Contenuti
In questa prima parte del Power Ranking targato The GegenPress ci concentriamo sulla lotta salvezza, ossia su quelle squadre che secondo la nostra Redazione arriveranno nelle ultime 5 posizioni in classifica e lotteranno fino all’ultimo per non retrocedere.
In seguito ad una scheda riassuntiva delle 5 squadre selezionate, a rappresentare – o eventualmente screditare – le nostre scelte ci saranno Eugenio Calzolari (E.C.), Riccardo Greco (R.G.) e Fabrizio Pellegrino (F.P.).
20° – SALERNITANA
Allenatore
Fabrizio Castori
Movimenti di mercato
In entrata: Bonazzoli (Torino), L.Coulibaly (Angers), Delli Carri (Juventus U23), Fiorillo (Pescara), Gagliolo (Parma), Kastanos (Frosinone), Kechrida (Etoile du Sahel), Obi (Chievo), L.Ranieri (Fiorentina), Ribery (Fiorentina), Ruggeri (Atalanta), Simy (Crotone), Strandberg (Ural), Vergani (Bologna), Zortea (Cremonese).
In uscita: M.Antonucci (Cittadella), Tiago Casasola (Frosinone), Cicerelli (Frosinone), Kiyine (Venezia), Kristoffersen (Cosenza), Kupisz (Pordenone), Mantovani (Alessandria), Micai (Reggina).
Formazione tipo
(3-5-2): Belec; Strandberg, Gyomber, Gagliolo; Kechrida, M. Coulibaly, Di Tacchio, Obi, Ruggeri; Simy, Ribery.
Posizionamento nello scorso campionato
2° in Serie B
Giocatore chiave
Simy
Le speranze di salvezza dei granata si basano più che altro sulla vena realizzativa del nigeriano ex Crotone, autore di ben venti gol nello scorso campionato di Serie A. Simy, dopo cinque anni passati in Calabria, in cui ha segnato 64 gol in 152 partite vincendo anche il titolo di capocannoniere in Serie B nel 2019/20, è pronto a confermarsi nella massima serie, cercando eventualmente di convincere qualche squadra più blasonata a puntare su di lui.
Giocatore da tenere d’occhio
Mamadou Coulibaly
Dopo una sorprendente stagione d’esordio in Serie A con il Pescara a soli 18 anni, Coulibaly ha passato diverse stagioni in prestito in Serie B dall’Udinese, squadra che lo prelevò nell’estate del 2018.
Per il centrocampista senegalese si tratta della prima stagione da titolare in Serie A e dovrà farsi trovare pronto per sfruttare al meglio le sue chance.
Da segnalare il gol all’esordio, nella sconfitta subita in extremis contro il Bologna.
Considerazioni
E.C.: La meno attrezzata alla permanenza nel massimo campionato è la Salernitana e mi sento di condividere con tutto me stesso questo risultato. La rosa a disposizione di Castori è palesemente inadatta e rischia di superare il record negativo di reti subite detenuto dal Crotone dello scorso anno (92). Infatti, la squadra di Salerno ha subito 7 gol nelle prime due partite presentandosi in difesa con Gyomber e Jaroszynski titolari, giocatori che temo possano soffrire gli alti livelli a cui si sottoporranno. Il neo acquisto Gagliolo, coadiuvato da una buona batteria di terzini affamati di dimostrare il loro valore come Ruggeri (in prestito dall’Atalanta) e Ranieri (in prestito dalla Fiorentina) possono parzialmente risollevare le sorti del reparto difensivo.
L’analogia col Crotone continua, se si cita il principale acquisto di mercato Simy, autore di 20 gol in 38 presenze lo scorso anno con la maglia rossoblù. La differenza principale consiste però negli interpreti di centrocampo e trequarti, dove nella stagione passata l’attaccante nigeriano poteva contare su Messias ed Ounas, capaci di sviluppare un gioco offensivo valido. La loro assenza potrebbe pesare fortemente sui numeri realizzativi di Simy e condannare di conseguenza la Salernitana alla retrocessione.
