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Making of – I gol della 6a giornata

Analizziamo i migliori gol realizzati nella 6a giornata di Serie A
4 min

In questa nuova rubrica diamo uno sguardo più approfondito ai gol più belli e più interessanti dal punto di vista tattico realizzati nell’ultima giornata di campionato.

Daniel Maldini (0-1, Spezia-Milan)

Nella gara a La Spezia, il Milan è passato in vantaggio con un gol storico: quello di Daniel Maldini. La marcatura nasce da una rete di nove passaggi a muovere palla avanti e indietro alla ricerca di una posizione pericolosa, mentre Tonali funge da braccetto di destra nell’impostazione a tre, permettendo a Kalulu di alzarsi tantissimo come visto nella gara contro la Juventus.

Lo spazio giusto viene trovato da Leao che riceve, penetra e allarga proprio per il francese, che crossando in mezzo, trova il taglio in anticipo di Daniel, contro una difesa spezzina un po’ troppo passiva. È l’1-0 del Milan.

Lautaro Martinez (1-0, Inter-Atalanta)

Inter-Atalanta è stata sbloccata da un gol stupendo di Lautaro Martinez: Barella riceve sul suo amato centrodestra e serve un pallone splendido (è un tipo di passaggio che ama fare) per Lautaro Martinez che si coordina alla grande e la mette al volo sotto l’incrocio (di ginocchio). Da apprezzare, oltre al bel passaggio di Barella e alla super coordinazione del Toro, il movimento di Lautaro che attacca con i tempi giusti lo spazio tra Freuler e Palomino.

Ruslan Malinovskyi (1-1, Inter-Atalanta)

Bellissimo l’1-0 di Lautaro, bellissimo l’1-1 di Malinovskyi. Il gol nasce da una delle giocate più caratteristiche dell’Atalanta di Gasperini: un anticipo altissimo e aggressivo di Palomino su Martinez. Dopo un rimpallo tra Zapata e De Vrij il pallone arriva a Malinovskyi – probabilmente uno dei migliori giocatori in circolazione nel calciare in porta – che tira un bolide imparabile per Samir Handanovic. Da rivedere in questa circostanza Milan Skriniar, decisamente troppo passivo: avrebbe dovuto accorciare su qualsiasi tiratore al limite dell’area, figurarsi se quel tiratore è Malinovskyi.

Edin Džeko (2-2, Inter-Atalanta)

Terzo gol in analisi per Inter-Atalanta, in questo caso il pareggio dell’Inter siglato da Džeko. Di certo non si tratta di un bel gol a livello estetico, ma va sottolineato l’importantissima giocata di Dimarco: da braccetto accompagna l’azione con grande velocità e crea un 3vs2 sulla sinistra, si inserisce in area senza palla e va al tiro, poi parato e respinto in rete dal bosniaco.

Nikola Kalinić (3-3, Genoa-Hellas Verona)

Partita scoppiettante a Marassi che il Verona pareggia nel recupero con un’azione di splendida coralità: la palla parte dal centro verso la fascia sinistra, palla sulla trequarti e uno-due al limite dell’area di Caprari, palla fuori e apertura sulla destra per Casale che crossa al centro dove sei veronesi aspettano il pallone, tra cui Kalinic che incorna il 3-3. Una splendida azione da manuale che sfrutta il campo da parte a parte e muovendo palla dentro e fuori.

Leonardo Bonucci (2-0, Juventus-Sampdoria)

Contro la Samp, la Juve è passata in vantaggio con una magia di Dybala dal limite in un’azione aperta da un cambio di gioco splendido di Locatelli e chiusa dall’assist dello stesso, ma la rete interessante da analizzare è la seconda. Il gol è segnato su rigore ma l’azione che lo provoca parte dell’impostazione a tre juventina dettata dalla Salida Lavolpiana di Locatelli tra i centrali. Palla a De Ligt sulla sinistra, movimento incontro di Morata e corrispondente attacco della profondità di Kulusevski dietro l’uscita di Colley.

Lo svedese lavora di fisico e tecnica il lancio del centrale e apre a destra per Chiesa, mentre la Juve si trova in superiorità numerica 5 contro 4. Da sottolineare come gli juventini siano i tre giocatori più offensivi, Morata, Chiesa e Kulusevski, ma soprattutto i due terzini, Cuadrado e Alex Sandro, altissimi in questa costruzione. Chiesa va al tiro, Murru la devia con il braccio e Bonucci trasforma il 2-0.

Antonio Candreva (3-2, Juventus-Sampdoria)

Cuadrado perde un bruttissimo pallone nella propria metà campo e dà il via alla transizione blucerchiata guidata da Damsgaard, il quale serve Adrien Silva sul limite sinistro dell’area. A questo punto la Sampdoria attacca benissimo l’area di rigore: Quagliarella attacca il primo palo seguito da Chiellini, Torregrossa attacca il secondo pallo seguito da Ramsey e Candreva viene a rimorchio per ricevere il più classico dei pase de la muerte e segnare il gol del 3-2.

La Sampdoria ha il merito di attaccare l’area nel modo giusto e con tanti uomini, ma rivedendo il gol è chiaro che Alex Sandro avrebbe dovuto accorciare su Candreva dato che c’era già Ramsey su Torregrossa.

Musa Barrow (1-1, Empoli-Bologna)

Il gol del temporaneo pareggio del Bologna a Empoli nasce da un calcio d’angolo: l’Empoli difende a zona con 9 effettivi nell’area piccola e con il solo Di Francesco vicino al limite dell’area. Appena parte la rincorsa di Skov Olsen i 6 giocatori bolognesi in area attaccano l’area piccola, Di Francesco si dimentica colpevolmente di Barrow al limite dell’area, il quale, ben servito da Skov Olsen, calcia di prima e di piatto nell’angolino basso. Il tiro non è fortissimo, ma l’area è troppo occupata affinché Vicario possa vedere partire il pallone.

Sergej Milinkovic-Savic (1-0, Lazio-Roma)

Il divertentissimo derby di Roma è stato sbloccato da un gol di testa di Sergej Milinkovic-Savic su assist di Felipe Anderson. L’azione parte dalle retrovie con Luiz Felipe che trova in verticale Immobile che di prima gioca di sponda per Milinkovic-Savic. Da questo momento in poi i giocatori della Roma sembrano dimenticarsi dell’esistenza del serbo: Mancini e Ibanez sono entrambi attratti da Immobile e lontanissimi dal centro della difesa, Cristante e Veretout né coprono il buco lasciato da Mancini, né seguono il movimento di Milinkovic, Karsdorp infine è lentissimo nel leggere il movimento del centrocampista della Lazio.

Grandi meriti vanno sicuramente a Felipe Anderson autore di un passaggio millimetrico, ma la difesa della Roma in questa circostanza è stata a dir poco imbarazzante.

Pedro (2-0, Lazio-Roma)

Il raddoppio della Lazio nasce da un’azione di contropiede in seguito a un dubbio contatto tra Hysaj e Zaniolo in area di rigore, Pedro serve Immobile e continua a seguire l’azione venendo incomprensibilmente mollato e dimenticato da Cristante. Lo spagnolo quindi soltanto continuare a correre e ad attaccare il varco nella difesa giallorossa, attendere l’assist di Immobile e concludere con un bel destro rasoterra all’angolino dove Rui Patricio non può intervenire.

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