In questa quarta parte del Power Ranking targato The GegenPress esaminiamo le squadre più papabili alla vittoria dello Scudetto: chi vincerà?
N.B. Queste 5 squadre vanno considerate come facenti parte dello stesso tier e non in una vera e propria classifica, dalle nostre votazioni è infatti emersa una distanza molto sottile.
Luca Intoccia (L.I.), Fabrizio Pellegrino (F.P.), e Michele Simeone (M.S.) avranno il compito di commentare esprimendo la propria opinione sulle cinque squadre selezionate e sul posizionamento dato dalla Redazione.
5° – MILAN
Allenatore
Stefano Pioli
Movimenti di mercato
In entrata: Adli (Bordeaux), Ballo-Touré (Monaco), Bakayoko (Chelsea), Brahim Diaz (Real Madrid), Conti (Parma), Florenzi (Roma), Giroud (Chelsea), Messias (Crotone), Maignan (Lille), Pellegri (Monaco), Tonali (Brescia), Tomori (Chelsea).
In uscita: Caldara (Venezia), Calhanoglu (Inter), Dalot (Manchester Utd), G. Donnarumma (Paris Saint Germain), Hauge (Eintracht Francoforte), Laxalt (FK Dinamo Mosca), Meité (Torino), Pobega (Torino).
Formazione tipo
(4-2-3-1): Maignan; Calabria, Kjaer, Tomori, Theo; Bennacer, Kessié; Saelemaekers, Diaz, Leao; Ibrahimovic.
Posizionamento nello scorso campionato
2° in Serie A
Giocatore chiave
Zlatan Ibrahimovic
La voglia di riprendersi quanto lasciato per strada la scorsa stagione e 40 anni da compiere ad ottobre per il centravanti del Milan.
IZ l’anno scorso ha dimostrato di essere ancora un fattore per il Milan e per la Serie A e fino a quando non è stato vinto dagli infortuni è stato il giocatore più impattante del campionato. Quest’anno potrà permettersi qualche pausa in più visto l’arrivo di Giroud e ciò potrà permettere a Pioli di variare giocatori e moduli, vista la profondità della rosa, e di preservare Ibrahimovic per i match più delicati.
Aspettiamo quindi di scrivere l’ultimo capitolo della storia calcistica dello svedese.
Giocatore da tenere d’occhio
Rafael Leao
Rafa Leao, nonostante abbia solo 22 anni, entra nella terza stagione rossonera con rilevanti aspettative e pretese da parte della squadra e dei tifosi.
Le prime due giornate di campionato, oltre al precampionato, hanno mostrato un giocatore concentrato e voglioso di fare la differenza.
La catena di sinistra dovrà essere uno dei principali punti di forza del Milan e quindi l’intesa che dovrà necessariamente trovare con Theo (mancata negli anni scorsi quando le prestazioni del francese lievitavano con la presenza in campo di Rebic) sarà uno dei fattori fondamentali per il rendimento finale del portoghese e dei rossoneri. GO BIG OR GO HOME.
Considerazioni
L.I.: Rispetto alla scorsa stagione il Milan si presenta a questo campionato senza Donnarumma e Calhanoglu ma se per il primo il sostituto, ossia Maignan, era stato bloccato ben prima della definitiva fumata nera sulle trattative per il rinnovo del portiere della Nazionale, il turco è stato invece sostituito con quanto già in casa. Diaz e Calhanoglu interpretano il ruolo in maniera molto diversa e se lo spagnolo non ha l’abnegazione difensiva che aveva il turco, allo stesso tempo aggiunge un tasso tecnico e di imprevedibilità alla manovra del Milan nella trequarti avversaria.
Per quanto riguarda l’importantissimo ruolo nella fase di interdizione svolto da Calhanoglu nella scorsa stagione questo potrebbe essere superato dalla nuova impostazione difensiva del Milan che, con la sostituzione di Romagnoli con Tomori, alzerà il baricentro e porterà la squadra a difendere una decina di metri più avanti.