R.G.: La Salernitana è la classica neopromossa che tenterà il miracolo salvezza confermando in toto, o quasi, l’organico della Serie B, con pochi elementi di qualità e un impianto di gioco pressoché “assente”. Queste prime due giornate di campionato ci hanno già fatto capire che la Salernitana rifiuta quasi completamente una costruzione elaborata per lasciare spazio a continui lanci lunghi. È suo il dato più basso di passaggi su azione in Serie A, registrato nell’ultima partita contro la Roma.
Guardando alla storia recente della Serie A, poca tecnica e gioco estremo di rimessa coincidono con una retrocessione quasi assicurata. Non basta acquistare Simy sul mercato per garantirsi nuovamente i 20 gol dell’anno scorso, dato che questi sono sicuramente molto legati al sistema offensivo messo su da Serse Cosmi. Non essere riusciti a strappare punti al Bologna quando la partita si era messa su binari favorevoli è già il primo campanello d’allarme della stagione.
F.P.: La Salernitana è senza dubbio la squadra che mi sembra più in difficoltà ad affrontare la categoria. I campani, neopromossi, hanno vissuto un’estate a dir poco movimentata a causa della cessione societaria necessaria a conservare il risultato della promozione maturato sul campo.
Il colpo Simy è senza dubbio un lusso per la lotta salvezza come ha mostrato la sua ultima apparizione a Crotone, ma proprio come in Calabria potrebbe non bastare: la squadra di Castori sembra infatti in grande difficoltà, come dimostra l’esordio casalingo dei granata contro la Roma in cui la squadra di Salerno ha registrato record negativi per passaggi completati e possesso palla. La salvezza sembra quindi un’oasi irraggiungibile per i campani, ma occhio all’esperienza alla categoria di Fabrizio Castori, che anche a Carpi ha saputo far rendere la squadra oltre le aspettative.
19° – VENEZIA
Allenatore
Paolo Zanetti
Movimenti di mercato
In entrata: Ampadu (Chelsea), Busio (Kansas City), Caldara (Milan), de Vries (Philadelphia Union), Ebuehi (Twente), Haps (Feyenoord), Henry (Oud-Heverlee Leuven), Heymans (Waasland-Beveren), Kiyine (Salernitana), Okereke (Club Brugge), Peretz (Maccabi Tel Aviv), Schnegg (LASK Linz), A.Sigurdsson (CSKA Mosca), Tessmann (FC Dallas).
In uscita: S. Esposito (Basilea), Felicioli (Ascoli), Pomini (SPAL), D.Rossi (Vis Pesaro), Taugourdeau (Vicenza).
Formazione tipo
(4-3-3): Lezzerini; Mazzocchi, Caldara, Ampadu, Haps; Crnigoj, Busio, Heymans; Okereke, Henry, Johnsen.
Posizionamento nello scorso campionato
5° in Serie B (vittoria play-off promozione)
Giocatore chiave
Thomas Henry
Come per molte neopromosse, le speranze di salvezza si basano principalmente sulla capacità del proprio attaccante di fare gol. Henry, classe 94 arrivato dal Leuven, avrà tale compito per la formazione veneta. Attaccante alto (192 cm), ha tutte le caratteristiche che una punta di una squadra in lotta per la retrocessione dovrebbe avere: molto bravo a tenere su palloni per far rifiatare la squadra e dialogare con i compagni. Ha anche un ottimo fiuto del gol, come dimostrano i 55 gol segnati nelle ultime tre stagioni in Belgio, anche se il passaggio in Serie A potrebbe rivelarsi complicato.
Giocatore da tenere d’occhio
Gianluca Busio
Il giocatore più atteso della stagione del Venezia è senza dubbio Gianluca Busio, classe 2002 arrivato in estate dalla MLS. Busio, americano ma con chiare origini italiane, è uno dei tanti talenti made in USA che si stanno affacciando in questi ultimi anni in Europa. Solitamente gioca davanti alla difesa, abbinando un ottimo tempismo in fase di non possesso con una gestione del pallone e della manovra notevole. Nonostante l’età gioca a livello professionistico dal 2018, e in questi anni in America ha giocato 65 partite, segnando 8 gol e fornendo altrettanti assist. Ha inoltre preso parte alla spedizione vincente di Team USA nella Gold Cup di questa estate, disputando tutte le sei partite e fornendo anche un assist.
