Scritto da Calcio Estero

Jules Koundé, il prototipo del centrale moderno

Analisi del nuovo difensore centrale del Chelsea
10 min

Chi è Jules Koundé?

Jules Koundé, nato il 12 novembre del 1998, è un difensore centrale dalla struttura fisica non eccezionale (1.80m per 70kg) che riesce però a destreggiarsi egregiamente nel ruolo grazie a un’ottima elevazione e soprattutto alle sue importanti capacità tecniche e atletiche.
Arrivato al Siviglia nell’estate del 2019 dopo due stagioni in Francia al Bordeaux, Koundé si è immediatamente preso il ruolo da titolare al fianco di Diego Carlos, vincendo l’Europa League in finale contro l’Inter di Antonio Conte e Romelu Lukaku e guadagnandosi persino la convocazione di Deschamps per l’Europeo, dove ha giocato soltanto una partita contro il Portogallo nel ruolo di terzino destro.

Promesso sposo del Chelsea di Thomas Tuchel, dovrà giocare in un sistema nuovo in cui avrà la possibilità di mettere ancora più in mostra tutte le sue enormi qualità.

Il contesto andaluso

Per poter capire meglio che tipo di giocatore sia Koundé dobbiamo necessariamente dare un’occhiata al sistema di gioco del Siviglia e ai suoi interpreti, concentrandoci in particolare sulla fase difensiva e sulla prima fase di possesso della squadra andalusa.

Lopetegui era solito schierare la sua squadra con un 4-3-3 che mirava a dominare sul piano del possesso palla (60.1%, secondi solo al Barcellona) e ad attaccare con tanti uomini ma sempre mantenendo un buon equilibrio (39.6 xGA, il dato migliore dell’intero campionato).
Per riuscire nel suo intento, Lopetegui schierava due terzini spiccatamente offensivi con un passato da ali, Marcos Acuña a sinistra e il capitano Jesús Navas a destra. Davanti alla difesa Fernando era l’incaricato a dare equilibrio scendendo tra Koundé e Carlos per formare una difesa a 5 in situazione di difesa posizionale e anche nella prima fase di possesso per impostare a 3.

Le sue qualità

Heatmap Jules Koundé
Heatmap di Koundé (📷/Sofascore)

No, vi assicuro che non ho sbagliato, questa è davvero l’heatmap di Jules Koundé. Avrete le idee un po’ più chiare più avanti, ma da questa immagine potete già capire da soli che non stiamo parlando di un difensore centrale classico, bensì della realizzazione più pura e concreta di quel difensore centrale moderno di cui tanto si parla ultimamente: gioco aereo, aggressività e pulizia negli anticipi, conduzione palla al piede, velocità nei recuperi per poter giocare con tanti metri spalle alla porta, qualità tecnica in impostazione. Koundé non solo possiede ognuna di queste qualità, ma le padroneggia. Andiamo a vederle nel dettaglio.

Come già scritto in precedenza, dando uno sguardo alla sua struttura fisica ci aspetteremmo un difensore con qualche difficoltà negli scontri fisici e nel gioco aereo, eppure è esattamente il contrario: Koundé è quasi insuperabile nel gioco aereo e ha vinto il 66.1% degli scontri aerei – per metterlo a paragone con altri suoi colleghi illustri, lo stesso dato di De Vrij e Chiellini, meglio di Sergio Ramos. Questa sua capacità lo rende utile sui calci d’angolo in entrambe le metà campo, nell’ultima stagione infatti ha messo a segno 4 gol, non pochi per un difensore centrale che a malapena – forse – tocca i 180cm.

Non passano inosservate neanche le sue doti atletiche: la sua formidabile velocità gli permette di recuperare tanti metri agli avversari involati verso la porta, motivo per cui è perfetto per una squadra che vuole tenere il baricentro alto e lasciarsi tanti metri alle spalle. Le sue capacità difensive però non si riducono solo alla velocità, è infatti un giocatore complessivamente intelligente, con un’ottima comprensione del gioco e con un buon posizionamento difensivo.

Per un difensore centrale è sempre più imprescindibile avere una buona tecnica di base per poter impostare dal basso, Koundé da questo punto di vista è molto abile come testimoniano i suoi numeri: nell’ultima stagione ha avuto il 90,2% di passaggi completati (93,2% nei passaggi corti e 95,8 nei passaggi medi) e si è posizionato nell’87° percentile per passaggi progressivi.
Non è un giocatore a cui piace rischiare tanto in impostazione, ma è capace sia nel trovare in verticale i compagni dietro le linee di pressione avversarie, sia nel lanciare lungo alle spalle della difesa avversaria.

È un difensore estremamente aggressivo negli anticipi, pronto a seguire il suo avversario per tutto il campo pur di non farlo girare. Tuttavia, nelle altre fasi di gioco è un difensore meno proattivo di quanto si potrebbe pensare, infatti preferisce aspettare la prima mossa dell’avversario piuttosto che tentare un intervento o una scivolata rischiosa; questa sua attitudine unita alla sua velocità e alla sua straordinaria forza nelle gambe lo rende quasi insuperabile in 1vs1 (84° percentile per dribbling superati, ma solo nel 10° per dribbling contrastati).

