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In questa terza parte del Power Ranking targato The GegenPress esaminiamo 5 squadre che hanno un elemento in comune: hanno tutte cambiato allenatore. Chi di loro riuscirà a conquistare un posto in Europa?
Filippo Buccisano (F.B.), Riccardo Greco (R.G.) e Michele Simeone (M.S.) avranno il compito di commentare esprimendo la propria opinione sulle cinque squadre selezionate e sul posizionamento dato dalla Redazione.
10° – TORINO
Allenatore
Ivan Juric
Movimenti di mercato
In entrata: Aina (Fulham), Berisha (SPAL), Brekalo (Wolfsburg), Djidij (Crotone), Pobega (Milan), Praet (Leicester City), Zima (Slavia Praga), Warming (Lyngby BK).
In uscita: Bonazzoli (Sampdoria), Lyanco (FC Southampton), Meite (Benfica), Murru (Sampdoria), N’Koulou (Svincolato), Sirigu (Genoa).
Formazione tipo
(3-4-2-1): Milinkovic-Savic; Izzo, Bremer, Rodriguez; Singo, Praet, Mandragora, Ansaldi; Brekalo, Pjaca; Belotti.
Posizionamento nello scorso campionato
17° in Serie A
Giocatore chiave
Andrea Belotti
Belotti vive un momento cruciale in questa stagione: accostato in maniera insistente all’Inter come sostituto di Lukaku e con gli spettri di un rinnovo di contratto che non sembra arrivare, il Gallo dovrà dimostrare di continuare a segnare per garantire in primis una salvezza tranquilla al Torino e soprattutto per rilanciare la squadra di Juric verso una rincorsa all’Europa che sembra essere ancora lontana.
L’anno scorso per gran parte della stagione ha predicato nel deserto ed è stato uno dei pochi a salvarsi nella pessima stagione del Torino, che quest’anno con un supporting cast migliore si possa puntare a riconfermarsi ai livelli della sua stagione più prolifica?
Giocatore da tenere d’occhio
Josip Brekalo
Dopo l’arrivo di Pobega dal Milan in prestito secco, abbiamo assistito alle prime dichiarazioni al veleno di Juric contro la società e soprattutto verso un mercato che non si era sbloccato. Queste affermazioni hanno fatto tornare la società granata sui propri passi per cercare di accontentare il proprio allenatore e nell’ultima settimana sono arrivati in ordine Praet, Zima e Brekalo, un rinforzo per reparto.
Proprio quest’ultimo, in un anno fatto di più cessioni che acquisti, è uno dei colpi più ad effetto di tutta la Serie A. Il Croato, classe ’98 accostato a tante italiane può essere la variabile impazzita nello scacchiere di Juric, potendo essere schierato in tutti i ruoli dell’attacco Granata affianco al perno centrale costituito da Belotti. Dovesse migliorare la sua freddezza in fase di finalizzazione allora sì che il Torino può sognare in grande.
Considerazioni
F.B.: Per il Torino le garanzie sono due, una in campo, il Gallo Belotti, e una in panchina, Ivan Juric. Il tecnico croato ha dimostrato in questi anni di poter fare grandi cose con un materiale umano decisamente non eccelso, valorizzando anche molti giocatori (Kumbulla, Zaccagni e Barak, per dirne alcuni).
In campo, oltre al Gallo, il Torino parte secondo me da una base migliore di quella del Verona, per cui mi aspetto che Juric possa fare anche meglio rispetto ai due anni in veneto. Sono molto curioso di vedere come andrà la stagione dei due esterni, Singo e Aina, che hanno i mezzi fisici e tecnici per imporsi, grazie a Juric, tra i migliori esterni a cinque del campionato, sulla falsariga di quanto fatto da Lazovic e Faraoni negli anni scorsi.
