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Dopo la vittoria in semifinale rispettivamente contro Spagna e Danimarca, Italia e Inghilterra si affrontano a Wembley per la finale di Euro 2020. La sfida sarà tatticamente e tecnicamente di altissimo rilievo e le individualità di qualità certamente non mancano.
Scopri con noi la preview di Italia – Inghilterra.
Cosa aspettarsi dall’Inghilterra
“Football is coming home” – così recita il coro dei tifosi inglesi a Wembley e non solo (vedi video alla fine di questo paragrafo), che ha accompagnato la nazionale inglese durante il cammino ad Euro 2020. Finora il ruolino di marcia della nazionale inglese si è rivelato quasi perfetto, con pochissime sbavature: nessuna sconfitta nella competizione, difesa imbattuta fino alla semifinale (con il gol di Damsgaard che ha interrotto la streak di imbattibilità per un portiere inglese) e un attacco completo che sa creare e finalizzare. È con questi numeri che l’Inghilterra approda da favorita alla finale di Wembley contro l’Italia.
Come al solito però i numeri vanno contestualizzati. Erano molte, infatti, le perplessità fondate su questa nazionale prima dello scontro con la Danimarca. Gli avversari affrontati fino a quel momento si erano rivelati sempre inferiori sul piano tecnico, se pensiamo ai gironi e all’Ucraina affrontata ai quarti di finale, oppure poco convincenti nella competizione, se pensiamo alla Germania e alle difficoltà avute lungo il cammino.
Proprio la Germania era indiziata ad essere il vero banco di prova contro l’Inghilterra durante gli ottavi di finale, ma una partita bloccata, una prestazione poco convincente e qualche errore grossolano (come quello di Muller del mancato pareggio a pochi minuti dalla fine), hanno fatto il resto. Fino alla partita contro la Danimarca, quindi, una serie di prestazioni da sufficienza erano bastate per portare a casa il risultato.
Contro i danesi, però, è arrivata la prima vera prestazione di spessore della nazionale inglese. Dopo aver subito gol e ed essere stata sotto nel punteggio per la prima volta nella competizione, gli inglesi hanno saputo reagire alla grande, rimettendo la partita su binari favorevoli e ampiamente legittimando il vantaggio ottenuto solo durante i tempi supplementari, grazie ad un attacco quasi infermabile e una effettiva solidità difensiva. I 3.65 xG generati e 0.44 xGA descrivono a pieno il trend della partita.
Era semplice aspettarsi un attacco incontenibile, considerando la tecnica dei giocatori offensivi, ma la macchina realizzativa si è effettivamente sbloccata solo contro l’Ucraina durante i quarti di finale.
Meno pronosticabile era invece l’impermeabilità difensiva che è migliorata sensibilmente durante la competizione, anche grazie al rientro in pianta stabile di Maguire al posto di Mings durante l’ultima partita dei gironi: la media di xGA durante la fase ad eliminazione diretta si attesta intorno a 0.6. Un dato degno di nota anche considerando gli avversari, che avevano dimostrato una certa attitudine offensiva nei turni precedenti. Parliamo quindi di una nazionale che, partita dopo partita, si è avvicinata alla sua forma migliore, risolvendo, almeno per il momento, i dubbi di tenuta difensiva che tenevano banco prima dell’inizio della competizione.
Considerando però una Germania sottotono, l’Italia sarà effettivamente l’avversario più forte che l’Inghilterra incontrerà in questo Europeo ed è per questo motivo che la nazionale inglese avrà bisogno di confermare tutti i punti di forza mostrati contro la Danimarca.
Con la conferma del 4-2-3-1, Maguire e Stones cercheranno di limitare Immobile, che ha già sofferto la difesa fisica del Belgio, mentre Rice e Phillips, dovranno contrastare il centrocampo tecnico dell’Italia, ma allo stesso tempo essere bravi all’occorrenza ad effettuare una prima impostazione. La catena di sinistra imporrà il proprio ritmo contro Di Lorenzo, grazie alla tecnica di Sterling e alla superiorità fisica e di inserimento creata da Shaw.
Rivedremo sicuramente anche il tema tattico di Kane allargato sulla sinistra, con l’Italia che ha sofferto il centravanti che non dà punti di riferimento proprio contro la Spagna (con Dani Olmo da falso nueve prima e Morata spostato sulla sinistra poi, come visto nell’analisi tattica). A destra con buone probabilità agirà Saka, dopo l’ottima prova in semifinale, lasciando quindi Grealish, Sancho e Foden pronti per cambiare le sorti del match a gara in corso.
Mount agirà tra le linee in questa orchestra offensiva a dettarne tempi e geometrie, senza una posizione troppo fissa centralmente, anche qui per non lasciare punti di riferimento a Jorginho, che finora ha sempre fatto da schermo sul “regista avanzato” avversario. Ultimo, ma non per importanza, Walker, che con il suo ruolo ibrido, dovrà dare solidità al reparto difensivo contro la fascia forte dell’Italia, restando comunque pronto ad alzarsi all’occorrenza in fasi di forcing offensivo e ripartenze.
