Da elemento misterioso voluto solo per la plusvalenza di Joao Cancelo, a perno dell’impostazione della Juventus ed una candidatura a premio di giocatore più migliorato.
L’ennesimo grande prodotto del lavoro di Guardiola ha preso in mano la difesa di Juventus e Brasile, divenendo un giocatore molto apprezzabile sia in attacco che in difesa.
Osserviamo insieme l’ascesa di Danilo Luiz da Silva.
La metamorfosi di Danilo
Attenzione, attenzione, state per assistere ad un Danilo Appreciation Post.
No, nemmeno io mi sarei mai immaginato di farne uno, non dopo una stagione di prestazioni mediocri, errori banali e pochi lampi. Lampi che mostravano corsa, capacità di strappare e di gestire il pallone; lampi che mi hanno fatto pensare potesse risultare un elemento utile e positivo per la Juve ma mai avrei pensato ad un inizio di stagione così. Mai avrei pensato che nei primi tre mesi della gestione Pirlo, Danilo sarebbe stato uno dei migliori tre giocatori della stagione juventina.
La fase difensiva
Danilo ha saltato 28 minuti nelle 6 partite di Champions e 24 minuti nelle 9 di campionato occupando posizioni da terzino sinistro e destro, terzo di sinistra e di destra e perfino da centrale nell’emergenza juventina in difesa. Questa duttilità e queste posizioni sono state la chiave per il buon rendimento stagionale. Infatti, nella Juve di Piro che difende a 4 ma imposta a 3, il brasiliano esalta le sue qualità e nasconde i suoi difetti ma soprattutto può gestire i ritmi della sua partita per mantenere la concentrazione, che a ben vedere è sempre stato forse il suo difetto principale. In difesa, deve affrontare due tipi di azioni: la transizione e la difesa schierata.
Nel primo, sfrutta la sua gamba per accorciare in avanti, temporeggiare oppure portare pressione sul portatore di palla con efficacia (spulciando i dati a disposizione sul sito Fbref, la squadra recupera palla entro cinque secondi nel 44% delle volte in cui Danilo applica pressione, 3° miglior dato del campionato). Bisogna anche dire che a volte i tempi dell’anticipo sono fuori fase e questo fa in modo che si aprano praterie visto l’assetto sbilanciato in avanti della Juventus.
Inoltre, il brasiliano è bravo nella lettura dei passaggi andando a intercettare 2,7 palloni a match (7° migliore della Serie A).
A difesa schierata, Danilo sfrutta una grande forza fisica che lo porta a vincere il 64% dei contrasti e il 67% dei duelli aerei. Parliamoci chiaro, non è un giocatore insuperabile in dribbling e non fa sicuramente le migliori diagonali al mondo ma riesce con costanza a mantenere la concentrazione e fare le scelte giuste, cosa che sembrava impossibile l’anno scorso. L’ex City e Real (insomma, uno a cui non manca l’esperienza) è premiato tra i centrali anche dai rating statistici: 2° per Sofascore (dietro a Milenkovic, pari a Kjaer), 5° per Whoscored, 6° per il rating dell’osservatorio calcistico CIES e 8° per il rating Instat.
Tuttavia, il lato del campo in cui il brasiliano fa veramente la differenza per questa Juventus è quello offensivo.
La fase offensiva
Danilo sta coprendo il ruolo di regista offensivo che l’anno scorso copriva Cuadrado (con l’effetto indiretto di permettere al colombiano di giocare esterno con i risultati che stiamo vedendo).
Tocca 94,5 palloni per partita (3° in Serie A per tocchi totali, dietro Locatelli e Ferrari, e per 90 minuti, dietro il centrocampista del Sassuolo e Brozovic), come Arthur e 18 in più di Bonucci. Inoltre, è secondo per tocchi nel terzo centrale del campo ed è il difensore centrale che tocca più palloni nel terzo di campo offensivo.
Conseguenza dei tocchi sono i passaggi: 3° in Serie A per passaggi completati (nettamente il 1° nella Juve), 3° per progressive distance (definita come la somma della distanza coperta in avanti dai suoi passaggi, 1° nella Juve) e 1° tra i centrali per progressive passes (definiti come il numero di passaggi in cui la palla si sposta di almeno 10 metri verso la porta avversaria, 1° nella Juve). Inoltre, è terzo per numero di passaggi per entrare nel terzo offensivo (dietro solo a Locatelli e Luis Alberto) ma è anche il miglior centrale per passaggi completati per entrare in area di rigore (2° nella Juve!).
Quest’ultima voce mostra un’altra caratteristica importante per la manovra juventina: Danilo funge da miccia che cerca i triangoli larghi con le punte (come abbiamo visto nel video dedicato alla partita con il Cagliari) sfruttando la buona capacità di verticalizzazione (da ricordare come al Santos il brasiliano abbia giocato anche a centrocampo) e la sua capacità di conduzione del pallone. Esempi di questa sua abilità di iniziare le azioni più pericolose possiamo vederle nei meravigliosi palloni messi a Cuadrado e McKennie per i gol di Morata contro Ferençvaros e Spezia e nell’azione del gol di Ronaldo contro il Cagliari.
In conclusione
Danilo è quindi la dimostrazione come alcuni giocatori possano esaltarsi nel contesto adatto, aprendo scenari interessanti per la difesa juventina come un’iperaggressiva difesa senza Bonucci, e si candida al premio di sorpresa dell’anno (p.s. avrà vinto il premio di Most Improved Player? Potete scoprirlo cliccando su questo link).
No, non mi aspettavo di scrivere un pezzo del genere ma oggettivamente Danilo un pezzo del genere lo merita tutto.