R.G.: Il Torino si piazza al 10° posto del nostro Power Ranking, in barba a tutti coloro che si attendono una consueta stagione da salvezza e nulla più. È un po’ rischioso come pronostico, ma l’avvento di Juric dovrebbe essere abbastanza per portare il Toro almeno nella parte sinistra della classifica. Juric in fin dei conti ha fatto un miracolo vero e proprio a Verona, attuando la sua idea di gioco con una rosa poco ambiziosa e mal strutturata.
Per una proprietà transitiva che non è detto funzioni, Juric è stato in grado di piazzarsi al decimo posto (45 punti) con l’Hellas senza centravanti, quindi ci riuscirà senz’altro anche con i granata.
Le uniche perplessità derivano da questioni “extra-campo”: ci sono già dei dissapori tra Juric e la società in seguito all’acquisto di alcuni giocatori. La formula di prestito senza diritto di riscatto di Pobega è solo l’ultimo esempio.
M.S.: Fa strano pensare di aver messo il Torino al 10° posto ben prima che si delineassero questi nuovi acquisti che obiettivamente servivano per completare la rosa granata. Personalmente io sono molto curioso di vedere il lavoro di Juric con una rosa più adatta alla categoria e non mi sorprenderei a vederlo anche poco più sopra di questa posizione, ma l’Europa non mi sembra ancora alla portata.
Quel che è certo è che attualmente vedo un divario abbastanza largo con le squadre della metà sinistra rispetto a quelle della metà destra sia in termini di rosa ma soprattutto in termini di idee e di allenatori. Inoltre nonostante le dichiarazioni di Juric spero che possa riuscire a sfruttare al meglio Pobega, giocatore di cui tutti ci siamo innamorati l’anno scorso e che potrebbe fare un’ulteriore salto di qualità in questa stagione.
9° – SASSUOLO
Allenatore
Alessio Dionisi
Movimenti di mercato
In entrata: Frattesi (Monza), Maxime Lopez (Marsiglia), Matheus Henrique (Gremio), Scamacca (Genoa), Toljan (Borussia Dortmund), Traore (Empoli).
In uscita: Caputo (Sampdoria), Locatelli (Juventus), Marlon (Shakhtar).
Formazione tipo
(4-2-3-1): Consigli; Toljan, Chiriches, Ferrari, Rogerio; Maxime Lopez, Frattesi; Berardi, Djuricic, Boga; Raspadori.
Posizionamento nello scorso campionato
8° in Serie A
Giocatore chiave
Domenico Berardi
Come Belotti anche Berardi è stato accostato a varie squadre, soprattutto Fiorentina e Milan; e come Belotti anche Berardi è alla fine rimasto nel suo club e sarà ancora una volta la punta di diamante del Sassuolo, il tutto come in un eterno ritorno che si palesa ogni estate.
Berardi dopo l’incredibile stagione passata firmata da 17 gol e 6 assist è chiamato ad adattarsi ai meccanismi di mister Dionisi (che a dir la verità sta prendendo più che qualche spunto dal suo predecessore De Zerbi), ma soprattutto, dopo un Europeo in chiaroscuro dovrà dimostrare di meritare ancora la maglia della Nazionale in vista del prossimo Mondiale e di una possibile chiamata in una big con la concorrenza data dalle giovani promesse del nostro calcio che si fa sempre più agguerrita, sarà un’impresa alla sua portata?
Giocatore da tenere d’occhio
Davide Frattesi
Dopo essere stato uno delle poche note positiva del Monza di Brocchi nella scorsa stagione, Frattesi è stato richiamato alla base dalla società che ne deteneva il cartellino, con l’ingrato compito di sostituire Locatelli in partenza per Torino sponda Juve.
Frattesi sulla carta parte in ballottaggio con l’altro nuovo arrivato della mediana neroverde, Matheus Henrique; le prime belle prestazioni e le parole entusiaste del suo Mister lasciano ben sperare sulla sua titolarità e sulla possibilità di arricchire l’incredibile reparto di centrocampo della nostra nazionale maggiore.