Molto delle fortune del Milan passeranno certamente dalle catene di esterni. Theo Hernandez è il giocatore del Milan che più di tutti nella scorsa stagione ha risalito il campo palla al piede facendo guadagnare metri alla squadra e quest’anno dovrà trovare il giusto equilibrio con Leao, entrambi infatti amano attaccare il fondo e per questo motivo rischiano di trovarsi ad occupare le stesse zone di campo nella fase offensiva. Anche Calabria è stato fondamentale nella scorsa stagione sia nella fase difensiva che in quella di risalita e il suo affiatamento con Saelemaekers è indubbio, la capacità di entrambi di scalare in fase difensiva e di sovrapporsi in quella offensiva crea infatti un vantaggio notevole nella manovra rossonera.
Come per il Napoli i problemi del Milan potrebbero arrivare dalla Coppa d’Africa con Bennacer e Kessiè (se non lo porterà via prima il PSG) non disponibili e i rossoneri dovranno affidare la propria manovra a Tonali e Bakayoko nelle partite chiave contro Roma, Juventus e Inter, non proprio una fortuna.
F.P.: Si prospetta all’orizzonte un anno chiave per il Milan, che torna in Champions dopo un’attesa fin troppo lunga per un club di questo blasone. La squadra di Pioli, che ha visto aggiunte e conferme importanti dal mercato, sembra in costante miglioramento da due anni ormai, con un progetto di sviluppo giovani che sta dando frutti importanti ai rossoneri. Il lavoro di Maldini ha infatti portato in pochi anni il Milan da una situazione disastrosa a una situazione florida, sia tecnicamente che economicamente.
Gli addii di Donnarumma e Calhanoglu sicuramente non possono essere ignorati, ma mi sento di promuovere in pieno la società che ha saputo muoversi con rapidità per prendere a prezzo di saldo un grande portiere come Maignan (primo per clean sheets in Francia) e per confermare promuovendo a titolare un giocatore per cui ho un debole per qualità che è Brahim Diaz. Contender scudetto? Assolutamente sì, gioco moderno, tanti talenti in rampa di lancio (sarà l’anno di Tonali, giocatore che ha potenziale importante, e chissà forse anche dell’altalenante Leao) e allenatore che ha dato la sua impronta dal primo giorno, mix di fattori che possono far sorridere i milanisti.
M.S.: Il Milan dopo un bellissimo anno e mezzo si trova di fronte alla stagione della verità per il prosieguo del suo percorso tecnico. Progetto che a me piace molto, graduale, volto a ricercare e sviluppare giovani talenti ma che quest’estate probabilmente ha avuto più di qualche intoppo dovuto all’addio a parametro 0 di due leader tecnici dello spogliatoio (con Calhanoglu che è andato a rinforzare i cugini nerazzurri come ulteriore smacco) e all’affaire Kessie che sembra sempre più attratto dalle sirene parigine.
Certo la rosa nel complesso si è rinforzata e soprattutto allungata anche nell’ottica di dover competere in Champions ma la sensazione è che l’11 titolare si sia indebolito. Basterà l’anno di esperienza accumulato da Tomori, Tonali e Diaz a confermare il piazzamento dell’anno scorso? La redazione, come si vede dal PR, scommette sul no.
4° – NAPOLI
Allenatore
Luciano Spalletti
Movimenti di mercato
In entrata: Andrè Zambo Anguissa (FC Fulham), Juan Jesus (Roma), Malcuit (Fiorentina), Marfella (Bari), Ounas (Crotone), Politano (Inter),
In uscita: Bakayoko (Chelsea), Gaetano (Cremonese), Hysaj (Lazio), Luperto (Empoli), Maksimovic (Genoa), Milik (Marsiglia), Tutino (Parma).
Formazione tipo
(4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui; Fabian Ruiz, Anguissa; Lozano, Zielinski, Insigne; Osimhen.
Posizionamento nello scorso campionato
5° in Serie A
Giocatore chiave
Victor Osimhen
Victor Osimhen solo 12 mesi fa diventava il calciatore più pagato della storia del Napoli.
Il nigeriano ha vissuto nel mentre una stagione sfortunata costellata dagli infortuni e dai problemi legati al COVID-19. Quando è riuscito a giocare però Victor ha cambiato l’anima del Napoli mostrando a tutti sprazzi di talento purissimo, ma a volte dimostrandosi ancora troppo grezzo. Con un allenatore come Spalletti noto per far segnare molto i centravanti che seguono i suoi dettami e abile a sviluppare i giovani, per Victor si possono aprire le porte di una stagione che lo potrebbe portare a consacrarsi come una delle prime punte più importanti del nostro campionato, rilanciando le ambizioni azzurre per un posto in Champions.