Considerazioni
E.C.: Prosegue ancora il mio essere d’accordo con la classifica, perché reputo il Venezia non in grado di salvarsi. La causa principale è da ritrovarsi negli svariati volti nuovi che non riusciranno, sia per la giovane età che per inesperienza di Mister Zanetti, a collaborare assieme in maniera ottimale. La situazione ricorda quella del Parma l’anno scorso: i soldi investiti sono stati molti ma la squadra necessiterà di tempo per rodarsi e in Serie A questo tempo non esiste.
Johnsen, Busio, Sigurdsson, Heymans, Tessmann e Svoboda sono tutti profili interessanti che sono sicuro miglioreranno vistosamente in serie B e potrebbero essere pronti per far salvare il Venezia fra 2 anni, qualora dovesse risalire in Serie A.
R.G.: La squadra di Paolo Zanetti può contare su qualche elemento di qualità interessante, come Henry, e un assetto che almeno finora sembra abbastanza organizzato. Il problema resta la fase offensiva: per quanto si sforzino maggiormente di giocare il pallone rispetto alla Salernitana, lo score finora è di 0 gol fatti. Il dato è, a mio modo di vedere, preoccupante, specie se consideriamo buona parte del match contro il Napoli giocato in superiorità numerica e la prestazione contro l’Udinese, che è solidissima, ma pur sempre competitor diretta per la salvezza.
F.P.: Secondo me il vero uomo in più dei lagunari è l’allenatore, Paolo Zanetti. La squadra veneta, neopromossa dopo un playoff al cardiopalma contro un’altra veneta, il Cittadella, ha sicuramente tra i punti di forza una grande organizzazione di squadra e un gioco senza dubbio godibile.
Molto passerà dai piedi di due nuovi acquisti come Busio e Henry, giocatori molto interessanti e nuovi al nostro campionato, mentre proprio l’inesperienza alla categoria potrebbe tradire una squadra che ricorda molto lo Spezia di Italiano per il percorso che l’ha portata in massima categoria ma che mi sembra meno pronta al salto anche per le qualità dei suoi singoli. Sarà tutto nelle mani di mister Zanetti, uno dei tecnici emergenti più interessanti del panorama italiano.
18° – SPEZIA
Allenatore
Thiago Motta
Movimenti di mercato
In entrata: Agudelo (Genoa), Amian (Tolosa), Antiste (Tolosa), Bourabia (Sassuolo), E.Colley (Atalanta), Hristov (Pro Vercelli), Kovalenko (Atalanta), Manaj (Barcellona), Mraz (Zaglebie Lubin), Nikolaou (Empoli), Reca (Atalanta), E.Salcedo (Verona), Sher (Hammarby), Strelec (Slovan Bratislava).
In uscita: Agoumé (Brest), Dell’Orco (Perugia), Galabinov (Reggina), Ismajli (Empoli), Kiwior (Zilina), Krapikas (svincolato), Marchizza (Empoli), Piccoli (Atalanta), M.Ricci (Frosinone), Vignali (Como).
Formazione tipo
(3-4-3): Zoet; Nikolau, Erlic, Hristov; Amian, Maggiore, Bourabia, Bastoni; Verde, Gyasi, Colley.
Posizionamento nello scorso campionato
15° in Serie A
Giocatore chiave
Simone Bastoni (e Giulio Maggiore)
Con la partenza di Ricci lo Spezia si trova senza un componente fondamentale del centrocampo che l’anno scorso ha regalato una salvezza inaspettata ai liguri. Il compito di reggere la squadra sarà quindi del tandem Bastoni-Maggiore. Bastoni, fresco di rinnovo fino al 2025, ha già iniziato la stagione con un gol nell’esordio stagionale a Cagliari. Lo scorso anno fu una delle sorprese del campionato, giocando prevalentemente come terzino sinistro ha fornito ben 6 assist oltre a segnare un gol. In questo inizio di stagione è stato impiegato anche da centrocampista, quindi potrebbe rivelarsi un jolly fondamentale per le speranze di salvezza della squadra di Thiago Motta.