Considerazioni
F.B.: Posizione del Sassuolo secondo me perfetta. Restano una squadra top dieci, ma la perdita di De Zerbi e Locatelli rischia di pesare tantissimo sulla conferma come ottava forza del campionato. Ho molte aspettative per l’anno da ‘sophomore’ di Maxime Lopez, che già l’anno scorso fece molto bene e quest’anno può confermarsi su buoni livelli insieme ad un altro giocatore molto atteso, Frattesi. Il leader sarà come al solito Mimmo Berardi, che ormai è uno degli esterni migliori del campionato dopo aver superato un periodo difficile.
Occhio però ad eventuali malumori, che già in estate si sono palesati, che potrebbero portare ad una stagione con molte distrazioni. Con la partenza di Ciccio Caputo, Raspadori e Scamacca dovranno dimostrare di poter reggere un attacco e di meritare la conferma di Nazionale, dopo le chiamate arrivate rispettivamente a giugno e settembre, per il mondiale del 2022.
R.G.: Il Sassuolo si piazza poco sopra al Torino, nonostante il cambio di allenatore al termine della scorsa stagione e la cessione di Locatelli alla Juventus. La rosa resta di tutto rispetto, nonostante i pochi interventi sul mercato, specie se guardata “dalla cintola in su”, con tanti giovani in rampa di lancio o in attesa di confermarsi (Frattesi e Raspadori su tutti). Dionisi sembra all’altezza per sostituire De Zerbi, mettendoci del suo ovviamente.
Resta proprio da verificare se Dionisi alla lunga vorrà dare continuità all’impianto di gioco vincente costruito da RDZ. Se così fosse, il Sassuolo è pronto a ripetere la stagione superlativa dello scorso campionato. La difesa resta però l’unico punto debole della rosa. Queste “minime” incertezze fanno scendere il Sassuolo un gradino sotto rispetto alla Fiorentina.
M.S.: Nonostante il mio apprezzamento per Dionisi e per la sua filosofia di gioco, quest’anno non riesco a convincermi fino in fondo della solidità della rosa del Sassuolo, gli interpreti ci sono ma mi sembrano quasi tutti o a fine ciclo con la maglia neroverde o ancora troppo inesperti per sostenere un campionato intero ai livelli dell’anno scorso. Le criticità in difesa inoltre non sono state colmate e le cessioni di Locatelli e Caputo alla lunga si faranno sentire. C’è da dire però che il Sassuolo resta una realtà che vedrò sicuramente con piacere per osservare lo sviluppo di tutte le sue giovani promesse nonostante le non alte aspettative.
8° – FIORENTINA
Allenatore
Vincenzo Italiano
Movimenti di mercato
In entrata: Nicolas Gonzalez (VfB Stoccarda), Maleh (Venezia), Nastasic (Schalke 04), Odriozola (Real Madrid), Sottil (Cagliari), Torrreira (Arsenal).
In uscita: Borja Valero (CS Lebowski), Caceres (Svincolato), Eysseric (Kasimpasa), Kouame (RSC Anderlecht), Alban Lafont (FC Nantes), Pol Lirola (Marsiglia), Malcuit (Napoli), German Pezzella (Real Betis), Ranieri (Salernitana), Ribery (Salernitana).
Formazione tipo
(4-3-3): Dragowski; Odriozola, Milenkovic, Nastasic, Biraghi; Bonaventura, Torreira, Castrovilli; Callejon, Vlahovic, Gonzalez.
Posizionamento nello scorso campionato
13° in Serie A
Giocatore chiave
Dušan Vlahović
Allontanate con forza dal presidente Commisso le sirene di mercato per il miglior giovane (quasi all’unanimità nella nostra redazione) dello scorso campionato, Vlahovic quest’anno dovrà confermarsi come quell’incredibile bomber che ha estasiato tutti i tifosi della Viola e non.
Con le partenze di Lukaku e Ronaldo e le condizioni fisiche non ottimali di Ibra, Dusan si candida prepotentemente a diventare il miglior attaccante del campionato, la sfida agli altri bomber è lanciata e quest’anno avrà anche un Italiano in più dalla sua parte. L’arrivo poi di Gonzalez sembra poter esaltare ancor di più le sue caratteristiche anche in fase di assistenza dove l’anno scorso ha mostrato alcuni lampi interessanti.