Questo assetto, presentato anche contro la Danimarca, lascia intendere che l’Inghilterra non sarà interessata necessariamente a mantenere il possesso del pallone, quindi con buone probabilità assisteremo ad una partita camaleontica, tra due avversari in grado di portare avanti qualsiasi piano partita in qualsiasi fase della partita.
Cosa aspettarsi dall’Italia
I video della mistica rincorsa di Jorginho sul rigore che ci ha regalato l’accesso alla finale da tre giorni monopolizzano i profili social di praticamente ogni italiano. Nessuno vuole togliersi dagli occhi e dalla mente le immagini di una serata magica, di quelle che non vivevamo da tanto, troppo tempo, culminata con una nottata di festeggiamenti sfrenati in tutte le più importanti piazze della penisola.
Non abbiamo però ancora vinto niente. Ci manca l’ultimo step, il più difficile, il più emozionante, quello che da ormai tre anni sognavamo di poter arrivare a giocare. L’altra sera abbiamo scoperto chi sarà l’avversaria che ci contenderà il trofeo. Nonostante l’ennesima prova eroica della Danimarca di capitan Kjaer, è stata l’Inghilterra ad aver la meglio davanti ai 60 mila di Wembley, non senza polemiche.
Domenica saremo dunque chiamati ad una vera e propria impresa: vincere in casa della squadra favorita, che davanti ai suoi tifosi può finalmente, 55 anni dopo la Coppa del Mondo del 1966, chiudere il cerchio e dare finalmente un senso all’ormai fastidioso tormentone “Football’s coming home”. Arriviamo alla partita e iniziamo con una premessa: possiamo vincere o possiamo perdere, ma l’Inghilterra può essere per noi un avversario migliore per caratteristiche rispetto alla Spagna.
La nazionale di Southgate non ha la stessa predisposizione delle Furie Rosse a proporre calcio e il centrocampo inglese non la stessa qualità nel palleggio di Busquets e compagni che tanto ci ha messo in difficoltà. Sicuramente l’Italia non sarà costretta a lasciare il dominio del gioco ai suoi avversari (contro la Spagna abbiamo avuto solo il 30% di possesso palla, record negativo dell’era Mancini) ma potrà tornare ad un game plan più congeniale alle sue caratteristiche.
Mancini, salvo sorprese dell’ultimo minuto, dovrebbe riproporre gli 11 che hanno iniziato la semifinale con la Spagna. Anche il criticatissimo Immobile dovrebbe mantenere il suo posto al centro dell’attacco, probabilmente più per mancanza di alternative che per meriti effettivi.
Una chiave della partita, a nostro avviso, sarà la qualità del nostro palleggio. Per fare male all’Inghilterra dobbiamo riuscire a giocare bene a calcio, proponendo trame di gioco che ci permettano di arrivare alla conclusione tramite la manovra. Contro una squadra così fisica, sono da evitare i palloni lunghi alla ricerca della punta, che finirebbe nella morsa di Stones e Maguire.
Fondamentale in questo senso sarà, come dall’inizio del nostro Europeo, il rendimento del nostro centrocampo. Jorginho, che probabilmente sarà preso in custodia dal suo compagno al Chelsea Mason Mount, avrà molte più possibilità rispetto a martedì per dettare i ritmi e innescare il palleggio italiano. Anche Verratti sarà più coinvolto nella manovra e la sua qualità può essere la chiave per scardinare la difesa inglese. Barella avrà invece il compito di inserirsi e provare ad attaccare la profondità oltre la linea difensiva, come ha fatto Goretzka in due occasioni nell’ottavo di finale con la Germania, provando a sfruttare i buchi che i due centrali inglesi possono lasciare.
Anche Insigne, più adatto di Chiesa a convergere verso la zona centrale del campo, dovrà provare a creare superiorità numerica tra la linea difensiva e la mediana inglese nel mezzo spazio.
Le fasce rischiano infatti di essere particolarmente affollate e gli esterni bassi della nazionale dei Tre Leoni sono giocatori in grado di reggere il confronto in 1vs1.
Dovremo certamente provare a contenere anche le spinte dei terzini dell’Inghilterra Shaw e Walker che si sono rivelate vere e proprie armi in più in questa competizione. Fondamentale sarà il lavoro in fase di ripiegamento di Chiesa e Insigne, che non possono e non devono concedere la parità numerica sulle nostre corsie laterali in fase di non possesso. In particolare, Emerson, che non ha lo stesso passo di Spinazzola, potrebbe soffrire le incursioni di Walker che in questo Europeo assomiglia sempre più ad un centometrista prestato al mondo del calcio, nell’accezione più positiva del termine.