Giocatore da tenere d’occhio
Viktor Kovalenko
Kovalenko è senza dubbio uno degli acquisti più importanti dell’estate spezzina, arrivato in prestito dall’Atalanta dopo una seconda parte di stagione in cui è sceso in campo solamente una volta.
Nonostante un difficile periodo di adattamento in Italia, Kovalenko è un giocatore dalle grandissime qualità, di cui si parla benissimo sin dai primi anni allo Shakhtar Donetsk, dove ha trascorso sei stagioni e mezzo, giocando anche molte partite in Champions League e in Europa League.
Tra i giocatori dello Spezia è l’unico con questo bagaglio di esperienza e se Thiago Motta dovesse riuscire a inserirlo bene nei suoi schemi potrebbe rivelarsi un giocatore fondamentale in ottica salvezza.
Considerazioni
E.C.: Fra le due squadre precedenti e lo Spezia vi è una grande differenza a livello di valore della rosa e questa differenza potrebbe registrarsi anche riguardo i punti in classifica. Lo Spezia avrà bisogno di lottare in ogni partita come se fosse una finale se ha intenzione di non retrocedere, ma Thiago Motta sembra più interessato all’idea di gioco che alla salvezza e la partita con la Lazio ne è stata una dimostrazione.
Il giocatore chiave della stagione a mio parere potrebbe essere Daniele Verde, che l’anno scorso ha reso complicata la vita di alcune squadre segnando gol pesanti. Nel tridente con Gyasi e Colley (o il rimanente Nzola), il trio davanti fa della fantasia l’arma principale e dovrà essere a tutti i costi il bue trainante il carro ligure.
R.G.: In linea di massima, la squadra ha perso il vero eroe della salvezza conquistata l’anno scorso: Vincenzo Italiano. Pertanto, cambiare allenatore, e di fatto rischiare di smontare l’impianto di gioco costruito dal predecessore di Thiago Motta, è in linea con il rischio retrocessione.
Personalmente, però, penso che la figura di Motta sia al momento estremamente sottovalutata e che le sue idee di gioco possano sposarsi con quanto messo in piedi da Italiano, creando un processo di costruzione anziché di distruzione e sostituzione. Lo Spezia della prima giornata contro il Cagliari, match-up già intrigante in chiave salvezza, si è dimostrato estremamente combattivo, con l’idea di marcare a uomo a tutto campo ed effettuare una prima pressione in stile Gasperini, o Juric.
Purtroppo, la forma fisica dei giocatori non era ancora al top, un classico durante il “calcio d’Agosto”, e dopo 20/25 minuti le forze per portare avanti questo piano partita si erano già esaurite. Immagino che lo Spezia possa migliorare molto ancora sul piano della condizione, ecco perché, secondo me, l’applicazione di queste idee di gioco potrà portarli al 17° posto, il primo valevole per la salvezza.
F.P.: Lo Spezia purtroppo ha perso durante l’estate il suo condottiero Vincenzo Italiano diretto a Firenze per sostituirlo con l’intrigante scommessa Thiago Motta. I punti di forza della squadra ligure sono senza dubbio giocatori mediamente bravi a gestire la palla, soprattutto tra gli esterni di fascia. Su Gyasi e Verde sono riposte la maggior parte delle speranze di salvezza dello Spezia, giocatori capaci di saltare l’uomo e creare superiorità sono sempre un lusso quando lotti per rimanere in categoria.
Il grande difetto dei bianconeri è sotto gli occhi di tutti: la solidità difensiva. Lo Spezia subisce fin troppo, come dimostra la goleada presa all’Olimpico dalla Lazio di Sarri, e abbiamo spesso notato come nel campionato italiano la salvezza si costruisca spesso sulla base di una difesa almeno accettabile (basti vedere il Crotone della scorsa stagione, grandissima fase offensiva per una squadra da salvezza ma retrocesso per una difesa fin troppo perforabile).
