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Da diversi anni a questa parte il Lipsia è diventato una realtà importante della Bundesliga. La facilità con cui ha scalato la piramide calcistica tedesca è da ritrovare nell’arcinoto modello Red Bull, basato su una programmazione ineccepibile ed investimenti importanti, abbondantemente ripagati nel giro di poche stagioni.
L’ingranaggio si mette in moto con modalità sempre molto simili: la RasenBall porta nella Germania Est giovani dotati di un talento sconfinato, cerca di valorizzarli al meglio e poi li cede al fronte di offerte faraoniche che permettono di continuare il loop.
Dal 2018 ad oggi è pieno di giocatori di alto livello che hanno salutato Lipsia per tentare di fare un salto in avanti nella propria carriera: Naby Keita (ceduto al Liverpool per 60 milioni), Timo Werner (Chelsea, 53 milioni, tornato a casa base nella scorsa stagione), Upamecano (Bayern, 42 milioni) e Konaté (Liverpool 40 milioni) sono solo alcuni dei tanti esempi che si possono fare.
Anche in questa sessione di mercato non sono stati da meno. Uno dei migliori giocatori della storia del club, Christopher Nkunku, ha salutato la Bundesliga approdando al Chelsea per 60 milioni di euro. Ancora più onerosa (70) è stata la cifra investita dal Liverpool per portare Dominik Szoboszlai all’ombra di Anfield. Un’altra cessione dolorosa è stata quella di Konrad Laimer che ha firmato a parametro zero per il Bayern Monaco. Anche Josip Gvardiol ha salutato la Germania per approdare a Manchester, sponda City.
Cedere quattro pezzi così pregiati in un’unica sessione di mercato sarebbe una mazzata durissima per qualsiasi squadra, ma se ne esiste una che è in grado di attutire l’impatto quella è proprio il Lipsia. Il modo in cui sono riusciti a rimanere costantemente al vertice del calcio tedesco, nonostante tutte le cessioni fatte, dà un’idea di quanto quella programmazione a cui si accennava prima è fatta seguendo i migliori criteri possibili. Appare naturale, dunque, chiedersi: cosa bisogna aspettarsi da questo nuovo Lipsia? Abbiamo provato a risponderne all’interno di questo articolo.
Una campagna acquisti da fuochi d’artificio
Per conservare la competitività nonostante cessioni di tale calibro serve avere un reparto di scouting eccellente, una dirigenza desiderosa di investire somme cospicue su giocatori con ampi margini di crescita ed uno staff di allenatori preparatissimi, oltre a delle strutture all’avanguardia. Il Lipsia risponde presente a tutte le voci in capitolo e anche nella sessione di mercato ancora in corso ha dimostrato di puntare su delle vere e proprie gemme.
Il colpo ad effetto è arrivato in attacco: la RasenBall ha messo mano ai fondi e ha offerto 45 milioni di buoni motivi per convincere il Lens a lasciare andare uno dei migliori centravanti dell’ultima Ligue 1, Loïs Openda.
Poi ha continuato ad intessere trattative con l’altra formazione tedescofona del gruppo RedBull, il Salisburgo, e per 45 milioni ha portato in Germania uno dei migliori finalizzatori in prospettiva futura, Benjamin Sesko, ed un centrocampista interessantissimo come Nicolas Seiwald. Per 24 milioni si è trasferito a Lipsia uno dei migliori giocatori dell’Hoffenheim nella passata stagione, Christoph Baumgartner.
Il Lipsia si muove sempre su due binari, giocatori già pronti ad essere inseriti e altri che hanno bisogno di un tempo di adattamento o, semplicemente, si aggiungono ad una rosa che deve fronteggiare tre competizioni, è il caso di Leopold Zingerle, ex portiere del Paderborn arrivato a parametro zero.
Se nel paragrafo precedente abbiamo parlato della prima categoria, bisogna ora soffermarsi sulla seconda. Per 15 milioni è atterrato in Bundesliga direttamente dal Paris Saint-Germain il difensore centrale El Chadaille Bitshiabu. Sempre da Parigi è arrivato in prestito uno dei talenti più chiacchierati al mondo, Xavi Simons, reduce da una stagione fantastica in Olanda con la maglia del PSV.