Giocatore da tenere d’occhio
Lucas Torreira
Dopo numerosi tentativi e soprattutto un’esperienza all’Arsenal e all’Atletico molto negative per lui, Lucas Torreira ritorna in Serie A tre anni dopo aver incantato con la maglia della Sampdoria. Per molti, allora, con la sua interpretazione particolare del ruolo Torreira poteva essere definito uno dei migliori registi del campionato; in questa stagione quindi l’uruguaiano vorrà ripartire proprio da dove aveva lasciato, in un centrocampo totalmente reinventato dalla presenza d’Italiano.
Un reparto formato da Castrovilli, Torreira e Bonaventura è non solo complementare per le idee di gioco del nuovo mister, ma anche qualitativamente parlando (con l’inserimento di Maleh, altro giocatore da tenere d’occhio) è un centrocampo che poche squadre della Serie A possono schierare.
Considerazioni
F.B.: Dopo la vicenda Gattuso, che ha portato a Firenze Vincenzo Italiano, la Fiorentina ha probabilmente fatto il miglior mercato della Serie A, investendo su pochi giocatori ma andando a colmare quelle lacune che negli scorsi anni hanno costretto i viola a raggiungere la salvezza con l’acqua alla gola. Odriozola, Torreira e Nico Gonzalez sono tre nomi che avrebbero fatto comodo a quasi tutte le prime sette forze del campionato, soprattutto viste le formule molto convenienti con cui sono arrivati, e con la conferma di Dusan Vlahovic, che l’anno scorso si è ufficialmente consacrato, sono convinto che i viola potranno regalare molte soddisfazioni ai propri tifosi.
Probabilmente un posto in Europa è troppo da chiedere per quest’anno, ma penso che il presidente Commisso abbia iniziato a mettere le fondamenta per tornare tra le “sette sorelle” entro un paio d’anni. Non escludo tra l’altro che già quest’anno un insediamento tra le prime sette sia ottenibile, soprattutto se, come avvenuto lo scorso anno, una squadra decida di mollare le redini in campionato per concentrarsi sul percorso in una delle coppe europee.
R.G.: La Fiorentina, personalmente, è senza dubbio la squadra più forte del campionato dopo le “sette sorelle”. Questo discorso vale sia per quanto riguarda i calciatori presenti in rosa, sia per la scelta del nuovo allenatore. Commisso è stato abile a non cedere alla tentazione di cedere i propri big, Vlahovic su tutti. È anche intervenuto sul mercato per rispondere prontamente alla cessione di Pezzella, ormai a fine ciclo con la Viola, e per coprire il ruolo di terzino/esterno destro con il prestito di Odriozola dal Real Madrid.
Dulcis in fundo, è stato anche in grado di riportare Torreira in Serie A, profilo che si sposa perfettamente con le idee del nuovo allenatore, Vincenzo Italiano. Finalmente, dopo anni di allenatori da salvezza e nulla più, la Viola avrà sulla panchina un allenatore che ha già fatto ampiamente vedere allo Spezia le proprie idee di gioco, con un calcio di possesso palla e immediata riaggressione, sicuramente più profittevole del calcio dei suoi predecessori (Iachini e Prandelli) per ambire a posizioni di classifica migliori.
M.S.: La Fiorentina sembra aver imbeccato tutte le sliding doors dell’estate, prima riuscendo a prendere Italiano nell’affaire Gattuso, poi trattenendo Vlahovic e Milenkovic e infine chiudendo il mercato come vincitrice nella corsa a Torreira. Dopo anni di proclami terminati in mezzi fallimenti, questo mi sembra l’anno giusto per provare l’assalto a un’incredibile qualificazione in Conference League. Le squadre davanti hanno cambiato molto e si sono indebolite e la distanza dalle 7 sorelle seppur presente si è assottigliata nel caso quindi di fallimento dall’alto sono sicuro che la Fiorentina saprà approfittarne per sbloccare questo limbo in cui naviga da diversi anni; poi se hai in rosa Callejon io sarò sempre un tuo sostenitore.