17° – GENOA
Allenatore
Davide Ballardini
Movimenti di mercato
In entrata: Andrenacci (Brescia), Buksa (Wisla Cracovia), F.Caicedo (Lazio), Cambiaso (Empoli), Ekuban (Trabzonspor), Fares (Lazio), Galdames (Vélez Sarsfield), Hernani (Parma), Maksimovic (Napoli), Sabelli (Empoli), Semper (Chievo), Sirigu (parametro zero), A.Touré (Nantes), Vanheusden (Standard Liegi).
In uscita: Czyborra (Arminia Bielefeld), Eyango (Cosenza), Favilli (Monza), Pjaca (Torino), Scamacca (Sassuolo), Shomurodov (Roma), Strootman (Cagliari), C.Zapata (San Lorenzo), Zappacosta (Atalanta).
Formazione tipo
(3-5-2): Sirigu; Biraschi, Maksimovic, Criscito; Ghiglione, Rovella, Badelj, Hernani, Cambiaso; Pandev, Caicedo.
Posizionamento nello scorso campionato
11° in Serie A
Giocatore chiave
Felipe Caicedo
Dopo la partenza verso la Roma di Shomurodov e il ritorno dal prestito di Scamacca, il Genoa si è trovato senza le due punte che maggiormente avevano contribuito alla salvezza dello scorso anno. Il giocatore incaricato di sopperire a questa mancanza è Felipe Caicedo, arrivato dalla Lazio dopo quattro stagioni in continuo crescendo. L’arrivo in Italia dell’ecuadoregno non è stato facile, con una prima stagione altamente deludente che lo stava facendo finire in poco tempo fuori dalle gerarchie.
Dal secondo anno in poi, invece, Caicedo si è ritagliato un ruolo fondamentale da dodicesimo uomo nella squadra di Simone Inzaghi, segnando 25 gol nelle ultime tre stagioni, di cui moltissimi arrivati in quella che ormai è la sua zona, ovvero nel recupero. Caicedo può giocare sia come punta singola che come seconda punta dietro ad un attaccante puro. Soprattutto in questo ruolo si è espresso al meglio negli anni alla Lazio, formando con Ciro Immobile un tandem d’attacco molto complementare.
Giocatore da tenere d’occhio
Nicolò Rovella
La stagione che sta per iniziare si prospetta come la stagione della consacrazione di Nicolò Rovella, chiamato a confermare quanto di buono visto lo scorso anno, prima di tornare alla Juventus che lo ha acquistato nel corso della scorsa stagione.
Nonostante il calendario proibitivo (Inter e Napoli nelle prime due giornate), Rovella ha iniziato il campionato con due ottime prestazioni, caratterizzate da un’ottima precisione nei passaggi (95%) e una costante presenza sia in fase offensiva (65,5 tocchi a partita) che in fase difensiva. Nel centrocampo a tre di Ballardini troverà due veterani come Badelj e Hernani, che sicuramente gli permetteranno di svilupparsi nel migliore dei modi.
Considerazioni
E.C.: La squadra ligure ha il solito mix di giovani sconosciuti pronti ad esplodere (alzi la mano chi conosceva Buksa e Kallon) e vecchi lupi di mare del nostro campionato come Sirigu, Criscito, Behrami, Badelj e Pandev su cui fare affidamento nelle partite difficili ed importanti. Per non dimenticare l’esperto Ballardini sulla panchina che quando si tratta di salvezza è il numero uno. Penso anch’io che si salveranno e li avrei pure messi una posizione più alta in classifica.
R.G.: Al 17° posto del nostro Power Ranking, invece, troviamo il Genoa di Ballardini. Come al solito ormai da qualche anno, il Grifone si presenta all’inizio del campionato con lacune in termini di rosa ed incognite tecnico-tattiche. Preziosi, in seguito alla batosta della prima giornata contro l’Inter, è subito intervenuto sul mercato regalando al proprio allenatore qualche rinforzo in difesa e in attacco: Maksimovic e Caicedo su tutti. Saranno proprio questi due innesti a garantire la ormai tradizionale salvezza ai rossoblù.
