Probabilmente i tifosi della Sampdoria hanno vissuto l’annuncio della titolarità di Damsgaard nel match di San Siro contro il Milan portando la mente al confronto casalingo di questa stagione dei blucerchiati con l’Inter, sperando che il danese potesse ripetere quella prestazione memorabile. E la risposta è arrivata. Eccome. La prima del classe 2000 alla scala del calcio ha lasciato infatti intravedere ancora una volta sprazzi di grande talento, puro e freschissimo.
A Marassi, contro gli uomini di Antonio Conte, l’ex Nordsjaelland sfoderò un’ottima prova quasi da seconda punta in un 4-4-1-1 partendo alle spalle di Keita, il cui gol vittoria del 2-1 lasciò negli occhi di tutti una chiara rappresentazione di buona parte del repertorio proprio di Damsgaard: palla contesa in mezzo al campo e grande guizzo nello stretto, dribbling con palla da una parte e taglio interno dall’altra per accerchiare e superare Bastoni, volo sul fondo e cross rasoterra perfetto, con l’attaccante ex Lazio e Barcellona che ha poi concluso in porta con un bel destro radente.
Chi é Damsgaard
Il suo ruolo in questa Samp, però, è sempre più spesso quello di esterno sinistro di centrocampo con possibilità di muoversi e accentrarsi o andare in profondità, visto anche il baricentro abbastanza basso e quindi la possibilità di far valere la sua grande velocità in conduzione. Nonostante ciò, Ranieri lo ha provato in più posizioni, partendo dall’esterno di centrocampo sull’altra corsia, passando per il trequartista puro in un 4-3-1-2 e arrivando fino a una posizione da seconda punta o addirittura da falso nove come appunto nelle occasioni dei match contro Inter e Spezia.
Pregi: dribbling, visione e precisione
Passando nello specifico alle caratteristiche, uno dei migliori tratti di Damsgaard riguarda il dribbling, arma con cui a San Siro per più di un’ora ha fatto ammattire Castillejo e Saelemaekers, rendendosi protagonista anche in fase di pressing e recupero palla.
L’altra chiave del gioco di Damsgaard è indubbiamente la precisione del passaggio e della visione di gioco tra le linee con trame spesso precise e illuminanti, mentre al momento sembra peccare un po’ dal punto di vista degli inserimenti centrali senza palla e nella finalizzazione, come nell’occasione in un cui Theo Hernandez, nell’area rossonera, gli ha sottratto il pallone prima che il giovane della Samp riuscisse a colpire per andare al tiro.
Proprio per questo il suo futuro sembra molto adatto per vederlo giostrare in una “mezza zona” (half-space) come per esempio lo spazio che dovrebbe coprire nella posizione di mezzala sinistra molto offensiva o da trequartista esterno alle spalle di una punta con la possibilità sia di accelerare che di imbucare con palloni interessanti, un po’ il ruolo che ricopre Ilicic all’Atalanta, per certi versi giocatori che può essere considerato simile e accostato a Damsgaard.
Detto ciò, Damsgaard rimane un ventunenne (come Kean, Vlahovic e Haaland) con margini di miglioramento altissimi che possono riguardare il minimo sviluppo muscolare/strutturale e la continuità all’interno della partita o nel corso delle giornate, che verosimilmente potrà arrivare con il passare degli anni, dei contesti e degli allenatori.
Intanto però, mentre fantastichiamo sul suo futuro dopo questo tipo di prestazioni contro le due milanesi in questo campionato 20/21, chissà che la Scala del Calcio o il nuovo stadio in progetto non possano trasformarsi nel suo giardino di casa.