Giocatore da tenere d’occhio
Adam Ounas
Adam Ounas non era destinato a rimanere tra le file partenopee in questa stagione, il suo trasferimento al Marsiglia era in pratica già definito. Ounas però con le sue qualità tecniche e la sua predisposizione al dribbling (quarto per dribbling riusciti nello scorso campionando giocando quasi la metà dei minuti in meno rispetto ai primi 3) ha convinto Mister Spalletti e si giocherà le sue possibilità dietro a Politano e Lozano. Già però la partita con il Genoa da indicazioni incoraggianti per un classe 96’ che si candida ad essere una delle ali più elettrizzanti del nostro campionato.
Considerazioni
L.I.: Il Napoli è rimasta praticamente la stessa squadra dell’anno scorso con l’eccezione di Ounas, tornato dal prestito a Crotone, e Anguissa che numericamente ha preso il posto di Bakayoko.
Sul fronte mercato e rinnovi vediamo anche dei malumori della piazza napoletana nei confronti di ADL sia per quanto (non) fatto nell’ultima campagna acquisti che per la gestione del rinnovo di Insigne (in scadenza nel 2022).
In questo scenario Spalletti si appresta ad allenare il Napoli che ha come obiettivo minimo quello di rientrare in Champions League, obiettivo che Spalletti ha quasi sempre centrato nelle sue esperienze nelle big italiane.
Per me il Napoli, già l’anno scorso, era una squadra che avrebbe potuto giocarsi lo scudetto perché formata da individualità peculiari, un centrocampo tra i migliori in Italia e un attaccante che può superare senza problema i 20 gol stagionali. Purtroppo per i partenopei Demme si è fatto male subito, e questo potrebbe tenerlo fuori dal campo fino ad ottobre, e Osimhen a gennaio dovrà andare in Coppa d’Africa e lasciare la squadra per circa un mese (e con lui anche Koulibaly). Detto ciò non vedo come possa restare fuori dalle prime 4 e, nel caso in cui a febbraio la capolista fosse ancora alla portata, potrebbe diventare la sorpresa del campionato.
F.P.: Rivoluzione silenziosa: questo il titolo che mi sento di dare ad una delle estati più critiche della storia recente del Napoli. La campagna acquisti sembra remare controcorrente a questo titolo, con soli 3 volti nuovi e 3 addii a parametro zero, ma tra allenatore e staff tecnico è stata compiuta una vera e propria rivoluzione, con addii di quasi tutte le figure principali che lavorano dietro le quinte. Sul campo la mano di Spalletti è evidente sin dal ritiro: il Napoli 21/22 punterà molto di più sulla riaggressione una volta persa palla e su una linea difensiva più alta rispetto all’era Gattuso, con più attenzione allo sviluppo dal basso e al coinvolgimento dei terzini nella manovra.
La Coppa d’Africa potrà diventare un grosso problema per gli azzurri con la perdita di due pedine chiave come Osimhen e Koulibaly, ma la squadra azzurra ha tutte le carte in regola per recitare un ruolo di primo piano nel prossimo campionato e strappare una qualificazione Champions che sarebbe fondamentale per il futuro dei partenopei.
Secondo me la qualificazione tra le prime 4 è alla portata del Napoli, magari con un Osimhen più presente dopo un anno a dir poco tormentato con gli infortuni, giocatore che ha tutte le potenzialità per essere un vero e proprio dilemma per tutte le difese della Serie A.
La linea della continuità premierà la società di Aurelio De Laurentiis? Lo scopriremo solo alla fine di questo incerto campionato, sulla qualità della rosa ho pochi dubbi
M.S.: Nonostante lo scetticismo che contraddistingue questa piazza e soprattutto noi napoletani, secondo me il Napoli non aveva bisogno di grandi acquisti in questa sessione di mercato. Il vero +1 rispetto alla scorsa stagione il Napoli lo schiera in panchina, con la presenza di un allenatore navigato ma che sa sempre sorprendere e soprattutto riuscendo a confermare in blocco tutti i senatori che in questo lustro ci hanno fatto togliere tante soddisfazioni: è stata questa la principale differenza con tutte le big del campionato, che ad esclusione dell’Atalanta, hanno dovuto vendere per motivi di bilancio.
