Cosa ci dicono le statistiche avanzate sulla scorsa stagione del Newcastle
Il Newcastle United FC è stato il club rivelazione della Premier League 2022/23. I Magpies hanno infatti conquistato un inaspettato 4° posto, centrando una qualificazione ai gironi di Champions League che mancava da 20 anni.
Ciò che ha contraddistinto la squadra del tecnico Eddie Howe è stata soprattutto la solidità difensiva, testimoniata non solo dal “trofeo” di miglior difesa del campionato (33 gol subiti, a pari merito col Manchester City del Treble, ndr), ma anche da altre statistiche avanzate molto interessanti: 4° squadra per tiri concessi (2° per i soli tiri nello specchio), 2° squadra per xG concessi, 3° per Buildup Disruption Percentage (o “BDP”, che quantifica l’effetto destabilizzante del pressing sul tasso di completamento dei passaggi dell’avversario).
La campagna 2022/23 del Newcastle non è stata però un semplice saggio di “buona difesa”. La statistica più interessante è probabilmente quella che vede la squadra di Howe al 4° posto per PPDA (“Passes Per Defensive Action”, ossia l’intensità del pressing portato da una certa squadra nei ⅗ difensivi di campo dell’avversario – dati Xvalue Stats). Ciò a testimoniare come il Newcastle abbia ricercato un recupero di palla immediato, con pressing alto per disturbare sul nascere l’azione offensiva avversaria.
Tuttavia le statistiche difensive o il PPDA non possono essere utilizzati da soli per misurare quanto una squadra sia in grado di ottenere buoni risultati. Non a caso, infatti, il Newcastle ha fatto registrare nella stagione passata ottimi numeri anche in termini di produzione offensiva (4° miglior attacco per xG – dato Xvalue Stats).
Cosa ci dicono le prime due partite di campionato della nuova stagione?
Durante il mercato, la nuova proprietà saudita ha compiuto investimenti notevoli per cercare di mettere a disposizione del proprio allenatore una rosa più qualitativa e profonda, con cui affrontare una stagione resa ancor più lunga dalla partecipazione alla Champions. Si sono perciò trasferiti sulle rive del Tyne Harvey Barnes, per rimpiazzare il francese Saint-Maximin, e soprattutto Sandro Tonali, ex Milan, come rinforzo per il centrocampo.
L’acquisto dell’italiano ha fatto molto rumore nel nostro Paese, vista la cifra sborsata dal club inglese (circa 70 milioni di euro, rendendolo il giocatore italiano più costoso di sempre) e visto il ruolo centrale che l’azzurro ricopriva nel Milan di Pioli.
A tale rumore è corrisposta altrettanta attenzione nei confronti del Newcastle e dell’inserimento di Tonali nell’impianto tattico di Howe. Dopo le prime due giornate di Premier League, contro l’Aston Villa in casa e i campioni in carica del City in trasferta, possiamo provare a trarre le prime indicazioni a riguardo.
Il dominio contro l’Aston Villa: la squadra ha sicurezza e una sua identità
I principi in fase di possesso
Durante il primo match contro l’Aston Villa di Unai Emery, il Newcastle ha subito messo in mostra i temi tattici che ne caratterizzano la costruzione e la finalizzazione dell’azione.
La costruzione sfrutta le diverse caratteristiche dei due terzini schierati dal prima minuto nel 4-3-3 di Mister Howe: Burn, proposto a sinistra, è sostanzialmente un centrale adattato sulla corsia, e si abbassa quindi a comporre una linea di costruzione a 3, mentre Trippier a destra è libero di alzarsi per andare a proporsi in avanti sulla fascia. Insieme a Guimarães e Tonali si compone così una struttura 3+2 da cui far partire l’azione.
Ma il reparto forte della nuova versione del Newcastle è senza dubbio il centrocampo. Il terzetto composto da Bruno Guimarães, Tonali e Joelinton è una rappresentazione della complementarietà perfetta tra i componenti della mediana.
Tant’è che, in fase di possesso, ciascuno dei tre centrocampisti occupa una fascia differente del campo: Guimarães, più regista, resta basso a orchestrare il movimento del pallone; Joelinton, più incursore, si avvicina agli attaccanti e si muove all’altezza della trequarti; mentre Tonali, il più polivalente dei tre (come vedremo dopo), rimane ad un’altezza intermedia e affianca al bisogno Guimarães, per dare una soluzione in più a inizio azione.
Questo “scaglionamento” del reparto consente di creare un numero maggiore di linee di passaggio diagonali, che aggirano con più facilità il pressing avversario e consentono un avanzamento più rapido del pallone.