Interessante sarà inoltre vedere come Bonucci e Chiellini affronteranno Kane. Il numero 9 inglese è un centravanti atipico, che nelle ultime stagioni ha anche affinato le sue qualità di rifinitore, diventando un pericolo non solo negli ultimi 16 metri di campo, basta vedere il goal del pareggio con la Danimarca per capire la sua importanza all’interno della manovra inglese. La posizione di Kane potrebbe essere il più grande rebus da risolvere per i nostri, potremmo trovarci ad affrontare una situazione ibrida tra ciò che abbiamo affrontato con Lukaku nel match con il Belgio e quella che è stata la partita con la Spagna, dove Olmo da falso nueve con la sua capacità di svariare sul fronte offensivo ci ha creato parecchi problemi.
Testa a Testa
1. Jorginho vs Mount
Uno dei duelli fondamentali sarà, come nelle scorse partite, tra Jorginho e l’uomo incaricato di contenerlo. In questo caso, se l’Inghilterra dovesse confermare l’undici anti-Danimarca, l’indiziato numero uno dovrebbe essere Mason Mount.
La giovane stella del Chelsea viene da un Europeo non facile, anche a causa dei problemi con il protocollo anti Covid, ma ha sempre aiutato la propria squadra nel lavoro sporco e nel raccordo in impostazione tra Rice e Philips e i tre attaccanti, mettendo comunque a referto un assist negli ottavi di finale contro l’Ucraina. Nelle prime due partite giocate in questo Europeo il centrocampista inglese ha giocato più che altro largo a sinistra, spostandosi verso il centro del campo nelle ultime due partite, in cui non a caso l’Inghilterra ha cambiato decisamente marcia rispetto agli esordi.
Jorginho sarà come al solito il perno su cui ruoterà la manovra azzurra. Contro la Spagna ha sofferto molto il prolungato possesso palla spagnolo e la pressione in fase di recupero palla, tanto che ha chiuso la partita con solamente 50 tocchi e 26 passaggi completati con una precisione del 79%, ben al di sotto delle medie tenute nelle scorse partite (circa 83 tocchi e 65 passaggi di media con il 93% di realizzazione). Contro l’Inghilterra, tuttavia, la situazione dovrebbe tornare alla norma, soprattutto visto che né Rice né Philips sembrano volere più di tanto il pallone tra i piedi.
2. Insigne vs Walker
Insigne dopo la buona prova contro la Spagna che l’ha visto in una innovativa posizione da falso nove deve ritornare ad essere il regista offensivo dell’Italia. Infatti, dato che la rocciosa difesa mal si sposa alle caratteristiche di Immobile e Belotti sarà fondamentale il ruolo di Insigne che dovrà venire a ricevere palla nei mezzi spazi creati dal centrocampo inglese, come già visto principalmente nella partita contro l’Austria in una posizione del campo più centrale per lasciare via libera ad Emerson di sovrapporsi sulla fascia.
Il compito di limitare Insigne sarà principalmente di Walker che ha un ruolo importante nella difesa inglese: con la sua posizione ibrida funge da equilibratore e rende possibile ai Tre Leoni schierarsi dietro sia a 4 che a 3 a seconda delle varie fasi della partita. Dal canto suo Insigne dovrà cercare di schermare inizialmente le ripartenze degli inglesi da quel lato, Walker si proporrà più volte dal suo lato per cercare di variare lo schema offensivo inglese che vede il punto focale sull’altra fascia con la presenza di Shaw e Sterling.
3. Di Lorenzo vs Sterling
Parliamo ora proprio della fascia sinistra inglese, che sarà inevitabilmente il punto critico per la nostra difesa. Su quella fascia infatti a turno agiranno Sterling, Mount e Kane. Il tema tattico dell’attacco inglese infatti si basa su un Kane che agisce più da rifinitore che finalizzatore, libero di svariare su tutto il fronte offensivo per approfittare degli inserimenti di Sterling e dell’ampiezza data da Saka.
Questa mossa che toglierà riferimenti al fronte difensivo italiano l’abbiamo vista già attuare dalla Spagna e mette in evidenza tutti i difetti della coppia formata da Chiellini-Bonucci, per questo sarà inevitabile dover chiedere gli straordinari a Di Lorenzo che dovrà contenere principalmente Sterling nelle sue scorribande palla a piede alla ricerca del fondo.
Già sugli scudi nella prova contro gli iberici, dove è stato schierato sia a sinistra che a destra, Di Lorenzo dovrà poi occuparsi di Shaw, che dopo un europeo iniziato male ha trovato la titolarità e soprattutto una serie di ottime prestazioni condite da 3 assist. Tutto questo senza contare la qualità offensiva che gli inglesi hanno in panchina (giocatori del calibro di Grealish, Rashford e Foden) che possono farci molto male a gara in corso.
Fischio d’inizio a Wembley domenica 11 luglio alle ore 21:00, pronti a tifare gli Azzurri di Roberto Mancini.
Abbiamo scritto anche della preview tra Belgio-Italia e Italia-Spagna.