Il Napoli l’anno scorso è arrivato ad un passo dalla Champions, ma quello che molti dimenticano è che ha giocato per 2 mesi senza tutto l’attacco titolare (ad esclusione di un Insigne in formato storico); quest’anno gli eventuali problemi che potrebbero intaccare una serena qualificazione sono dati tutti dalla Coppa d’Africa che creerà varie assenze all’organico azzurro. Spalletti dovrà rinunciare in primis ad Osimhen e a Koulibaly e in secundis all’unico vero acquisto del mercato partenopeo, Zambo Anguissa che per me è esattamente il giocatore che ci mancava in mediana.
Chiudo con una nota negativa, un terzino sinistro più performante di Mario Rui serviva al Napoli, ed è per me l’unica cosa che manca per poter ambire a ben più di un quarto posto che è l’unico vero obiettivo di quest’anno.
3° – ATALANTA
Allenatore
Gian Piero Gasperini
Movimenti di mercato
In entrata: Demiral (Juventus), Lovato (Hellas Verona), Koopmeiners (AZ Alkmaar), Musso (Udinese), G. Pezzella (Parma), Zappacosta (Chelsea).
In uscita: Gollini (Tottenham), Lammers (Eintracht Francoforte), Reca (Spezia), Romero (Tottenham), Ruggeri (Salernitana).
Formazione tipo
(3-4-2-1): Musso; Toloi, Demiral, Dijmsiti; Maehle, De Roon, Freuler, Gosens; Pessina, Malinovskyi; Zapata.
Posizionamento nello scorso campionato
3° in Serie A
Giocatore chiave
Luis Muriel
Luis Muriel è stato l’anno scorso, forse dietro Lukaku, il miglior attaccante in Serie A; lo è stato mentre ha occupato il ruolo di supersub, ruolo che nel calcio moderno (inflazionato dalla presenza dei 5 cambi) sta ottenendo sempre più importanza. Gasperini ha cucito questo abito tattico sulle spalle della sensazione colombiana che ha saputo soddisfare ogni richiesta del suo mister. Quest’anno, con Zapata e Ilicic sempre più in preda di difficoltà fisiche, Muriel dovrà innalzare ancora una volta il livello delle sue prestazioni e soprattutto rimanere sano, cosa che sembra improbabile visto il suo infortunio in questi giorni con la nazionale, per poter garantire alla Dea ambizioni scudetto.
Giocatore da tenere d’occhio
Teun Koopmeiners
Il colpo principe della Dea, che supera la concorrenza tra le altre anche del Napoli, è il giocatore proveniente dall’AZ Alkmaar che fornisce doti da regista che mancavano alla mediana bergamasca. L’accoppiata De Roon-Freuler, infatti, ha una diversa interpretazione del ruolo, per questo l’aggiunta di Koop può dare una soluzione in più al playbook offensivo del Gasp.
Teun inoltre è stato schierato a volte in passato anche tra i difensori centrali, che possa essere un’opportunità nel caso in cui Demiral non si dovesse adattare al peculiare modo di difendere dell’Atalanta?
Considerazioni
L.I.: Non conosco persone che diano un giudizio di mezzo sull’Atalanta: o vincitrice del campionato oppure stagione fallimentare.
Io vedo una rosa solida che ha perso Romero ma lo ha sostituito con Demiral che è quanto di più simile all’argentino. Musso ha sostituito Gollini e se il gioco con i piedi dell’italiano è migliore come portiere in senso assoluto l’acquisto dell’ex Udinese è da considerarsi un upgrade.
Mi aspetto grandi cosi da Maelhe che dopo un grande Europeo è chiamato ora a confermare il suo valore anche in Serie A e dall’altra parte Gosens porterà i soliti numeri da esterno di Gasperini.
A fare da ago della bilancia potrebbe essere Malinovskyi: se confermasse le prestazioni della seconda parte della stagione l’Atalanta sarebbe una serissima candidata alla vittoria finale, al contrario, se dovesse replicare le prestazioni deludenti della prima parte dello scorso campionato, vedo la Dea fuori dai primi 4 posti.
F.P.: I bergamaschi si approcciano a questo campionato ripartendo dalle solide basi che hanno permesso all’Atalanta di affermarsi come principale sorpresa non solo italiana ma europea degli ultimi 4 anni; infatti, sono stati confermati sia quasi tutti i big con l’eccezione del Cuti Romero, sia il vero artefice del miracolo Atalanta Gian Piero Gasperini. Ed è proprio dall’organizzazione e dall’intensità importate dal tecnico che i nerazzurri proveranno a costruire l’ennesima stagione oltre le aspettative, con un occhio chissà, anche a un titolo di Campione d’Italia che sembra più in bilico che mai.