7° – ROMA
Allenatore
José Mourinho
Movimenti di mercato
In entrata: Abraham (Chelsea), Ibanez (Atalanta), Reynolds (FC Dallas), Rui Patricio (Wolverhampton), Shomurodov (Genoa), Viña (Palmeiras).
In uscita: Bruno Peres (Trabzonspor), Dzeko (Inter), Florenzi (Milan), Kluivert (OGC Nizza), Juan Jesus (Napoli), Mirante (Svincolato), Olsen (Sheffield Utd), Pastore (Svincolato), Pau Lopez (Marsiglia), Pedro (Lazio), Under (Marsiglia).
Formazione tipo
(4-2-3-1): Rui Patricio; Karsdorp, Mancini, Smalling, Viña; Cristante, Veretout; Zaniolo, Pellegrini, Mkhitaryan; Abraham.
Posizionamento nello scorso campionato
7° in Serie A
Giocatore chiave
Jordan Veretout
In una mediana estremamente corta per i dettami mourinhiani, Jordan Veretout è chiamato quest’anno a una continuità di prestazioni e soprattutto fisica che nella seconda parte della stagione è andata scemando. La partenza di un leader storico dello spogliatoio come Dzeko e l’operazione di Fuori Tutto di Pinto danno la possibilità a giocatori come Veretout e Pellegrini di prendere in tutto e per tutto le redini dei giallorossi dopo stagioni positive. Veretout dal canto suo ha iniziato questa stagione con il turbo siglando ben 3 gol nelle prime due uscite stagionali, insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, i tifosi della Roma possono dormire sogni tranquilli.
Giocatore da tenere d’occhio
Eldor Shomurodov
L’acquisto principe del mercato romano è senza dubbio Tammy Abraham, perché quindi mettere il giovane uzbeko come giocatore da tenere d’occhio? Il motivo è semplice, Shomurodov rappresenta il vero jolly dell’attacco della Roma.
Schierabile in tutto il fronte d’attacco Eldor dovrà farsi trovare pronto sia nel caso di problemi fisici dei titolari (e in un attacco che conta Zaniolo e Mkhitaryan tra le sue fila sono all’ordine del giorno) sia nel caso di giornate negative da parte dell’attacco giallorosso, a questo si aggiunge l’investitura da parte di José Mourinho che l’ha fortemente voluto (ricordate la famosa foto che li ritrae insieme?) e che il talento lo sa riconoscere e allenare.
Considerazioni
F.B.: Sulla Roma ho qualche dubbio in più rispetto alle altre pretendenti ai posti importanti. L’arrivo di Mourinho ha portato sicuramente grande entusiasmo nell’ambiente e, come per la Lazio, è un aspetto fondamentale da considerare dopo il biennio di Fonseca. I giallorossi si presentano ai nastri di partenza con un ottimo undici iniziale, anche se secondo me manca qualcosa dalla panchina e, considerando la situazione da cui viene Zaniolo e la rinomata incostanza di Mkhitaryan, forse un acquisto in più in quel reparto avrebbe fatto comodo, nonostante Pellegrini e Veretout siano invece due garanzie.
L’acquisto di Rui Patricio mi è piaciuto molto, così come la conferma di Karsdorp sulla fascia destra. L’assenza di Spinazzola peserà tantissimo, anche perché ha subito un infortunio che condiziona pesantemente anche le prestazioni dopo il rientro.
Per concludere, tra le sette la Roma è la squadra che vedo mezzo gradino indietro, ma comunque credo possano fare una buona stagione, considerando anche la grande occasione di vincere un trofeo continentale come la Conference League.