Revisionando quindi le nostre aspettative in base agli ultimi arrivi del mercato, avrei posizionato il Genoa un po’ più su nel Power Ranking, nello specifico nella parte più alta di questa bottom-five, cioè al 16° posto. L’abitudine a lottare fino all’ultima giornata e i cambi vorticosi in panchina, che terminano sempre con un Ballardini in grande spolvero, regaleranno al Genoa la salvezza, perché forse in questa Serie A, in ottica salvezza, non è importante essere i migliori, ma i meno peggio.
F.P.: Li salvo sul filo, ma il rischio debacle è abbastanza alto. Il Genoa, squadra ormai abituata a salvarsi alle ultime giornate, arriva a questo campionato con la solita rivoluzione dal mercato e una squadra che sembra stranamente esser stata confermata in mano a Ballardini, allenatore sempre solido alla guida dei genoani ma sempre esonerato per disguidi con la proprietà.
I punti di forza dei rossoblù arrivano sia dal mercato, con l’acquisto extralusso Caicedo per i bassifondi della classifica, ma anche dal mix di esperienza e gioventù che presenta la rosa del Grifone per la prossima stagione. I segnali arrivati dalla partita di Marassi col Napoli sono positivi, danno l’impressione di una squadra viva dopo la debacle milanese, con un giovanissimo Cambiaso in grande spolvero, chissà se rappresenterà un’arma per la stagione che verrà o sarà sopravanzato nelle gerarchie da qualche nuovo arrivato.
Gli elementi di maggior esperienza come il capitano Mimmo Criscito, il portiere campione d’Europa Salvatore Sirigu o il veterano Milan Badelj dovranno guidare la squadra a una salvezza possibilmente più tranquilla di quelle arrivate nelle scorse stagioni, sebbene l’ambiente burrascoso e un presidente a dir poco imprevedibile ci diano ogni anno la certezza che la parola stabilità non fa parte del vocabolario del Grifone. La solidità difensiva e l’abitudine alla categoria, comunque, mi fanno propendere per una salvezza del Genoa, sicuramente favorita da un livello medio delle concorrenti in discreto calo.
16° – HELLAS VERONA
Allenatore
Eusebio Di Francesco
Movimenti di mercato
In entrata: Barak (Udinese), Caprari (Sampdoria), Frabotta (Juventus), Hongla (Royal Antwerp), Ilic (Manchester City), Magnani (Sassuolo), Montipò (Benevento), G.Simeone (Cagliari), Sutalo (Atalanta).
In uscita: Amione (Reggina), E.Colley (Spezia), Dimarco (Inter), Di Carmine (Cremonese), Lovato (Atalanta), E.Salcedo (Spezia), Silvestri (Udinese), Udogie (Udinese), Zaccagni (Lazio).
Formazione tipo
(3-4-2-1): Montipò; Magnani, Gunter, Ceccherini; Faraoni, Veloso, Ilic, Lazovic; Cancellieri; Caprari, Barak; Simeone.
Posizionamento nello scorso campionato
10° in Serie A
Giocatore chiave
Antonin Barak
Con la partenza di Zaccagni verso la Lazio, le chiavi della squadra saranno presumibilmente affidate ad Antonin Barak. Il centrocampista ceco viene da un’ottima stagione con Juric, in cui ha finalmente fatto quello step successivo che ci si attendeva da lui nelle scorse stagioni a Udine, segnando 7 gol e fornendo 3 assist. Dotato di un ottimo fisico (190 cm per circa 85 kg), Barak può giocare in tutti i ruoli del centrocampo, sia da mezzala che più avanzato o addirittura come esterno.
Nel 3-4-2-1 di Di Francesco sarà impiegato principalmente nei tre davanti, sia a destra che a sinistra, ma non si deve escludere un impiego più arretrato in un eventuale centrocampo a tre. L’aumento di responsabilità dovuto alla partenza di Zaccagni sarà un ottimo banco di prova per Barak, che dovrà dimostrare, avendo ormai quasi 27 anni, di poter eventualmente ambire a palcoscenici più importanti.