La campagna acquisti bergamasca è stata per me nettamente tra le migliori, con acquisti capolavoro come quello di Koopmeiners e giocatori adatti per caratteristiche come Demiral, che ha molto in comune con il neodifensore del Tottenham Romero. Ormai parlare di sorpresa per l’Atalanta è diventato riduttivo per una società sana e che lavora divinamente con primavera e scouting, lavorando per un presente e futuro roseo. Insomma, anche quest’anno per battere i nerazzurri servirà un’impresa, guai a sottovalutarli.
M.S.: Più passano i giorni e più cresce in me la sensazione che questo possa essere l’anno della Dea. Lo si nota dai particolari, un pareggio agguantato in extremis o dal fatto che ormai questa Atalanta è finalmente matura e temuta in tutta Europa. In estate sono arrivati vari colpi interessanti che aumentano la lunghezza della rosa al fronte della sola cessione, irrinuciabile, di Romero (quella di Gollini è stata quasi una conseguenza dell’aver opzionato Musso, portiere che da anni è tra i migliori del nostro campionato), se Demiral e Lovato non dovessero far rimpiangere la partenza del Cuti, cosa più facile a dirsi che a farsi, l’Atalanta potrà giocarsi lo scudetto fino all’ultima giornata.
2° – Inter
Allenatore
Simone Inzaghi
Movimenti di mercato
In entrata: Calhanoglu (Milan),Cordaz (Crotone), Correa (Lazio), Darmian (Parma), Dimarco (Hellas Verona), Dumfries (PSV Eindhoven), Dzeko (Roma).
In uscita: Dalbert (Cagliari), Esposito (Basilea), Hakimi (Paris Saint Germain), Lazaro (Benfica), Lukaku (Chelsea), Joao Mario (Benfica), Nainggolan (Royal Antwerp), Padelli (Udinese), Pinamonti (Empoli), Vanheusden (Genoa), Young (Aston Villa).
Formazione tipo
(3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Corea, Lautaro Martinez.
Posizionamento nello scorso campionato
1° in Serie A
Giocatore chiave
Lautaro Martinez
Chi l’ha detto che le bandiere non esistono? In un’estate in cui tutti vanno, Lautaro ha deciso di sposare ancora una volta i colori nerazzurri con un rinnovo in dirittura d’arrivo. Con l’arrivo di Dzeko potremo vedere una Bromance 2.0, il bosniaco sembra per certi versi ancora più compatibile rispetto a Lukaku con l’argentino che potrà finalmente sbloccare al 100% le sue doti da finalizzatore. In alternativa, El Toro potrà giocare direttamente prima punto insieme al Tucu formando una coppia tutta da esplorare e sviluppare che darà 0 punti di riferimento alla difesa avversaria. Insomma, non tutti i mali vengono per nuocere, chiedere alla Pinetina per conferme.
Giocatore da tenere d’occhio
Stefano Sensi
Stefano Sensi quando è sano è un calciatore che in Italia non esiste. Tutto ruota però, intorno a quel quando che potrebbe diventare una spada di Damocle troppo grande per il giocatore nato a Urbino. L’inizio di questa stagione è però incoraggiante, Inzaghi, che interpreta il 3-5-2 in maniera meno ortodossa rispetto ad Antonio Conte, sta cercando di recuperare Sensi proponendolo spesso anche a ridosso della punta. Complice anche l’indisponibilità a tempo indeterminato di Eriksen questa potrebbe essere la stagione della rivincita di Sensi.
Considerazioni
L.I.: Con le cessioni di Lukaku e Hakimi l’Inter perde due migliori calciatori e anche i due punti di riferimento, i due elementi che la squadra cercava quando era in difficoltà. Non sono un fan di Lukaku, da sempre credo, ma in Serie A ti garantiva quasi una trentina di gol all’anno che andranno ora redistribuiti e ricercati negli altri elementi della rosa anche se non necessariamente tutti e 30 visto che l’Inter l’anno scorso ha chiuso con 89 gol, e per vincere lo scudetto ne bastano molti meno.