R.G.: È proprio la Roma che secondo il nostro Power Ranking si presenta come settima forza del campionato, ultima delle “sette sorelle”. Le maggiori perplessità derivano dall’allenatore scelto per il post-Fonseca, dato che la società si è mossa molto bene sul mercato giocatori. Non voglio usare questo spazio per sparare a zero su Mourinho, ma penso che sia ormai un allenatore al capolinea nel calcio che conta, con idee antiquate e ormai poco profittevoli. Allo stesso tempo, però, penso che Mou sia l’unico in grado di tenere a bada l’ambiente romano.
In più, non sono così convinto che il nostro calcio di Serie A si sia così evoluto da mettere in crisi il sistema di gioco dello Special One. Ed è proprio seguendo questo filo logico che, dopo aver descritto Mou come ormai un ex-allenatore, sono pronto a dire che almeno in un frangente del campionato la Roma sarà lì a giocarsi il campionato (o a dare l’impressione di farlo).
Mi aspetto poi un crollo nella seconda parte di stagione, come visto anche al Tottenham, e come da grande classico delle inversioni di tendenza. Tutto starà nel capire se questo crollo inizierà abbastanza presto da portare la Roma troppo in basso, oppure molto tardi, lasciandola nelle posizioni valevoli per la Champions League.
M.S.: Simpatizzo da sempre Roma, fin da piccolo, per motivi quasi banali: i colori della maglia, la presenza di leggende come Totti e De Rossi, il fantacalcio; crescendo poi, per questioni sentimentali e da universitario il mio rapporto con la squadra e la città si è rinforzato quindi inizialmente ho storto un po’ il naso a vederla relegata come ultima tra le 7 Sorelle.
Razionalizzando (complice anche un mercato che non ha fatto arrivare un centrocampista), mi rendo conto che attualmente è vero che la Roma sia quella con meno ambizioni nella corsa all’Europa che conta. Le prime uscite dei giallorossi mi sono sembrate però molto positive soprattutto dal punto di vista mentale e, come ha più volte ribadito Mourinho, il progetto della Roma non punta su un facile all-in ma su una progettualità più ad ampio respiro. Le mosse di Pinto per alleggerire il monte ingaggi delle gestioni precedenti vanno nel verso della sostenibilità e questo mi fa molto piacere; d’altronde Roma non è stata costruita in un giorno.
6° – LAZIO
Allenatore
Maurizio Sarri
Movimenti di mercato
In entrata: Felipe Anderson (West Ham Utd), Basic (G. Bordeaux), Hysaj (Napoli), Kamenovic (Cukaricki), Pedro (Roma), Romero (RCD Mallorca B), Zaccagni (Hellas Verona).
In uscita: Caicedo (Genoa), Correa (Inter), Lulic (Svincolato), Minala (Svincolato), Parolo (Svincolato).
Formazione tipo
(4-3-3): Reina; Lazzari, Luiz Felipe, Acerbi, Hysaj; Milinkovic-Savic, Lucas Leiva, Luis Alberto; Pedro, Immobile, Felipe Anderson.
Posizionamento nello scorso campionato
6° in Serie A
Giocatore chiave
Sergej Milinkovic-Savic
Con gli illustri addii della nostra Serie A, Milinkovic-Savic diventa automaticamente uno dei giocatori più rappresentativi del campionato. Il Serbo sotto gli ordini del comandante Maurizio Sarri può fare un ulteriore salto di qualità che lo spedirebbe nel gotha mondiale dei centrocampisti e potrebbe garantire alla Lazio un giro in Champions e perché no, ambire anche a qualcosa di più. Sulle qualità del giocatore non c’è bisogno di dilungarsi, esse sono sotto gli occhi di tutto e basta un lancio a tutto campo per fare innamorare quei pochi detrattori (semmai esistenti) del Sergente.
Giocatore da tenere d’occhio
Luiz Felipe
Luiz Felipe e la sua integrità fisica saranno l’ago della bilancia nella stagione della Lazio. Il deludente mercato biancoceleste, conclusosi con lo psicodramma in più atti di Kostic e quello sfiorato di Zaccagni, non ha portato in dote a Maurizio Sarri dei difensori affidabili per la sua difesa alta e super aggressiva.