Una delle caratteristiche più notevoli del suo gioco sta nella sua capacità di trasformare in una frazione di secondo un’azione difensiva in una offensiva, in maniera simile a come vediamo fare dai centrali dell’Atalanta di Gasperini (specialmente Romero), ma Koundé possiede delle capacità fuori dal comune per il ruolo per quanto riguarda la conduzione del pallone, – aspetto per cui si posiziona al 93° percentile tra i difensori centrali dei primi 5 campionati europei – il dribbling – 98° percentile per dribbling tentati e per dribbling completati – e gli inserimenti senza palla.

Ciò che più sorprende nel suo stile di gioco sta proprio nel fatto che Koundé è solito provare queste giocate palla al piede non solo dopo aver anticipato un difensore (quindi in una situazione di vantaggio), ma è in generale una sua peculiarità grazie alla quale riesce a fornire un enorme apporto in fase offensiva tra sovrapposizioni, sottoposizioni (traduco letteralmente dall’inglese underlap), conduzioni palla al piede, dribbling e inserimenti senza palla.
È un difensore centrale ma a volte sembra quasi dimenticarsene, motivo per cui qualcuno gli ha cucito addosso il ruolo di difensore box-to-box.

Inizia a diventare più credibile l’heatmap che avete visto prima, vero?

Inoltre, sembra avere un debole per i salvataggi miracolosi grazie al suo atletismo, al suo posizionamento difensivo e grazie anche a un briciolo di follia, chiedete ai tifosi dell’Inter.

Aree di miglioramento

È difficile individuare delle pecche in giocatori completi come Jules Koundé, ma a soli 22 anni può sicuramente migliorare in due aree del suo gioco: il coraggio in impostazione e la cautela negli inserimenti offensivi.

Per quanto riguarda l’impostazione dal basso, come già scritto, le capacità non gli mancano: ha la qualità per incidere in questo aspetto e ha anche una discreta varietà di soluzioni, l’ultimo step che deve compiere in questo senso consiste – incredibilmente considerato il tipo di giocatore – nei troppi pochi rischi che si prende quando deve costruire. Tende a cercare il passaggio più semplice quando magari ci sono soluzioni più rischiose ma più efficaci, però ha la qualità, il coraggio e il tempo per diventare ancora più decisivo in questa fase del gioco sempre più importante.

Koundé in impostazione
Sicuramente l’impostazione dal basso è uno degli aspetti su cui può migliorare (📷/GettyImages)

Il secondo punto invece coincide paradossalmente con il suo punto di forza, ossia l’apporto offensivo: deve imparare a essere più ponderato quando sceglie di accompagnare la fase offensiva perché spesso lascia dei buchi importanti che i compagni non hanno il tempo di coprire. Va detto però che un discorso è attaccare con questa continuità quando giochi difensore centrale in una difesa a 4, tutt’altro discorso è invece avere queste soluzioni offensive quando giochi da braccetto in una difesa a 3 con la certezza di avere un uomo in più a proteggere il buco che crei nelle sortite offensive; fortunatamente, quest’ultima situazione sarà proprio quella in cui vedremo giocare Koundé dalla prossima stagione al Chelsea.

Come si adatterà Jules Koundé al Chelsea?

Il Chelsea di Thomas Tuchel, che abbiamo ormai imparato a conoscere, si schiera con un 3-4-2-1 particolarmente versatile che a seconda dell’avversario e del momento della partita tenta di alzare o abbassare il baricentro; in questo senso Koundé è un acquisto perfetto perché può adattarsi a entrambe le situazioni in quanto adatto a giocare con tanti metri alle spalle considerata la sua velocità così come a giocare con un baricentro più basso per via del suo gioco aereo e delle ottime letture difensive.

Come abbiamo detto all’inizio, Koundé è abituato a giocare in una difesa a 4 come centrale di destra, ma le sue caratteristiche tecniche, atletiche e in generale il suo stile di gioco lo rendono perfetto per giocare come braccetto di destra, perché dal punto di vista offensivo avrà ancora più libertà di uscire palla al piede, di sovrapporsi e di inserirsi senza palla, per non dimenticare le sue ottime doti in impostazione che sono molto apprezzate da Tuchel per il ruolo di difensore centrale.

Dal punto di vista difensivo, l’allenatore tedesco vuole che i braccetti della sua difesa a 3 siano molto aggressivi negli anticipi per difendere nei mezzi spazi – come abbiamo visto bene nella finale di Champions League contro il Manchester City di Guardiola, in cui non a caso Rudiger e Azpilicueta sono stati probabilmente i due migliori in campo – e questa è una delle qualità di Koundé che più saltano all’occhio specialmente se abbinata alla capacità nell’attaccare la porta avversaria una volta rubato il pallone.

In conclusione, Jules Koundé avrà senza ombra di dubbio la possibilità di diventare ancor più efficiente e dominante in questo nuovo ruolo, in cui potrà affermarsi come uno dei migliori difensori centrali in assoluto – e già adesso secondo me non ci va molto lontano.

Jules Kounde
Koundé con la maglia dei Bleus di cui sarà, con tutta probabilità, uno dei futuri pilastri (📷/GettyImages)

Il mio monito è quindi di fare attenzione al Chelsea per i prossimi anni, perché sta continuando ad aggiungere pezzi importantissimi a una squadra che si è già dimostrata di livello assoluto con la vittoria della Champions di due edizioni fa – tra l’altro con giocatori giovani con enormi margini di miglioramento – ed è in mano a uno dei più bravi allenatori in circolazione.

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