Giocatore da tenere d’occhio
Ivan Ilic
Un giocatore su cui il Verona basa molte delle sue speranze è Ivan Ilic, arrivato in estate a titolo definitivo dal Manchester City dopo un anno in prestito. Il classe 2001 ha già iniziato al meglio la stagione, segnando un gol, e dopo una stagione in cui è stato ampiamente impiegato (28 partite giocate di cui 19 da titolare), è pronto ad aumentare il proprio minutaggio e ad imporsi ulteriormente come partner di Miguel Veloso, ormai veterano del Verona e da cui potrà imparare moltissimo.
Per lui non ci si aspetta una stagione da tanti gol, anche perché non è nelle sue corde, ma è sicuramente uno dei centrocampisti di sostanza più interessanti del campionato (24,6 contrasti a partita vinti e 1 recupero a partita nella scorsa stagione, con un ottimo 86% di precisione nei passaggi).
Considerazioni
E.C.: Invece, se fin qui mi sono trovato d’accordo con la classifica del tier, devo porre obiezioni dopo l’ultimo giorno di mercato: la dipartita di Zaccagni verso Formello sposta gli equilibri.
Il Verona perde incredibilmente per una cifra irrisoria il suo miglior giocatore, sostituendolo con Caprari. L’unica soluzione per Di Francesco, che viene da 2 pessimi esoneri consecutivi e dovesse far retrocedere il Verona potrebbe non trovare più piazze disposte ad accoglierlo, è rivitalizzare le 3 punte a disposizione. Kalinic, Lasagna e Simeone sono 3 giocatori importanti che, se messi in condizione sia a livello tattico che fisico, possono portare 10 o più gol in stagione.
La squadra si è indebolita sia sotto l’aspetto sportivo che manageriale (Juric difficilmente lo vedremo retrocedere) e potrebbe subire un contraccolpo psicologico dall’addio di Zaccagni. Secondo la mia opinione, per salvarsi servirà intervenire sul mercato a Gennaio, forse non solo per i giocatori ma anche per il manager, e la vedo un gradino sotto il già rodato ed equilibrato Genoa.
R.G.: Seppur piazzato 16° nel Power Ranking, il Verona secondo me retrocederà. I problemi dell’Hellas coincidono con il cambio di allenatore e la cessione sul mercato di Zaccagni, vero faro tecnico della squadra. Di Francesco non sembra perfettamente in grado di gestire una piazza quando i risultati iniziano a latitare, o almeno questo ci ha dimostrato in carriera finora. Con un organico composto da pochi elementi di qualità (Barak su tutti) questi momenti arriveranno senz’altro, e questa partenza con zero punti in due partite può già far salire la pressione sulla squadra post pausa nazionali.
Non dimentichiamo inoltre che Juric, almeno nel girone di andata del campionato scorso, si era rivelato “ammazza-big” e rullo compressore in termini di punti in ottica salvezza, basandosi sul suo sistema estremamente efficiente per lottare in quelle posizioni di classifica. Al momento, invece, DiFra sembra proseguire per la sua strada, ma il rischio è quello di scoprire che era il sistema di Juric a coprire le lacune della rosa e non viceversa.
F.P.: Eccoci arrivati alla prima piazza salvezza che assegno per il rotto della cuffia al Verona, che ha perso i suoi grandi leader della scorsa stagione: Ivan Juric e Mattia Zaccagni, con due sostituti che non posso che definire downgrade come Eusebio Di Francesco, allenatore in grossa difficoltà nelle ultime sue esperienze con i fallimenti di Cagliari e Sampdoria, e Gianluca Caprari, mezzapunta qualitativa che si è dimostrata forse un po’ limitante per il contesto salvezza della Serie A mostrando anche una grossa discontinuità all’interno della stagione, condizionata anche dal calo verticale del Benevento dello scorso anno.
Le speranze salvezza saranno probabilmente riposte sulle spalle di Antonin Barak, letteralmente esploso a livello realizzativo lo scorso anno, giocatore comunque di lusso per una squadra di bassa classifica al netto di una discontinuità difficilmente limabile. Come punti deboli del Verona continuo a vedere una squadra mediamente poco qualitativa che copre con la corsa difetti nel palleggio e nella creatività generale dei suoi uomini offensivi, con un roster di punte che mi lascia perplessità sotto il punto di vista realizzativo.