Contenuti
Essere un tifoso italiano nell’estate del 2023 è maledettamente difficile.
Il calciomercato delle squadre italiane è stato sostanzialmente fermo per il mese di luglio. Fa eccezione quello del Milan, che, però, ha dovuto vendere quasi letteralmente l’anima al diavolo prima di iniziare a muoversi.
Mentre le squadre di Premier League vengono a fare shopping nei centri sportivi italiani, strapagando felicemente qualsiasi cosa come i turisti britannici a Sorrento; mentre Juve, Inter e Roma si litigano Lukaku e Morata, nonostante le grida di aiuto dei tifosi; mentre gli amici dell’Arabia Saudita spendono il PIL del Kosovo in ingaggi agli sportivi; mentre tutto questo succedeva e noi attendevamo che arrivassero rane e locuste, il Genoa ha comprato Retegui.
Cosa significa Retegui per la Serie A
Quando è stata l’ultima volta che abbiamo visto una neopromossa comprare un giocatore che riempisse una piazza alla presentazione?
Da un paio d’anni siamo ormai abituati a sessioni di mercato depressive, in cui i tifosi delle squadre “piccole” passano settimane a denti stretti, sperando che non arrivino offerte per i loro beniamini, sapendo che queste verranno accettate senza remora nella maggior parte dei casi.
Fino a qualche mese fa Retegui era accostato a club come Inter, Milan e Roma. Dopo averlo visto giocare in Nazionale, quasi nessuno ha pensato che quel livello di hype fosse ingiustificato. Considerando che, tolto il Napoli, tutte le squadre italiane che partono con l’obiettivo di conquistarsi un posto in Europa hanno bisogno di un centravanti, quantomeno uno da inserire nelle rotazioni, questo acquisto ha preso tutti di sorpresa.
Sono bastate poche settimane di distrazione. Mentre la maggior parte dei club erano impegnati in cambi di dirigenza, trattative da vicolo cieco e guai col FFP, il Genoa ha lavorato sottotraccia ed è riuscito a strappare un prezzo francamente incredibile: 12 milioni, secondo Transfermarkt.
Per metterlo in prospettiva, la Roma si è appena vista rifiutare dal Santos un’offerta da 10 milioni più 8 di bonus per Marcos Leonardo. Se non avete mai sentito nominare questo giovane calciatore brasiliano, forse avete capito qual è il mio punto.
Ai DS italiani certo non mancano competenza e buone idee, ma spesso devono essere eccezionalmente creativi per costruire squadre competitive in un mercato particolarmente arido per il nostro campionato e in questo contesto gli attaccanti sono la merce più rara.
L’anno scorso abbiamo visto arrivare comunque punte di livello come Dia e Hojlund, ma quasi nessuno che ad agosto creasse una vera e propria aspettativa. Blazquez e i suoi, con questo colpo, hanno voluto subito alimentare l’entusiasmo della piazza, riuscendoci alla grande. La società, il 4 agosto, ha annunciato di aver superato il record di abbonamenti che resisteva dalla stagione 2009/10. Per intenderci, quello era l’anni del Genoa di Gasperini che giocava la fase a gironi di Europa League.
Sicuramente non sarà stato tutto merito di Retegui e non stiamo suggerendo che un giocatore singolo possa essere una panacea, ma l’atteggiamento con cui è stato acquistato è un primo passo importante. Si tratta di coraggio, di voglia di dare a tutti un motivo ulteriore, seppur piccolo, per accendere la tv e guardare anche le partite non di cartello. Si tratta di affrontare l’estate a faccia tosta e non solo a denti stretti. Le altre squadre, nel frattempo, guardano e prendono appunti.
Xeneizes
“È destino” – ha commentato lo stesso calciatore nella conferenza di presentazione.
In effetti, questo trasferimento ha talmente tante coincidenze romantiche che sembra essere quasi troppo perfetto per il calcio di oggi. Quella risposta è arrivata ad una domanda in cui si sottolineava il rapporto tra le città di Genova e Buenos Aires.
Come tutte le grandi città portuali italiane, anche Genova è stata punto di partenza di migliaia di migranti durante il secolo scorso. Tra questi, oltre al bisnonno paterno di Retegui, c’era un gruppo di lavoratori italiani che nel 1905 fondò il Boca Juniors, squadra che ha cresciuto calcisticamente il giovane Mateo e i cui tifosi si chiamano ancora Xeneizes, genovesi, appunto.