Joelinton è anche l’uomo incaricato di occupare il “mezzo spazio” di sinistra, la corsia a metà tra la fascia, occupata da Gordon, e la zona centrale del campo, presidiata dalla punta Isak.
Anche in questo caso lo schieramento del Newcastle è “asimmetrico”: lo spazio che a sinistra è occupato da Joelinton, formalmente una mezzala, a destra è occupato da Almiron, teoricamente l’ala destra. Questo perché l’intenzione dei bianconeri è quella di occupare questa zona intermedia di campo per creare superiorità numerica, maggiori linee di passaggio al centro e far filtrare il pallone tra le maglie della difesa avversaria.
E poco importa che a giocare negli “half-spaces” siano un’ala e un interno di centrocampo: è importante che a farlo siano giocatori forti tecnicamente, in grado di incunearsi in questi corridoi con più facilità.
La fase di non possesso
Anche in fase di non possesso il Newcastle ha mostrato subito un’identità precisa. In continuità con la passata stagione, il pressing è stato, soprattutto nel primo tempo, molto intenso alla ricerca del recupero immediato del pallone. È capitato spesso che Martinez, portiere dell’Aston Villa, si trovasse costretto a giocare il pallone nei pressi della propria linea di porta per poter sfuggire alla pressione portata dai Magpies.
In fasi di difesa posizionale, lo schieramento impostato da Howe è un 4-4-2 con Joelinton largo a sinistra e Almiron largo a destra, con Gordon ad affiancare invece la punta di ruolo Isak, alternato però con un 4-5-1 in momenti di maggior pressione da parte degli avversari. In questo caso un grande lavoro di sacrificio è richiesto a Gordon, che si allarga al fianco di Joelinton sulla sinistra ed eventualmente porta un raddoppio insieme al terzino Burn per evitare cross o incursioni sulla fascia.
L’unica “macchia” nella prestazione difensiva del Newcastle è l’errato accoppiamento in marcatura che ha portato al gol subito di Diaby: Joelinton è “risucchiato” verso il centro dal movimento di Douglas Luiz, Gordon è in ritardo nel rientro verso l’area e Diaby è lasciato libero di battere a rete.
C’è sicuramente ancora qualcosa da registrare in termini di automatismi e coperture sulla corsia di sinistra, ma la prestazione di Gordon è stata comunque notevole: nonostante un duro lavoro richiestogli dal suo manager nelle due fasi, il giovane inglese si è sempre dimostrato lucido con il pallone tra i piedi, come testimoniano l’assist per il gol di Tonali e le due occasioni create (dato Sofascore). Il ragazzo va tenuto d’occhio, è un talento interessante.
La sconfitta col City: più ombre, ma anche luci
Una partita diversa
Col City si è naturalmente vista una partita diversa. Nonostante ciò, i principi di gioco del Newcastle sono rimasti gli stessi.
La caratura dell’avversario e la sua capacità nel palleggio hanno costretto i bianconeri a una partita di minor intraprendenza offensiva e maggior ordine difensivo. Il pressing ad alto ritmo visto contro l’Aston Villa è stato proposto con minor frequenza, per evitare di prestare il fianco alle incursioni dei talentuosissimi giocatori offensivi agli ordini di Pep Guardiola.
Gli uomini di Howe si sono più spesso schierati col 4-5-1 in fase di non possesso, per creare maggiore densità e limitare gli spazi per i passaggi verticali del City (letale quando può innescare con suggerimenti rasoterra gli inserimenti dei propri attaccanti, soprattutto Haaland).
Il centrocampo è stato messo di fronte a un compito estremamente difficile: contrastare la squadra migliore del mondo nel “saturare” con tanti uomini la zona centrale del campo, costruendo una fitta rete di passaggi alla ricerca dello spazio per l’imbucata nella zona di rifinitura, tra centrocampo e difesa avversari.
Il coraggio di Howe
Non sono mancati i momenti di difficoltà per la mediana bianconera, ma la squadra ha retto l’urto. È stato particolarmente interessante notare come, con maggior frequenza nel secondo tempo e sotto di un gol, Howe abbia chiesto al proprio reparto difensivo di “accettare” l’uno contro uno con Haaland, probabilmente il miglior numero 9 in circolazione al momento, rischiando di subire il raddoppio, ma senza sacrificare il numero di uomini votati alla costruzione dell’azione offensiva alla ricerca del pareggio.