Sempre con la formula del prestito è arrivato anche un talento che è stato danneggiato dalla mancanza di continuità che ha afflitto il Liverpool nella passata stagione: Fabio Carvalho potrebbe definitivamente spiegare le proprie ali in quel di Lipsia.
Loïs Openda
Il volto simbolo della campagna acquisti è stato sicuramente Openda. La meravigliosa stagione del 2021/22 disputata con la maglia del Vitesse e terminata con un bottino di 24 gol e 6 assist in 50 partite ha convinto il Lens a compiere uno degli acquisti più onerosi della propria storia (16 milioni, circa). L’impatto con la Ligue 1 è stato incredibile: 21 centri e 4 passaggi decisivi dando sempre l’impressione di poter creare un pericolo nella retroguardia avversaria.
L’heatmap sottostante ci restituisce l’immagine di un giocatore in grado di muoversi per tutta la metà campo offensiva, con e senza palla, dando nessun punto di riferimento alla difesa avversaria. Il motore che gli è stato installato al posto dei polmoni gli permette di rimanere costantemente in movimento senza per questo limitare la propria efficacia sotto porta (94esimo percentile tra gli attaccanti per non-penalty xG in 90’, 0.63).
Riuscendo ad occupare porzioni così diverse di campo gli capita molto spesso di essere lui il giocatore che arriva palla al piede fino nel cuore della difesa avversaria (1.39 carries nell’area di rigore, 91esimo percentile). Non essendo ancora l’uomo dell’ultimo passaggio in quei contesti cerca più spesso la conclusione (3.68 tiri in 90’, 93esimo percentile) ma viste le sue medie realizzative non può che essere un bene.
Per un allenatore come Marco Rose avere a disposizione un giocatore del genere, in grado di spostare e muovere i marcatori a suo piacimento, è una manna dal cielo che gli permetterà di sfruttare al meglio gli inserimenti dei centrocampisti anche solo grazie all’attenzione riposta su Openda. Per il resto c’è poco da dire e il video parla per sé, una forza della natura è atterrata a Lipsia. Be careful.
Benjamin Sesko
La scuola Red Bull ha portato dal Salisburgo due dei suoi migliori alunni, Sesko e Seiwald. Benjamin Sesko è uno degli attaccanti under-21 più chiacchierati al mondo e le ragioni sono sotto gli occhi di tutti. Il bottino con cui ha concluso la sua prima stagione giocata da titolare nella Bundesliga austriaca è stato di 16 gol e 4 assist, cifre che hanno convinto il Lipsia a spendere 25 milioni per portarlo in Germania.
È un centravanti estremamente diverso rispetto ad Openda e questo fa sperare che possano convivere, o almeno questo è il piano nella testa di Rose. I suoi 194 centimetri di statura lo rendono un costante punto di riferimento offensivo per i compagni che sanno sempre dove appoggiarsi in caso di difficoltà.
La sua capacità di attrarre la difesa su di sé gli permette di muoversi lungo tutta la metà campo avversaria, come si vede dall’heatmap, giocando vicino all’esterno e alla mezz’ala per costruire continui triangoli e, facendo densità su quel lato, liberare la fascia opposta (questo con Openda potrebbe funzionare alla perfezione).
Nicolas Seiwald
L’altro gioiellino made in Red Bull è Nicolas Seiwald, giocatore capace di giocare tanto davanti alla difesa quanto come mezz’ala, ruolo che interpreta in chiave estremamente moderna. Dotato di una tecnica cristallina, i suoi piedi disegnano traiettorie che molto spesso terminano sui piedi del giocatore designato. Ama mettere i compagni davanti al portiere, come testimoniato dagli 1.54 passaggi chiave per 90’ (83esimo percentile), e lo sa fare in tante maniere diverse.
Calandosi negli schemi di Mathias Jaissle, allenatore del RB Salisburgo, è riuscito a risultare sempre molto efficace. Quando gli esterni si accentravano ed era costretto ad allargarsi si è dimostrato un crossatore più che discreto (2.82 per 90minuti, 81esimo percentile), qualità che non era così evidente nelle precedenti annate.
