La doppietta realizzata contro l’Udinese, prima ancora quella contro l’Hellas Verona e il gol alla Fiorentina, sono solo le ultime testimonianze di quello che possiamo considerare senza troppe remore uno degli attaccanti più in forma del momento: Victor Osimhen.
Fisico longilineo, agile, ma non per questo debole fisicamente, fa della velocità uno dei suoi punti di forza; quando parte in campo aperto è impossibile da raggiungere, tanto che il più delle volte si ritrova a dover temporeggiare con il pallone tra i piedi in attesa dei compagni che, non riuscendo a tenere il suo passo, sono rimasti indietro. Di seguito proveremo ad analizzare, con l’aiuto dei numeri, il rendimento del 23enne nigeriano al suo secondo anno in Italia.
Quella attuale è una delle migliori stagioni, dal punto di vista realizzativo, della sua breve seppur intensa carriera: 16 goal in 26 partite tra campionato ed Europa League fanno di lui il miglior marcatore del Napoli, almeno 5 reti in più rispetto a tutti gli altri.
Attualmente registra 0.53 NpxG per 90 minuti, posizionandosi nel 94° percentile tra gli attaccanti dei 5 maggiori campionati europei: per intenderci, meglio di gente come Ciro Immobile (0.50) ed Harry Kane (0.49). Conseguenza di ciò è il fatto che la sua produzione offensiva sia legata quasi interamente alle sue doti di finalizzatore, come si può ben vedere dal seguente grafico.
Victor è un attaccante che cerca molto la conclusione (95° percentile per tiri totali in Serie A), ma spesso lo fa in condizioni difficili, magari pressato da uno o più avversari o da distanze proibitive. Non a caso, quindi, poco più che un tiro ogni 3 trova lo specchio della porta, segno che dovrebbe provare a prendere meno conclusioni in favore di una migliore qualità delle stesse.
Uno dei lati negativi dell’ex Lille arrivato a Napoli per circa 80 milioni di euro (acquisto più oneroso della storia dei partenopei) è sicuramente quello legato al palleggio e alla gestione del possesso. Osimhen è uno di quei giocatori che passa pochissimo tempo con il pallone tra i piedi, persino Ospina (32.6) effettua più tocchi di lui (28.5) nei 90 minuti.
Nel Napoli, nessun giocatore tenta e completa meno passaggi, di conseguenza anche la possibilità di creare azioni pericolose e servire i compagni è ridotta al minimo (0.75 passaggi chiave p90). Tutto ciò è facilmente comprensibile se lo si guarda giocare: Osimhen non è un giocatore che dialoga molto con i compagni, al contrario, preferisce sfruttare la sua agilità e partire in solitaria palla al piede per superare gli avversari (nel 75° percentile per palle al piede progressive in Serie A).
Come detto all’inizio, nonostante un fisico non ideale, Osimhen non ha paura degli scontri e difficilmente si tira indietro (vedasi scontro con Skriniar). Spesso e volentieri si ritrova a pressare gli avversari che impostano dalla difesa (93° percentile nei top 5 campionati per pressioni nella trequarti avversaria), e questo gli permette di recuperare un gran numero di palloni tramite contrasti (88° percentile per contrasti nella trequarti avversaria) o tramite l’intercettazione dei passaggi (95° percentile).
Inoltre, talvolta accentuando le cadute, è uno di quei giocatori che facilmente subisce fallo: in questa stagione ha guadagnato 4 calci di rigore, più di chiunque altro.
Essendo ancora giovane, la poca esperienza spesso gli gioca brutti scherzi (anche a livello comportamentale), ma il ragazzo ha qualità e se dovesse continuare su questi livelli il Napoli potrebbe avere tra le mani uno dei prospetti più interessanti dell’intero panorama europeo.