Scritto da LineaVerde, Serie A

Khvicha Kvaratskhelia: l’uomo della rivoluzione

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L’uomo della rivoluzione: così potremmo definire Khvicha Kvaratskhelia, il georgiano classe 2001 arrivato per sostituire l’ex capitano Lorenzo Insigne, idolo della tifoseria nell’ultimo decennio.

Nato a Tbilisi, Khvicha si forma prima in patria nella Dinamo Tbilisi, per poi finire sotto gli occhi attenti degli scout d’Europa con il suo passaggio al Rubin Kazan. La tappa russa è la vera svolta della sua carriera, dove si consacra come il miglior giovane del campionato russo prima di diventare il leader tecnico della nuova nazionale georgiana e segnare diversi gol decisivi tra cui spicca senza dubbio quello alla Spagna, la sua vittima più prestigiosa in questa prima fase di carriera.

Kvaratskhelia vs Spagna
(📷/Getty Images)

Che giocatore è Kvaratskhelia?

Il nuovo acquisto azzurro si delinea come un esterno offensivo con spiccate doti di dribbling, sua qualità principale, che sembra a suo agio nell’utilizzo di entrambi i piedi e con un fiuto del gol che sembra tutt’altro che male nonostante in carriera non abbia numeri da esterno prolifico.

Qui, per esempio, dopo un esecuzione perfetta dell’uno-due con Osimhen finalizza di prima con l’esterno destro

Già nelle prime uscite in amichevole in maglia azzurra ha mostrato di avere grandissime potenzialità sia da finalizzatore che come regista offensivo, con dei lampi da giocatore potenzialmente totale sia sull’esterno sinistro che nel mezzo spazio.

La sua heatmap dell’ultima stagione in Russia ci mostra come Kvaratskhelia ami giocare da esterno puro con tendenza ad accentrarsi per tentare il dribbling o andare al tiro.

Kvaratskhelia heatmap
(📷/Sofascore)

Primo grande flash da passatore in maglia azzurra: nella gara contro l’Adana, Kvara fa una giocata che ha segnato gli ultimi 10 anni di Napoli, palla sul secondo palo per l’inserimento di Lozano che va in gol.

Di sicuro parliamo di un esterno che ha tutto per esplodere in un calcio che predilige sempre di più giocatori come lui capaci di attaccare con costanza l’1v1 per creare vantaggio con il grande pro di essere un giocatore totalmente a suo agio col piede debole, caratteristica che toglie punti di riferimento al suo marcatore.

Ciò che ruba l’occhio però è senza dubbio la sua capacità innata di puntare e saltare l’uomo con una facilità quasi disarmante, nonostante debba ancora lavorare su certi aspetti che approfondiremo. Il dribbling di Zizì, come viene chiamato il classe 2000, è di quelli esteticamente appaganti, elegante ma potente, caratteristica che potrebbe renderlo uno degli esterni più chiacchierati nel panorama europeo nel prossimo decennio e che l’ha reso già un idolo della tifoseria partenopea nonostante 0 presenze ufficiali con la casacca azzurra.

Da non sottovalutare anche il suo controllo palla magnetico, con la capacità di addomesticare palloni anche molto complicati come possiamo vedere in questa clip di una delle sue prime apparizioni azzurre.

Kvaratskhelia amichevole
(📷/Getty Images)

Limiti e possibile inserimento tattico di Kvaratskhelia

Credo che in generale oltre a doversi sgrezzare in alcune giocate l’attuale vero limite di Kvaratskhelia su cui dovrà lavorare per diventare un campione è il suo decision making, qualità che spesso fa la differenza tra un ottimo giocatore e un top player. In particolare, si fida troppo del suo ottimo dribbling rischiando banali palle perse anche in zone di campo potenzialmente molto pericolose, difetto che paghi caro a questi livelli in cui la differenza la fanno gli episodi e i dettagli.

Non insistere con il dribbling quando è oltre le sue possibilità sarà il punto chiave per la sua crescita come calciatore, affinando magari anche le sue qualità di regia, fondamentali per un esterno moderno che ama avere la palla al piede.

La domanda sorge spontanea: come può un esterno con queste caratteristiche andare a sostituire un giocatore così diverso come Insigne? La risposta sta nell’uomo al centro del progetto Napoli per la prossima stagione: Victor Osimhen.

In casa azzurra quest’estate ha segnato probabilmente la rivoluzione più grande dell’era De Laurentiis, per la nascita di un Napoli che si allontana sempre di più dal suo calcio quasi spagnoleggiante con tanti giocatori molto qualitativi che portavano ad avere quasi sempre il controllo del pallone, a un calcio di totale intensità in ogni zona di campo per cercare insistentemente la giocata in verticale, con diversi innesti presi per aumentare centimetri e fisicità della squadra di Spalletti, uniti a giocatori meno potenti ma adatti ad un calcio che fa della verticalità il suo mantra; in quest’ottica va inserito il nome di Giacomo Raspadori, la grande telenovela di questo mercato azzurro.

Per il georgiano si prospetta quindi una prima stagione già piena di responsabilità, dove la sua capacità di creare vantaggio palla al piede sarà una delle armi, se non la principale, per far funzionare al meglio l’attacco dei partenopei. Inoltre occhio ai rigori (anche in chiave fantacalcio), il georgiano è stato uno dei rigoristi in amichevole e ha calciato con grande personalità, candidandosi al ruolo di tiratore principale che gli verrà probabilmente conteso da Victor Osimhen.

Kvaratskhelia amichevole 2
(📷/Getty Images)

Insomma, le premesse per essere davanti a un giocatore che può scaldare la piazza ci sono tutte, e l’ambiente, nonostante abbattuto dai pesanti addii estivi, sembra averlo accolto con grande entusiasmo, ora starà a Khvicha dimostrare di che pasta è fatto. Il turning point della sua carriera è arrivato.

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