Ma la metà campo dove brilla è sicuramente la propria. 99esimo percentile per numero di tackle vinti (2.43), 98esimo per numero di dribbling fronteggiati con successo (1.92) e 97esimo per numero di palloni anticipati (2.05), queste sono solo alcune stats che ci permettono però di capire che impatto ha avuto senza palla e quale potrebbe avere nel sistema di Marco Rose.
Christoph Baumgartner
Nonostante in Italia non sia particolarmente conosciuto, Christoph Baumgartner è uno dei migliori talenti austriaci degli ultimi anni. Nell’ultima stagione di Bundesliga, chiusa con 7 gol e 7 assist, ha dimostrato di essere pronto per lo step successivo ed il Lipsia non se lo è fatto dire due volte.
All’Hoffenheim nel 3-5-2 di Matarazzo ha occupato ogni posizione centrale dalla mediana in su: è stato centrocampista quando i 5 erano posizionati sulla stessa linea, trequartista quando si è staccato dai due mediani e seconda punta, spesso alle spalle di Ihlas Bebou. La posizione che però predilige è quella dietro la punta. È un giocatore che ama avere il pallone tra i piedi (87esimo percentile per progressive carries), a tal punto da abbassarsi molto per ricevere una palla giocabile (come si vede dalla sua heatmap).
È dotato di un’ottima visione di gioco che lo porta spesso a cercare il passaggio tra le linee (93 per progressive passes, 95esimo per passaggi effettuati nell’ultimo terzo di campo avversario). I tanti anni all’Hoffenheim lo hanno reso un habitué della Bundesliga e avere tutta quell’esperienza a 24 anni non è affatto scontato, Marco Rose sa di avere a disposizione un giocatore che può essere fondamentale perché con la sua duttilità permette di schierare sempre formazioni diverse a seconda dell’avversario.
El Chadaille Bitshiabu
Uno degli acquisti più particolari di questa sessione è sicuramente El Chadaille Bitshiabu, difensore centrale di piede sinistro arrivato dal PSG e che in quel di Lipsia si augurano possa arrivare a sostituire Gvardiol, nuovo giocatore del City. La strada però è ancora lontana: il diciottenne francese nonostante abbia esordito nella stagione 21/22 è riuscito a trovare maggiore costanza solo negli ultimi mesi della scorsa annata, arrivando a giocare dal primo minuto quattro delle ultime dieci gare di Ligue 1.
Tanto però è bastato per far capire per quale motivo il Lipsia ha investito una cifra importante su di lui. La sua abilità in fase di costruzione è impressionante, come si vede nella clip. I suoi 70.51 passaggi tentati in 90’ lo pongono all’87esimo percentile tra i centrali, di questi ne completa il 92.7% (97esimo percentile) e 4.44 arrivano nella trequarti avversaria (86esimo percentile).
Anche in difesa ha messo in mostra ottime cose ma inevitabilmente c’è un po’ da lavorare: le lacune tecniche, però, vengono in parte sopperite grazie alla sua forza fisica e alla sua accelerazione.
Xavi Simons
Quella di Bitshiabu non è stata l’unica operazione che ha coinvolto PSG e Lipsia; infatti, anche Xavi Simons ha seguito la stessa tratta arrivando in Germania con la formula del prestito. Dopo l’incantevole annata vissuta al PSV Eindhoven, chiusa con 19 gol e 9 assist, è sembrato pronto per un ulteriore salto in avanti e quale miglior occasione da cogliere se non quella offerta dalla RasenBall?
Il pacchetto dei trequartisti si arricchisce di un giocatore in grado di occupare qualsiasi posizione in quella parte del campo, anche se preferisce giocare centrale o a sinistra.
Il suo impatto sull’Eredivisie, come si vede nella clip, è stato folle: 98esimo percentile per non-penalty xG (0.43), 93esimo per azioni create che hanno portato ad un tiro (5.33 per 90’) e 92esimo per progressive carries (4.75).
Ha una qualità nei piedi che ha pochi eguali tra i ragazzi della sua età e che, abbinata ad una visione di gioco a 360 gradi (98esimo percentile per passaggi riusciti con distanza superiore ai 30 metri), gli permette di posizionare il pallone dove e quando vuole. Rispetto all’esperienza parigina sembra migliorata anche la sua attitudine, ad Eindhoven si è dimostrato molto volenteroso nella fase di primo pressing e questo lo colloca sulla stessa lunghezza d’onda del Lipsia di Rose.