Contemporaneamente, la squadra ha cercato con maggior insistenza il gol, messa con le spalle al muro da risultato favorevole. Confermando la mossa vista contro l’Aston Villa, anche contro il City sono stati Joelinton e Almiron a occupare i mezzi spazi, alla ricerca della superiorità numerica rispetto ai difensori dei Citizens. Non è arrivato il gol, ma va sottolineato il coraggio con cui la squadra ha provato a cercare il pareggio nella ripresa (0,22 xG prodotti nella seconda metà di partita, contro gli 0,07 xG del primo tempo, dati Sofascore).
L’uomo più atteso: Sandro Tonali
L’acquisto di Tonali ha un senso ben preciso
In questo quadro, come interpretare l’acquisto e il primo inserimento di Tonali nel sistema Newcastle?
Dalle prime due uscite ufficiali del nativo di Lodi sono emersi i motivi che hanno spinto il club inglese a investire su un profilo come il suo. È infatti balzata subito all’occhio la complementarietà di Tonali coi suoi compagni di reparto, Joelinton e Guimarães. Il primo più trequartista/incursore, il secondo più regista ed equilibratore difensivo.
Tonali è un perfetto mix di entrambi, nonché il più completo dei tre, l’unico davvero in grado di alternare giocate rilevanti sia in impostazione (lunga e corta) e in inserimento offensivo, sia in interdizione e copertura.
Lo skillset polivalente di Tonali ne sta sicuramente facilitando l’inserimento nei meccanismi della nuova squadra: l’azione del quarto gol all’Aston Villa, con tutti e tre i centrocampisti attivamente coinvolti e con Tonali che trova il passaggio filtrante verso Barnes, ne è una chiara testimonianza.
La capacità di inserimento
Peraltro Tonali ha impiegato meno di 6 minuti per far esplodere il St. James Park: suo è infatti il gol che ha sbloccato il debutto stagionale deiMagpies, con un destro al volo in scivolata dal cuore dell’area su preciso cross di Gordon.
Il gol ha rivelato immediatamente una delle qualità più importanti di Tonali, probabilmente una di quelle che ha convinto la proprietà del club a sborsare l’ingente somma del trasferimento per averlo: quella dell’inserimento senza palla. Il tempismo con cui l’italiano si incunea in area è eccellente, così come la sua finalizzazione.
E non si tratta di un’occasione isolata: pochi istanti dopo la rete, un movimento in profondità molto simile mette nuovamente Tonali davanti alla porta: in questo caso Emiliano Martínez salva la propria squadra da un possibile 1-2 micidiale.
È possibile, vista la sua collocazione in campo con Guimarães a fungere da metronomo della squadra, che questo tipo di giocata venga richiesta più spesso a Tonali: non a caso, col cambio di Joelinton uscito per infortunio e rimpiazzato da Longstaff nel match contro il City, è stato chiesto a Tonali di assumere i compiti più offensivi del brasiliano.
Chissà che questo non consenta all’italiano di trovare spesso il gol: le qualità per segnare con più regolarità rispetto a quanto fatto nell’ultima stagione col Milan ci sono tutte.
Le letture difensive
Se le doti di playmaking e di inserimento sono però più note, non sono da sottovalutare le capacità difensive del centrocampista italiano. Tutt’altro che un atleta straordinario, Tonali compensa le sue lacune fisiche con una capacità di comprensione del gioco sopra la media, che gli consente di anticipare la giocata degli avversari, compromettendone la pericolosità offensiva.
Basta una corsa con un secondo di anticipo per impedire l’imbucata di Digne e costringerlo a rifugiarsi in un più semplice ed ininfluente retropassaggio.
Conclusioni
Dalle prime uscite stagionali, il Newcastle è apparso come squadra solida e con un’identità tattica ben precisa, con tutte le carte in regola per confermare le prestazioni della passata stagione (per nulla casuali, alla luce delle statistiche).
La sconfitta con il Manchester City, un’autentica corazzata, non ridimensiona le ambizioni di una squadra costruita senza badare a spese e guidata da un allenatore pragmatico, ma in grado di interpretare e sfruttare i punti di forza degli uomini a sua disposizione.
PSG, Borussia Dortmund e Milan sono avvisate: il Newcastle fa sul serio ed una qualificazione agli ottavi della massima competizione continentale, utopistica fino a un paio di stagioni fa, potrebbe essere alla portata dei ragazzi di Howe.
Una considerevole parte nella crescita delle ambizioni del Newcastle può peraltro passare per i piedi di Sandro Tonali: il centrocampista azzurro porta un arsenale di colpi del tutto nuovo per il centrocampo bianconero, e potrebbe risultare l’ago della bilancia per far compiere al Newcastle un netto salto di qualità.