Pertanto molto passerà dalla solidità difensiva dei tre di dietro (fase che Inzaghi ha sempre curato) e dal filtro fatto dal centrocampo e in questo senso per me la sorpresa della stagione interista potrebbe essere Vidal che è partito molto bene nelle prime due uscite.
Capitolo acquisti: mi piace Correa, mi piace anche Dumfries se conferma di essere quello dell’Europeo, mi piace poco Dzeko che ho visto molto in difficoltà nell’ultima stagione a Roma. Magari però le nuove ambizioni lo rivitalizzeranno. Probabilmente avrei cercato un portiere perché Handanovic da un paio di stagioni non da le garanzie di una volta.
Ad oggi vedo comunque l’Inter favorita per lo scudetto.
F.P.: Un’estate a dir poco turbolenta quella appena passata per i tifosi nerazzurri, con l’addio di due dei migliori giocatori del campionato, ma sulla sponda nerazzurra del Naviglio restano i motivi per sorridere. L’Inter 21/22 non sarà forte come quella dell’anno passato che ha cannibalizzato il campionato ma parte con ottime chances di prendersi il secondo titolo consecutivo, il ventesimo della storia interista. Analizzando la squadra a disposizione del neoallenatore Simone Inzaghi, scelta tatticamente in continuità col progetto nato con Antonio Conte, un punto di forza importante della scorsa Inter è rimasto: i tre centrali di difesa.
La cerniera a 3 dei meneghini è infatti una vera sicurezza in Serie A, anche per coprire un Samir Handanovic che sembra ben lontano dai tempi migliori. Sicuramente il colpo mediatico dell’estate è stato l’arrivo di Hakan Calhanoglu, che sostituisce Christian Eriksen, a mio modo di vedere un upgrade per il contesto tattico dell’Inter: il danese è sicuramente un giocatore di qualità superiore, ma il turco abbina corsa e tempi di pressing fondamentali per il gioco di Inzaghi. In sintesi, una nuova Inter, un’Inter meno forte probabilmente, ma un’Inter che parte in prima fila per la vittoria finale.
M.S.: La salvezza di questa Inter ha un solo nome e cognome: Giuseppe Marotta. In un’estate povera di idee e di soldi si sono evidenziate tutte le qualità del dirigente ex Juventus. Marotta con il suo proverbiale tempismo è infatti riuscito prima a strappare Inzaghi alla Lazio, allenatore alla sua prima grande opportunità in carriera, adattissimo alla rosa dell’Inter e poi Calhanoglu al Milan.
Infine, sono arrivati Dzeko e Correa per sostituire Lukaku e Dumfries al posto di Hakimi, insomma se perdi due giocatori del genere non puoi naturalmente essere più forte, ma gli ultimi giorni di mercato hanno abbassato le aspettative della Juventus, e nella Serie A più equilibrata di sempre non mi stupirebbe un’Inter che firma il Back-to-Back sulle ali dell’entusiasmo della coppia formata dal Tucu e dal Toro.
1° – JUVENTUS
Allenatore
Massimiliano Allegri
Movimenti di mercato
In entrata: De Sciglio (Olympique Lione), Locatelli (Sassuolo), Kaio Jorge (Santos FC), Ihattaren (Psv Eindhoven), Kean (Everton), Luca Pellegrini (Genoa), Perin (Genoa), Rugani (Cagliari).
In uscita: Buffon (Parma), Demiral (Atalanta), Dragusin (Sampdoria), Frabotta (Verona), Ihattaren (Sampdoria), Pjaca (Torino), Cristiano Ronaldo (Manchester Utd).
Formazione tipo
(4-2-3-1): Szczesny; Cuadrado, De Ligt, Bonucci, Danilo; Locatelli, Rabiot; Chiesa, Dybala, Kulusevski; Kean.
Posizionamento nello scorso campionato
4° in Serie A
Giocatore chiave
Paulo Dybala
Dybala dovrà a 28 anni finalmente scrollarsi quell’etichetta di potenziale fenomeno e senza l’ingombrante presenza di Cristiano Ronaldo dovrà trascinare la Juventus a suon di ottime prestazioni e gol pesanti (e risollevare anche il mio fantacalcio).