Fabio Carvalho
L’altro giocatore arrivato in prestito è Fabio Carvalho. La prima annata al Liverpool è stata particolarmente sfortunata, caratterizzata da una confusione palpabile tra gli uomini di Klopp. Visti i grossi movimenti di mercato fatti a centrocampo dai Reds era sempre più probabile che il giocatore portoghese vedesse il proprio minutaggio scendere ai minimi termini. Fare un’esperienza di questo tipo in una squadra che sa valorizzare i talenti come il Lipsia gli farà sicuramente bene.
Innanzitutto Carvalho deve capire qual è la sua posizione: come si vede dalla heatmap, ha girovagato lungo tutto il campo senza mai riuscire a trovare una posizione stabile anche a causa di un contesto che non lo ha sicuramente avvantaggiato.
Le qualità tecniche sono indiscutibili e anche in un’annata travagliata ha dimostrato cosa è in grado di fare nella metà campo offensiva: 99esimo percentile tra i centrocampisti per non-penalty xG (0.25), 99esimo per tocchi nell’area di rigore avversaria (6.04) e 96esimo per azioni palla al piede che gli hanno permesso di arrivare in area (0.78). Un altro giocatore a trazione offensiva che si unisce ad una squadra sempre più di spinta.
Il quadrato magico di Rose
Marco Rose ha dimostrato di avere delle idee molto chiare per il suo Lipsia. Alla base c’è la volontà di mantenere il sistema con cui ha concluso la stagione: una linea di difesa a quattro con i terzini che si alzano in fase di possesso, due giocatori sulla linea mediana (uno dei quali, a volte, si abbassa quando si alzano i terzini), due trequartisti che svariano molto e due attaccanti, un punto di riferimento e una seconda punta.
In quest’ottica è ancora più semplice capire gli acquisti fatti. Nella finale di DFB Pokal il Lipsia schierava davanti Szoboszlai, Dani Olmo, Nkunku e Werner. Due su quattro sono partiti e sono stati sostituiti in maniera tale da poter anche allungare la squadra. Nelle prime amichevoli l’attacco, ancora non completo, ha faticato a trovare la giusta quadra richiesta dal mister ma già nelle ultime uscite si sono visti i benefici del quadrato magico (ben diverso da quello storico del Brasile) di Rose.
Come si vede nella foto sottostante, il Lipsia è una squadra che ama posizionare molti giocatori oltre la linea del pallone (in questo caso 8).
Dopo aver superato la prima costruzione i terzini si sganciano ancora di più andando a prendere il posto dei trequartisti che nel frattempo occupano i mezzi spazi tra l’attaccante e, per l’appunto, il terzino. Questo inevitabilmente porta le punte a giocare più vicino e trovare soluzioni diverse.
Mentre il fulcro mantiene la linea ed è pronto a giocare un pallone di sponda, il compagno di reparto è dotato di tantissime libertà e si può staccare per andare a occupare una zona in cui può più facilmente ricevere il pallone o attaccare la profondità. Il primo caso era ben visibile con Christopher Nkunku ma ora che il francese è al Chelsea con Openda ci si può aspettare di vedere più spesso la seconda soluzione.
In conclusione
Il Lipsia resta sempre una squadra da vedere e questo hype che genera anno dopo anno probabilmente è anche dovuto alla sua peculiarità di cambiare sempre i propri pezzi pregiati. Questa stagione la scommessa è stata portata ancora più in alto ma c’è da starne certi, la dirigenza sa cosa fà. Dopo la vittoria della Pokal è arrivata ulteriore tranquillità che sta permettendo a Rose di lavorare in un clima pacifico.
I giocatori sanno che l’obiettivo è alto – provare a competere con il Bayern – ma sono anche consapevoli che questa è una vetrina molto prestigiosa e che, se dovessero riuscire a sfruttare questa occasione, potrebbero essere i protagonisti di un nuovo domino di mercato in cui inserire nuove tessere.
D’altronde a Lipsia le porte sono sempre girevoli e cambiare tutto è sempre stata una soluzione vincente. Si dice che fuggire sempre dalla propria comfort zone sia il modo migliore per restare in vita, la RasenBall ha esasperato questo concetto a tal punto che non avere una comfort zone è diventata la loro comfort zone.