A convincerlo ad accettare la proposta sono state tre leggende del calcio italiano:
- sicuramente il primo pensiero di trasferirsi nel nostro campionato è arrivato dopo la prima convocazione in Nazionale, quindi possiamo dare il merito a Roberto Mancini di aver messo in moto la catena di eventi che ci hanno portato ad oggi. Una coincidenza particolarmente crudele per i tifosi della Sampdoria, soprattutto dopo l’ultimo, difficilissimo, anno;
- come ammesso dallo stesso calciatore, il primo a cui si è rivolto per saperne di più su Genova è stato Diego Alberto Milito, eroe dell’Inter del triplete, ma soprattutto ultimo calciatore ad aver segnato più di 20 gol in campionato con il Grifone. L’unico altro calciatore arrivato in Italia con una raccomandazione del Príncipe è stato Lautaro Martinez, uno che poi qualche gol in carriera lo ha fatto;
- la decisione finale, tuttavia, l’ha presa dopo aver parlato con Alberto Gilardino. L’ultimo attaccante ad essere convocato nella nazionale italiana da giocatore del Genoa e allenatore con la migliore media punti della scorsa Serie B. “Abbiamo parlato solo di football” ha detto l’italo-argentino, sottolineando come l’ex-Fiorentina e Milan abbia già le idee chiare su cosa aspettarsi da lui in campo.
Che giocatore è Mateo Retegui?
Quando, nel febbraio dell’anno scorso, Mancini ha annunciato la convocazione di Mateo Retegui per la Nazionale Italiana, l’opinione pubblica era spaccata tra chi era semplicemente convinto che il CT della Nazionale stesse scherzando e chi pensava fosse impazzito e diventato un super-villain. Per qualcuno la chiamata di questo misterioso oriundo era solo un modo crudele di punire Immobile, Belotti e Scamacca per non aver segnato abbastanza.
Poi sono arrivati i gol a sollevare ogni dubbio. Già dall’esordio con l’Inghilterra, davanti ad un Maradona sold-out, ha messo in luce tutte le sue qualità migliori, ma anche i suoi limiti. Fecero molto scalpore le parole di Mancini, quando in conferenza stampa lo paragonò al primo Batistuta, ma ci fu utile per inquadrare subito il suo stile di gioco.
Negli ultimi anni l’Argentina ci ha abituati a grandi centravanti, da Aguero, Tevez ed Higuain che hanno dominato il passato recente, agli attuali Lautaro e Julian Alvarez, che, oltre ad essere dei finalizzatori, sono molto coinvolti nella costruzione dell’azione. In questo senso, Retegui è un numero nove che potremmo definire “vintage”.
Il suo obiettivo, ogni volta che tocca palla, è uno solo: fare gol.
Purtroppo, nel campionato argentino non ci sono registri di statistiche avanzate, ma salta subito all’occhio il dato relativo ai tiri per partita: 4,02 ogni 90 minuti, in Serie A solo Osimhen e Lautaro tirano più volte verso la porta. Questa può essere un’arma a doppio taglio: la sua strategia è quantity over quality e non è detto che sia sempre vincente. Difficilmente il Genoa produrrà lo stesso numero di azioni pericolose del Napoli o dell’Inter, sarà importante capitalizzarle al meglio.
Al Tigre ha segnato 30 gol in 48 presenze, vincendo il premio come capocannoniere del campionato argentino nel 2022.
Nel primo gol segnato con la maglia della nazionale ha subito messo in mostra un buon senso della posizione, abbinato ad un giusto opportunismo nello sfruttare gli errori avversari.
In questo video si nota come il gol sia originato da un errore di Maguire, che, dopo aver sbagliato un passaggio sulla propria trequarti, fallisce il tentativo di riaggressione su Barella, regalando il possesso all’Italia mentre nella difesa inglese si era aperto un buco da coprire.
Quando la palla arriva a Pellegrini, quello spazio non è stato coperto né da Shaw, terzino su quella fascia, né da Rice, che ha deciso invece di accorciare sul portatore di palla. In questa situazione Retegui attende qualche istante, senza attaccare immediatamente la profondità, in modo da avere lo spazio e il tempo di controllare e calciare al meglio.
Ha una struttura fisica importante e un passato da mediano a livello giovanile. Spesso cerca lo scontro con i difensori avversari, senza mai risparmiarsi quando deve essere il primo portatore di pressione.
L’essere cresciuto in un contesto tatticamente meno codificato del campionato italiano lo ha aiutato a sviluppare una buona flessibilità in campo, permettendogli di essere impiegato in coppia con un’altra prima punta o come terminale offensivo unico.
In conclusione
Nelle prime due amichevoli in maglia rossoblù non ha ancora la prima rete, nonostante nei primissimi secondi del suo esordio abbia rischiato di far esplodere la Gradinata Nord, intercettando un passaggio direttamente nell’area di rigore avversaria, fallendo, però, nel controllo.
Magari alla fine Retegui non farà neanche un gol quest’anno e rideremo ricordando tutta questa euforia. Una cosa è certa: i tifosi del Genoa hanno un motivo in più per tifare con entusiasmo la propria squadra questa stagione.