldo più che dallo spettacolo.
Secondo tempo
Ad inizio ripresa Pogba e Griezmann ci provano un paio di volte a testa ma il punteggio non si sblocca, quando al 65esimo l’asse che ha caratterizzato l’Europeo francese, curiosamente il cross per il colpo di testa di Antoine, sembra pronto a fare esplodere lo Stade de France: cross di Coman, taglio de le Petit Diable davanti alla diagonale del difensore ma la palla finisce di poco alta. Passano dieci minuti e Giroud gira di sinistro in area di rigore costringendo il portiere lusitano ad una grande parata: come per tutto il campionato, il Portogallo soffre ma resta in vita.
Al 78esimo, arriva la mossa di Fernando Santos che mette fine all’edizione di uno straordinario Renato Sanches per inserire Eder, che gli dice di star tranquillo che la decide lui. La fiducia non manca. All’84esimo, Sissoko scalda nuovamente i guanti di Rui Patricio mentre nel recupero è il palo a salvare ancora i portoghesi, fermando il tiro di Gignac, strozzando l’urlo di un intero popolo.
Supplementari
Si va ai supplementari e Ronaldo ha ormai preso in carico il ruolo di secondo di Santos mentre motiva e da indicazioni tattiche a tutti i compagni. Dopo quattro minuti, Pepe sfiora il vantaggio e al tredicesimo è proprio Eder a colpire da calcio d’angolo di testa ma Lloris para. Il momento sembra fortemente cambiato, i francesi sono stanchi e sfiduciati per le continue occasioni sprecate mentre i lusitani sembrano posseduti dallo spirito del loro capitano.
Al 117esimo, Guerreiro colpisce l’incrocio dei pali su punizione ma è solo il preludio al gol che decide il match: Eder controlla sulla pressione di Koscielny, porta avanti il pallone e scarica un bolide rasoterra che si infila tra la mano di Lloris e il palo. È 1-0 Portogallo, alla fine l’ha decisa veramente lui.
Ronaldo è scatenato a bordocampo, Martial non riesce a girare in porta l’occasione finale e il Portogallo si laurea Campione d’Europa per la prima volta nella sua storia, con CR7 che solleva il trofeo tanto ambito al cielo di Parigi.
È l’ultima emozione di un Europeo che i francesi hanno quasi portato a casa, un Europeo che ha fatto dimenticare per un mese il pericolo terrorismo ma anche un Europeo che ESPN liquiderà con “è stato il primo Europeo a 24 squadre e non sarà l’ultimo, ma dovrebbe esserlo”.
È anche l’ultima emozione del nostro viaggio nella storia degli Europei (forse), che si conclude qui a poche ore dalla finale di Wembley, dove ltalia e Inghilterra si contendono il trofeo.
Buona finale a tutti!
Abbiamo scritto anche delle altre edizioni degli Europei: ’68, ’72, ’76, ’80, ’84, ’88, ’92, ’96, ’00, ’04, ’08 e ’12.