Con un Acerbi che ha ormai passato il prime fisico diventa quindi fondamentale che Luiz Felipe riesca a garantire una continuità di prestazione solo accennata nelle scorse stagioni dove si intravedevano spunti da vero fenomeno difensivo.
Considerazioni
F.B.: La novità più grande in casa Lazio è sicuramente il cambio in panchina. L’arrivo di Maurizio Sarri non è solo un upgrade evidente rispetto a Simone Inzaghi, ma porta anche entusiasmo dopo un ciclo di alti e bassi durato più di cinque anni. La Lazio, nonostante le difficoltà economiche, è riuscita a portare a termine un mercato tutto sommato soddisfacente, anche se la mancanza di un centrale di riserva potrebbe farsi sentire nel corso della stagione, soprattutto considerando la tenuta fisica precaria di Luiz Felipe.
Dal centrocampo in su i biancocelesti schierano, almeno negli undici titolari, una delle migliori formazioni del campionato, potendosi garantire le prestazioni delle due migliori mezzali del campionato e di quello che, piaccia o meno, è il miglior attaccante per rendimento del campionato. Felipe Anderson, Pedro e Zaccagni compongono infine una batteria di esterni complementare e affidabile, con i giovani Moro e Romero pronti a entrare piano piano nelle gerarchie.
Fare una previsione sul piazzamento finale delle prime sette forze del campionato è difficile, visto che il rischio di finire tutti in pochi punti è alto, ed un infortunio di troppo o un calendario più difficile di altri possono spostare molto, ma penso che la Lazio possa fare molto bene.
R.G.: Dopo aver considerato la Roma come una variabile impazzita, eccone un’altra: la Lazio di Maurizio Sarri posta al sesto posto del ranking. Anche qui, la Lazio avrebbe un potenziale da scudetto se alcune situazioni dovessero verificarsi: costante integrità fisica dell’11 titolare e uscita prematura dall’Europa League (che però almeno nelle dichiarazioni di facciata sembra molto importante per Sarri). Il problema è che nel calcio degli ultimi anni sembra complesso fare affidamento su una rosa tutto sommato corta. Il Sarrismo, quantomeno, si è già visto nelle prime due giornate di campionato seppur a sprazzi. L’ultimo step è quello di eliminare queste fiammate all’interno della partita e dare più continuità durante le azioni ad alto ritmo.
Lotito, strano ma vero, non ha ceduto i suoi big ed è intervenuto sul mercato sfruttando l’occasione Pedro e scommettendo sul recupero di Felipe Anderson. Ci sono tutti gli ingredienti per vedere quindi un grande calcio, ma le altre big sembrano poter garantire maggiore affidabilità durante il campionato, basandoci anche sulle dichiarazioni di Sarri che ha già catalogato questa stagione come di “assestamento”. I tifosi della Lazio possono sognare in uno dei campionati più incerti in partenza della storia recente, ma forse il meglio deve ancora venire (l’anno prossimo).
M.S.: La Lazio vista in queste due prime giornate è una serie contendente allo scudetto. La cosa che mi colpisce di queste prime due uscite non è tanto la mole di gol fatti (aspettiamo avversari più probanti), quanto la reazione di una squadra che per due volte passa in svantaggio nei primi minuti e per due volte riesce a rimettere la partita in carreggiata, trovando il gol un solo minuto dopo.
Ma perché quindi la Lazio è solo in questo tier? Personalmente la trovo non ancora pronta per ambire alla Champions sia per la instabilità difensiva, dove sono rimasti gli stessi giocatori (più Hysaj) tutti con un anno in più sul groppone sia soprattutto per la mancanza di alternative soprattutto a centrocampo dove è decisamente più corta rispetto alle rivali. Con Sarri in panchina e due fenomeni come Luis Alberto e Milinkovic-Savic in campo però nessun obiettivo sembra impossibile, sognare non costa nulla.
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