Così scrive Marcus Rashford nella lettera del giugno 2020 indirizzata al Parlamento Britannico per devolvere buoni pasto gratuiti agli studenti, e diventa il simbolo del suo impegno sociale.
Nonostante non abbia ancora compiuto ventiquattro anni, questa è già la sesta stagione da professionista per Marcus Rashford. Dal debutto avvenuto nel febbraio 2016, Rashford ha disputato più di 220 presenze per lo United (più altre 40 apparizioni in maglia inglese) segnando 74 gol, ha disputato gli Europei nel 2016 e la Coppa del Mondo nel 2018, ha vinto una FA Cup, una Coppa di Lega e una Europa League con i Red Devils.
Chi è Marcus Rashford ?
Il giovane attaccante inglese ha tutte le potenzialità per diventare uno dei più forti centravanti d’Europa nel giro di un paio di stagioni ma ciò su cui vogliamo soffermarci oggi non è quanto fatto sul campo, bensì il suo impegno nel sociale.
Marcus Rashford è nato a Manchester da genitori immigrati dal piccolo arcipelago caraibico di Saint Kitts and Nevis, ed è cresciuto a Northern Moor, quartiere popolare di Manchester. Lo stesso calciatore ha ricordato più volte come la sua infanzia sia stata piena di sacrifici e privazioni che solo grazie al calcio è riuscito a riscattare.
La madre è una maestra sempre in prima linea nella scuola locale per distribuire i pasti gratuiti forniti dal governo ai bambini più bisognosi (i cosiddetti “breakfast club”). Ancora oggi per molti ragazzi inglesi il “breakfast club” è l’unico pasto giornaliero garantito, ma con la chiusura delle scuole a causa della pandemia questa forma di sostegno è venuta meno.
La battaglia di Marcus per i buoni pasto
Determinato a restituire a migliaia di ragazzi almeno la garanzia di un pasto caldo, Rashford ha deciso di muoversi in prima persona. Dapprima ha scritto una lettera aperta al Governo e ai parlamentari per chiedere che venissero distribuiti buoni pasto attraverso il sistema scolastico; successivamente ha lanciato su Twitter la campagna #MaketheUturn, trovando il sostegno di milioni di inglesi.
Nella sua lettera, e nei vari articoli che ha scritto sul Times e sul Guardian per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, Rashford ha ricordato la propria storia personale, spiegando quanto siano stati importanti per lui e la sua famiglia i pasti gratuiti e questo genere di assistenze sociali. «Un quarto degli 1,3 milioni di studenti registrati per i pasti scolastici gratuiti – ha scritto nella lettera – non hanno ricevuto nulla da quando le scuole sono state chiuse. Questo è un fallimento del sistema. Oggi chiedo di proteggere tutti i bambini e tutte le persone più vulnerabili del Paese. E di riconsiderare la cancellazione dei regimi dei buoni pasto durante i prossimi mesi».
Le parole di Rashford in poco tempo hanno convinto (o messo spalle al muro) anche il governo di Boris Johnson, che ha deciso di approvare un fondo dal valore di 120 milioni di sterline per la distribuzione dei pasti ed il ripristino del servizio fornito dalle mense scolastiche.
La campagna di Rashford contro gli sprechi alimentari
Rashford ha portato avanti la sua lotta anche attraverso la collaborazione con FareShare, un’associazione che si occupa di evitare gli sprechi alimentari e combattere la malnutrizione, convincendo anche grossi colossi alimentari e della ristorazione come McDonald’s a unirsi alla campagna. Era l’aprile 2020, e in poche settimane sono stati raccolti più di 20 milioni di sterline. Le donazioni e le ingenti cifre raggiunte hanno fatto scattare un fortunato effetto di competizione tra diverse multinazionali come Tesco, Co-op, Asda, che hanno contribuito in maniera significativa all’iniziativa lanciata da Rashford, con ulteriori donazioni ma soprattutto mettendo a disposizione le loro strutture organizzative per le consegne dei pasti ai meno abbienti.
L’iniziativa ha assunto dimensioni tali che il nazionale inglese ha ricevuto dalla Regina Elisabetta l’onorificenza di Member of the Order of the British Empire per il servizio reso alla Nazione.
I detrattori
Nonostante la generosità e l’impegno sociale mostrati da Marcus Rashford, la macchina dell’odio ha trovato comunque un modo per mettere in dubbio la natura del suo altruismo.
Due dei più importanti tabloid inglesi, il Daily Mail e il Sun (forse perché snobbati da Rashford in sede di pubblicazione del suo appello al Governo inglese?) hanno pesantemente sminuito l’impegno sociale di Rashford, elencando le ricche proprietà del centravanti. Il Daily Mail ha pubblicato un articolo intitolato: “What a result! Campaigning football star Marcus Rashford has bought five luxury homes worth more than £2 million”.
A ciò si sono uniti inoltre diversi movimenti nati sul web sotto lo slogan “Stop Rashford”, apparsi all’improvviso e con lo scopo unico di sminuire il comportamento ammirevole del calciatore. Atti da catalogare come deplorevoli, e non sarebbe una novità per queste testate giornalistiche, ma ancor più gravi se rapportati al valore sociale dell’iniziativa promossa da Rashford.
La lotta per i diritti dei Rider
Ultima iniziativa in ordine di tempo ma non di importanza, quella che Marcus Rashford sta costruendo in difesa dei rider. L’inglese ha infatti chiesto e ottenuto di tenere alcuni colloqui con il colosso delle consegne a domicilio Deliveroo, dopo che è stato rivelato che i rider della compagnia percepiscono somme inferiori al salario minimo che dovrebbe essere loro garantito.
Un’inchiesta del quotidiano Daily Mirror ha infatti rivelato che molti rider che lavorano per l’azienda (la quale tra tra l’altro sostiene economicamente la fondazione End Child Food Poverty di Rashford) guadagnano meno di due sterline l’ora.
Le parole di Rashford ai giovani
Marcus Rashford ha dimostrato che essere una personalità famosa e di successo può diventare uno strumento importante per costruire una società più giusta, o almeno per diffondere messaggi e pratiche di aiuto concreto ai più sfortunati. Il paradosso più grave è che per questo è stato anche contestato. Noi ci auguriamo che le sue iniziative benefiche proseguano con successo, ed in attesa dell’esito del colloquio fra Rashford e i dirigenti di Deliveroo chiudiamo questo breve excursus con le parole di incoraggiamento che ha deciso di rivolgere ai più giovani in una lettera pubblicata in occasione della sua campagna con Burberry:
“I encourage you to dream, because sometimes dreams are all you will have. I encourage you to lay your head on the pillow and close your eyes tight and think of better days to come, because luckily for us, our dreams have come true. Would I be the Marcus Rashford you see stood in front of you today if it wasn’t for the hardship and struggle? Simple answer? No. You should never be ashamed to ask for help. Take pride in knowing that your struggle will play the biggest role in your purpose. Never drop your head in shame.”