Se infatti Allegri non ha deciso come schierare la sua seconda Juve (e probabilmente non deciderà neanche a fine stagione) quello che tutti sappiamo è che l’unico modo per non far rimpiangere troppo l’assenza dei gol del lusitano e puntare di nuovo allo scudetto dopo un anno di digiuno sarebbe, tra le altre cose, un Dybala formato MVP. La preoccupazione è che Paulo possa essere distratto da un rinnovo che sembra ancora lontano, cosa che accomuna molti giocatori chiave che abbiamo trattato durante questo PR, perdendo anche questa occasione e rimanendo per sempre un eterno incompiuto.
Giocatore da tenere d’occhio
Moise Kean
Il Golden Boy, per la gioia del nostro Axel Barbieri, è tornato a casa. Una Juve in completa panic mode post addio improvviso di Ronaldo ha dovuto strappare Kean all’Everton con delle condizioni non propriamente vantaggiose per lei.
Questo però non ci deve traviare nella valutazione del giovanissimo attaccante azzurro che ha qualità tecniche evidentissime e soprattutto l’età dalla sua parte. Certo non possiamo aspettarci che da solo risolva tutti i problemi della Vecchia Signora e segni i 30 gol che porta in dote CR7, però Moise, se dovesse limare qualche suo aspetto comportamentale, è sicuramente un giocatore da tenere d’occhio.
Considerazioni
L.I.: Prima degli ultimi 5 giorni di mercato avrei messo la Juventus davanti a tutti, ora non più.
Ronaldo, accusato di essere il capo di tutti i problemi dei bianconeri, nelle ultime due stagioni è stato per me il tappeto che nasconde sotto di sé i problemi della squadra, problemi che in questa sessione di mercato non sono stati risolti o quantomeno lo sono stati solo parzialmente.
Il problema principale di questa squadra nella scorsa stagione è stata la circolazione del pallone e in questo senso l’acquisto di Locatelli è un miglioramento rispetto all’anno scorso. Con l’uscita di Ronaldo la Juve si troverà invece ad affrontare una serie di nuovi grattacapi in fase realizzativa perché nessuno dei giocatori ad oggi nella rosa delle Juve ha dimostrato di saper segnare con continuità. Servirà pertanto la consacrazione del talento di Dybala oppure il miglioramento in zona gol di Morata.
Basterà il ritorno di MagoMax per vincere lo scudetto ? Per me no.
F.P.: Dopo una stagione turbolenta salvata all’ultimo sotto la guida di un acerbo Andrea Pirlo, è stata rivoluzione in casa Juve: addio Paratici e l’allenatore, promosso Cherubini e tornato, con maggiori responsabilità e poteri, Max Allegri. Della Juve sicuramente non si può dire che manchi qualità, squadra profonda con soprattutto in avanti giocatori che possono fare la differenza, tra cui non posso che evidenziare un Federico Chiesa, in crescita costante da quando veste la maglia bianconera, con un Europeo che ha confermato anche la sua tendenza a timbrare nei match di cartello.
Sul piano del gioco non mi aspetto di vedere in questa stagione una Juve scintillante, con un allenatore che ha sempre prediletto la praticità e un centrocampo ancora traballante nonostante il grande acquisto di Manuel Locatelli. Quando si parla di Juve non si può non parlare di scudetto, ce lo insegna la storia, la partenza non è stata delle migliori ma la squadra non ho dubbi che si riprenderà, nonostante la veda vicina ma leggermente dietro all’Inter nella griglia di partenza.
M.S.: Beh, direi che forse siamo stati un po’ frettolosi a stilare questo Power Ranking prima che il mercato chiudesse. Scherzi a parte, quando la Juventus ha annunciato l’Allegri Bis io ero convintissimo che lo scudetto 2021/22 avesse trovato il suo padrone. Ora, con l’addio di Ronaldo naturalmente le cose cambiano e neanche di poco, però per me la vera Juve non è quella vista in queste prime due partite, e anche se non la ritengo più la favorita credo che dirà la sua fino alla fine del campionato.
Le speranze dei bianconeri sono ancora una volta rivolte nel Mago che dovrà saper disporre in campo il talento che ancora c’è ma che non è diviso equamente nei vari reparti. Un nome a sorpresa che potrebbe svoltare la stagione della Vecchia Signora? Il recupero di Arthur, giocatore sul quale voglio scommettere il mio nichelino.
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Lotta salvezza (20-16)
Metà classifica (15-11)
Lotta per l’Europa (10-6)